Tra poco le elezioni: meglio qualcosa purché sia
PIOMBINO 23 febbraio 2018 — Dopo il completo fallimento del piano Aferpi (siderurgia, porto a agroindustria) e dopo mesi di indiscrezioni su trattative tra Issad Rebrab e altre società interessate a proseguire l’attività siderurgica a Piombino, a pochi giorni dalle elezioni arriva la notizia secondo la quale Rebrab avrebbe raggiunto un accordo con il gruppo indiano JSW per la cessione di tutto lo stabilimento, da formalizzare però entro marzo dopo che i rispettivi consigli di amministrazione avranno esaminato i bilanci delle due società. Tutto, con la regia del ministro Carlo Calenda che, di fronte alle conclamate inadempienze, nei mesi passati aveva più volte annunciato azioni legali per la risoluzione dei contratti sottoscritti tra lo Stato italiano e l’imprenditore algerino.
In questi lunghi anni d’inerzia molti di coloro che avevano presentato il piano Aferpi come salvifico, fino al punto di assumerlo per intero nella pianificazione comunale, si sono ammutoliti. Tutto è stato demandato al ministro Calenda il quale, a sua volta, più che sulle iniziative legali sembra aver confidato nelle trattative tra Rebrab e altri interlocutori privati interessati al settore siderurgico. Tutti sembrano ignorare che il piano Aferpi è fallito per intero e non solo per la parte siderurgica, di cui l’unica cosa apprezzabile (al netto dell’assurda occupazione delle aree umide del Quagliodromo) era quella della delocalizzazione a nord dello stabilimento. È fallito anche per l’agroindustria e per la logistica portuale: scelte dannose che prevedono di occupare le aree industriali dismesse di maggior pregio, nel cuore della città, con altri impianti industriali o con attività a bassa intensità occupazionale (come lo sono quelle della logistica portuale). Soluzioni che non prendono neppure in esame il recupero del patrimonio immobiliare dello stabilimento per altri fini produttivi o di servizio (ad esempio per il porto), che fanno “tabula rasa” delle testimonianze storiche della siderurgia piombinese, che non colgono le opportunità che pure esistono per la rigenerazione urbana e ambientale di una città che per decenni ha sofferto della vicinanza di attività inquinanti. Senza considerare la pretesa del piano Aferpi, anche questa accolta del Comune, di mantenere il tracciato della SS 398 e il traffico per il porto dentro la città per non interferire con le aree di sua proprietà.
Non appena è giunta la notizia dell’accordo tra Rebrab e JSW (ancora sconosciuto e neppure formalizzato), gli “ammutoliti” sono tornati a farsi sentire, in testa la candidata PD Silvia Velo, ovviamente esaltando la bontà di quanto annunciato. A pochi giorno dal voto meglio presentarsi con qualcosa anziché a mani vuote. Poco importa dei contenuti. Poco importa se Rebrab si fosse liberato dagli impegni per la siderurgia per mantenersi i vantaggi di altre previsioni dannose. Poco importa se il gruppo JSW prevedesse di riattivare il ciclo integrale nelle aree dismesse dentro la città dove la recentissima variante al piano strutturale non prevedeva più la siderurgia. Poco importa se tutto questo confligge con altri propositi come la diversificazione economica e le riqualificazione della città. L’importante è annunciare, per l’ennesima volta, che siamo usciti dall’incertezza e dalla preoccupazione. Si può dunque votare ancora per coloro che hanno disatteso tutte le promesse fatte, dai fanghi di Bagnoli fino al piano Aferpi, passando per gli alberghi a 5 stelle di Kaled e la Concordia.
La voce di chi dovrebbe decidere il futuro del territorio è assente. Non esiste una programmazione autonoma: per questo siamo in attesa del nuovo salvatore. Per questo siamo pronti ad accettare a scatola chiusa, senza conoscere i suoi progetti per la città.
La soluzione della crisi, come da anni i fatti dimostrano, richiederebbe ben altri approcci, maggiore serietà, cautela, amministrazioni capaci di scegliere conoscendo e di programmare in modo autonomo. È cosa molto diversa dall’esaltare, senza neppure conoscerlo, un accordo raggiunto tra due privati. Questo non è governo, ma maldestro tentativo di rassicurare chi vive il dramma della crisi ed è chiamato ad esprimersi con il voto il 4 marzo.
Liste Civiche Unite della Val di Cornia
Non occorre fare tanti discorsi o immaginare chissà che cosa, basta ricordarsi che JSW aveva presentato un piano a suo tempo e che il governo scelse invece quello di Rebrab perchè più imponente. Penso che JSW riparta da quel piano che è bene ricordare riguardava i soli laminatoi. Forse, e ripeto forse, potrà incrementare i laminatoi con uno per i piani , che hanno un mercato più esteso dei lunghi, ma probabilmente al momento niente di più e per dirla tutta non credo che Piombino rivedrà nel suo futuro colare acciaio, laminarlo sì, ma colarlo no e questa differenza non è da poco sotto l’aspetto occupazionale. Comunque ad ottobre, alla scadenza degli ammortizzatori, per molti, per i più, i problemi di lavoro non li avranno ancora risolti.