Poche e stringate ragioni per dire no ai referendum
PIOMBINO 16 novembre 2018 — Pubblichiamo il comunicato stampa del Comune di Piombino nel quale si spiegano le ragioni per cui le due commissioni appositamente istituite hanno espresso pareri negativi sull’ammissibilità dei due referendum proposti.
Ricordiamo che i due quesiti
“Sei d’accordo che venga attuato a Ischia di Crociano nel Comune di Piombino il progetto presentato da RIMateria che prevede tra l’altro sull’area denominata LI53 una nuova discarica per rifiuti speciali, che potranno provenire anche dal di fuori del nostro comprensorio, da 2.5 milioni di metri cubi?”
“Sei d’accordo che una parte delle azioni di RIMateria possedute da Asiu, e quindi indirettamente anche dal Comune di Piombino che di Asiu è il maggiore azionista, vengano vendute, potendo così dei privati diventare proprietari della maggioranza delle azioni di RIMateria che gestisce lo smaltimento dei rifiuti speciali a Ischia di Crociano nel Comune di Piombino?”.
Comunicato stampa
La commissione per il referendum sulla discarica RIMateria si è riunita nuovamente oggi, venerdì 16 novembre, per formalizzare definitivamente la non ammissibilità dei due quesiti, attraverso due relazioni che argomentano nel dettaglio il percorso che ha portato alle decisioni.
Per quanto riguarda il primo quesito, quello relativo alla realizzazione di una nuova discarica per rifiuti speciali da 2,5 milioni di metri cubi, la commissione ha evidenziato come l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto sia subordinata alla esplicazione di specifiche competenze che appartengono al Comune e alla Regione, facendo venir meno il requisito necessario per l’ammissione, stabilito dallo Statuto, dell’esclusiva competenza locale del quesito stesso.
Nel testo della relazione si legge che l’impianto in questione può essere realizzato solo con il concorso necessario di più amministrazioni. Il quesito referendario travalica quindi la competenza esclusivamente locale ed è per questo inammissibile.
Scendendo nel particolare, si legge che “la realizzazione di qualsiasi impianto nell’area interessata può essere negata solo se si cambia la destinazione dell’area stessa, cosa che non può accadere con il referendum consultivo oggetto di esame per due ragioni evidenti:
1) la domanda di cambiamento di destinazione d’uso non fa parte del quesito referendario,
2) elemento decisivo è che una domanda con questo contenuto non sarebbe comunque ammissibile in quanto il referendum non è consentito per gli strumenti generali urbanistici, come da Statuto, per eliminare la previsione urbanistica vigente è necessaria una variante con le procedure previste dalle leggi statali e regionali,
In ultimo è stata valutata anche la posizione del privato in relazione alle previsioni urbanistiche. “A fronte di un’istanza intesa a ottenere un permesso di costruire, nel caso specifico una discarica, si mette in moto un meccanismo obbligatorio per legge che si conclude con un atto di assenso anche tacito o con un diniego, secondo le normative statali e regionali.”
Per il secondo quesito, relativo alla vendita delle azioni di RIMateria possedute da Asiu e quindi indirettamente anche dal Comune di Piombino come maggior azionista di Asiu, la bocciatura viene motivata con il fatto che la proposta referendaria è intervenuta in un processo ormai giunto a conclusione per la cessione del primo lotto, con il passaggio del 30% di azioni in mano privata, e che si trova in fase di perfezionamento per il secondo lotto, in attesa della convocazione dell’assemblea Asiu.
“Rispetto a questa seconda fase – si legge nella relazione – occorre indagare circa la possibilità del Comune di Piombino di determinare, con una nuova decisione del consiglio comunale, la revoca dell’autorizzazione alla cessione del secondo lotto del 30% delle azioni, approvata nel 2016 con delibera del consiglio comunale, se tale decisione abbia la forza da sola di bloccare il processo in atto”.
Facendo riferimento alla relazione del dirigente dei servizi finanziari allegata alla relazione, la risposta è negativa perché l’assemblea Asiu ai sensi del codice civile, può modificare i criteri di liquidazione e i poteri del commissario liquidatore già fissati ma, per lo statuto di Asiu, può farlo solo con i voti favorevoli dei due terzi del capitale sociale. Il Comune di Piombino, che detiene in Asiu il 61,8% , non può pertanto raggiungere questo quorum e occorre che altri azionisti di Asiu supportino la scelta del Comune per raggiungerlo.
Ci si trova di fronte a una ipotesi di procedura che non è nella esclusiva disponibilità del Comune di Piombino, anche in questo caso.
La richiesta risulta pertanto tradiva intervenendo in una operazione sulla quale il “giudizio” dei partecipanti alla consultazione referendaria non avrebbe più spoazi per ottenere dagli organi politici competenti un nuovo pronunciamento che possa produrre effetti diretti sulla vicenda.
Delle due commissioni, una per ogni quesito, fanno parte Angelo Trotta in qualità di presidente, Maria Luisa Massai segretario generale, Maurizio Poli dirigente Affari legali, Federico Paradisi responsabile Servizio elettorale, Renzo Grassi in qualità di esperto indicato dal sindaco, e due esperti indicati dal Comitato promotore che sono Francesco Ferrari e Fabrizio Callaioli rispettivamente per il primo e per il secondo quesito.
(Foto di Pino Bertelli)