Più che un canile sembra un gioco dell’oca
PIOMBINO 24 febbraio 2017 — La vicenda dei rumori prodotti dai cani del canile comunale, già giudicati una volta intollerabili dal Tribunale di Livorno con una ordinanza del 10 ottobre 2016, sta arrivando al termine. A seguito della presentazione di un reclamo del Comune di Piombino contro quella ordinanza, lo stesso Comune dovrà presentare entro il 5 marzo la documentazione che attesti la soluzione del problema, in maniera tale da mettere in grado il Tribunale stesso di emettere l’ordinanza definitiva il 14 marzo.
Il Comune deve dimostrare di poter risolvere il problema delle “immissioni sonore superiori alla normale tollerabilità”.
L’ordinanza del 10 ottobre indicava due modalità possibili da realizzarsi comunque entro novanta giorni:
- mediante la realizzazione di opere di acustica ambientale consistenti in una barriera di lunghezza 120 metri ed altezza 10 metri per un costo totale di 180mila euro e aumentando la protezione acustica delle gabbie ricollocandole per evitate che il lato aperto sia diretto verso l’appartamento del presentatore del ricorso per un costo di 50mila euro
o
- mediante lo spostamento del canile in zona lontana da abitazioni.
Scartata la prima ipotesi il Comune sembra intenzionato a spostare il canile municipale nei tempi più ristretti possibili in loc. Fiorentina attraverso la realizzazione di un “canile minimo” per cinquanta cani inteso come ”una struttura ricettiva avente dotazioni impiantistiche strettamente sufficienti a permettere l’ospitalità degli animali in sicurezza nel rispetto delle norme igienico sanitarie”.
Il Comune pensa di realizzare questo canile, iniziando i lavori a gennaio ma la data è già superata, entro il 19 novembre 2017 poi però nella stessa relazione ammette che è un tempo troppo ristretto e sposta la data per il trasferimento dei cani al 31 dicembre 2017.
Il canile sanitario per cinque cani, sempre secondo il Comune, rimarrà nella vecchia localizzazione in attesa dello svliluppo del “canile minimo” che dovrebbe avvenire dopo il 2017, anno in cui il Comune “stimolerà il mercato a fare proposte per l’ampliamento ed il miglioramento del Canile minimo”. Cosa voglia dire “stimolare il mercato” è difficile capirlo, come difficile è capire come il Comune intende finanziare tutta questa operazione, i cui tempi, è facile prevederlo, saranno ben più lunghi di quelli descritti dal Comune stesso.
Queste intenzioni del Comune sono esplicitate in una relazione del 5 gennaio.
In precedenza, il 9 dicembre 2016, l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) aveva ufficializzato in una lettera al Comune la sua disponibilità, attraverso una operazione di finanza di progetto (project financing), a proporsi come “soggetto promotore” assumendosi l’onere di dare forma progettuale all’idea del nuovo parco canile e di organizzare e realizzare un ricovero temporaneo che consenta lo spostamento degli animali e dell’intero canile, in attesa della realizzazione della nuova struttura.
Difficile capire la relazione tra le due cose ma ciò che conta è che ad oggi a distanza di pochi giorni dalla data di presentazione della documentazione richiesta dal Tribunale nessuna decisione ufficiale è stata presa dal Comune e dunque ad oggi non si sa né secondo quale progetto né con quali procedure intende il Comune realizzare il nuovo canile, quello minimo e quello definitivo, né come intende finanziarlo.
Eppure di tempo il Comune ne ha avuto e tante intenzioni le ha più e più volte declamate. Una per tutte. È il 3 gennaio 2015 e l’assessore ai lavori pubblici Capuano dichiara: “Restando in tema di animali, un altro problema da risolvere è quello del canile che, adesso, è fatiscente e costa un sacco di soldi in manutenzioni. Nel luogo dove si trova adesso non ha molto senso e costa parecchio. Per cui pensiamo nel corso di quest’anno di fare la progettazione per quello nuovo. L’area individuata è nella zona di Fiorentina. Anche per questo ritengo che ci possano essere interessi privati a contribuire alla realizzazione, vedremo”.
Niente è avvenuto di quanto detto ma in compenso pochi giorni prima, il 17 dicembre 2014, si erano conclusi i lavori di manutenzione del vecchio canile con una spesa di 118mila euro di cui il 50% finanziato con fondi regionali e il 50% con i proventi di una donazione. Con le opere eseguite, secondo il Comune, si erano rese più funzionali le dotazioni per il canile sanitario e per il canile rifugio e si era ottenuto l’accreditamento regionale.
Ma è almeno dal 2006 che gli strumenti urbanistici prevedono la delocalizzazione del canile, così come ben lungo è l’elenco dei vari progetti che dal 1995 hanno segnato la strada che doveva portare ad un nuovo canile senza nessun risultato. L’abbiamo già descritta nell’articolo L’accreditamento regionale per il canile “fatiscente” ed è inutile ripeterla.
Del resto il tour dei progetti pagati e non realizzati è lungo per il Comune di Piombino, basti pensare soltanto a ciò che è successo e sta succedendo per Città futura.
Le minoranze che siedono in consiglio comunale hanno recentemente chiesto le dimissioni dell’assessore Chiarei proprio per la conduzione del problema “canile” ma la richiesta è stata respinta. Evidentemente la maggioranza del Comune di Piombino pensa che non ci siano né problemi politici né problemi amministrativi.
Aspettiamo per vedere cosa succederà a metà marzo.
Prima dell’Enpa la Casa di Margot già nel 2012 aveva chiesto all’amministrazione comunale l’assegnazione di un terreno in loc. Fiorentina per realizzare a proprie spese un canile rifugio modulare. Richiesta reiterata in anni successivi e sempre respinta dal citato assessore Chiarei. Noi ci chiediamo che fine faranno i cani detenuti, se dovessero essere spostati rapidamente, dove saranno trasferiti e auspichiamo che gli animali restino nel loro territorio.