Piombino ormai è una zona depressa
PIOMBINO 18 giugno 2014 — Piombino ormai è una zona depressa dove case e capannoni sono gran parte sfitti, ma le tasse sugli immobili invece di diminuire salgono sempre di più, con “la botta” che arriverà per tutti a fine anno.
La IUC “imposta unica comunale” accorpa tre attuali balzelli: IMU, TASI e TARI. Un mare di imposizioni nel quale è difficile navigare, al quale il cittadino non sa adempiere se non facendosi aiutare da esperti del settore, con l’ovvio incremento dei costi. Va inoltre segnalata la protesta di CAF e Sindacati che, per i ritardi dovuti alle disposizioni comunali, si trovano a sforare i termini costringendo i clienti a ravvedimenti operosi per rimediare, con ulteriore aggravio di spesa .
L’edilizia ha finito di essere il settore trainante dell’economia, la casa come bene di investimento non esiste più. Come potrebbe: un appartamento medio, abitato dal proprietario, paga circa 150 euro di imposta comunale, il solito appartamento, se seconda casa, ne paga 650 a cui vanno poi ad aggiungersi anche le tasse in denuncia dei redditi e spesso una seconda casa non è, ma sfitto o in vendita perché non trova collocazione sul mercato. Per un edificio ad uso produttivo il fenomeno si acuisce: un capannone medio di circa 500 metri quadri arriva a pagare 6.200 euro l’anno anche se non occupato.
Abbiamo idea di quanti immobili ci siano liberi adesso a Piombino? Liberi non per “sfizio” ma per mancanza di richieste. Ebbene tutti questi immobili pagano la IUC, che grava anche sui piazzali a servizio dei capannoni.
Spesso sono beni strumentali di imprese che hanno chiuso per mancanza di commesse, ditte oneste che si sono indebitate per costruirli, per fare fronte hai propri impegni o magari per cercare una soluzione di continuità per i loro dipendenti. Immobili da ricollocare e che non trovano riscontro sul mercato.
Dei 6.200 euro prima detti, circa 3.400 sono di TARES, pagati per quei rifiuti che spesso non producevano nemmeno quando erano attivi. Una tassa calcolata da ASIU una società municipalizzata che si finanzia secondo il proprio fabbisogno, senza le concorrenze del libero mercato. Il sogno di ogni imprenditore poco lungimirante. Una municipalizzata che forte della propria ricchezza autodeterminata, trova spazio per interessarsi e correre in altre iniziative esterne al mandato conferitogli dai cittadini.
A questo devono pensare i nostri amministratori, ora che stanno perfezionando la TARI, imposta che almeno nei buoni propositi del legislatore, dovrebbe avere una quota per coprire i costi fissi e una variabile che dipende dalla fruizione del servizio, quando questo servizio c’è!
Un tempo, nemmeno troppo lontano, a Venturina il cartello “PER PIOMBINO” fu sostituito con “PER L’AMERICA”. Adesso siamo zona depressa, non possiamo più essere taglieggiati.
Mario Pelagatti, responsabile della commissione urbanistica e territorio del Nuovo Centro Destra