Poggio ai venti: il Comune si autocommissaria
PIOMBINO 5 settembre 2015 — La Giunta comunale di Piombino il 5 agosto ha accettato la proposta di Asiu di non occuparsi più della messa in sicurezza e della bonifica delle due discariche di Poggio ai venti (per leggere clicca qui). Ne aveva avuto l’incarico nel 2009 ma da allora ben poco, salvo raccogliere il percolato, era stato fatto. Ma non solo. Contemporaneamente il Comune ha ammesso la propria incapacità a progettare e realizzare il progetto ed ha richiesto alla Regione Toscana, che si è dichiarata disponibile, di attivare nei suoi confronti i poteri sostitutivi previsti dall’art. 13 del dl. 67/1997. Insomma il Comune ha chiesto il commissariamento alla Regione: palese ammissione di incapacità dopo tanti anni e caso più unico che raro dato che i commissariamenti vengono attuati dall’alto non certo su richiesta dal basso, come è evidente dalla storia e dalla lettura dello stesso articolo 13 (per leggere clicca qui).
Per far capire la valenza operativa e politica del caso basta rammentare che ci sono in ballo da un lato un finanziamento di 8 milioni di euro e dall’altro un’opera, la bonifica di due vecchie discariche comunali di rifiuti solidi urbani sempre gestite dall’ Asiu, la prima chiusa nel 1983 e la seconda nel 1997, di cui si parla almeno da 13 anni.
Era il 26 luglio 2002 e si tenne presso il Ministero dell’ Ambiente la Conferenza decisoria con la quale fu approvato il Piano di caratterizzazione della “Vecchia discarica di Poggio ai venti” al fine di procedere alla redazione del progetto preliminare delle opere necessarie alla bonifica e/o messa in sicurezza permanente dell’ area.
Ma accanto alla vecchia discarica ve n’è una meno vecchia anch’essa dismessa e per questo il Ministero dell’Ambiente richiese che le indagini di caratterizzazione fossero estese anche ad essa e così nella Conferenza dei servizi del 25 giugno 2008 fu approvato il piano di investigazione iniziale.
Le indagini di caratterizzazione ambientale sulle due discariche sono state realizzate rispettivamente nel 2005 e nel 2011.
Dalla ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi approvata dal Consiglio comunale di Piombino il 30 settembre 2014 si apprende che a seguito della conferenza decisoria del Ministero dell’Ambiente del 12 luglio 2013, relativamente alle vecchie discariche di Poggio ai Venti, si dovrà continuare con gli interventi di raccolta e depurazione del percolato che fuoriesce dal sito, integrare gli studi effettuati e procedere con il progetto di bonifica.
Nel luglio 2015 lo stesso Comune si autocommissaria e contemporaneamente fa presente che ravvisa l’importanza di continuare ad effettuare le operazioni di raccolta e smaltimento del percolato e di quelle minute manutenzioni dell’area tese a permettere l’accesso in sicurezza anche in futuro e quindi fino alla realizzazione dei lavori di bonifica.
Dopo 12 anni da quel 2002, insomma, niente è stato bonificato e sembra addirittura che non sia ancora approvato il progetto di bonifica definitivo.
Cosa era successo nel frattempo?
Il 5 giugno 2009 il Comune di Piombino, che rimane ovviamente il responsabile della bonifica, ha affidato all’ Asiu le attività inerenti la realizzazione e la gestione delle opere per la messa in sicurezza e la bonifica delle discariche di Poggio ai venti ed esattamente i seguenti lavori:
il completamento delle indagini per la caratterizzazione dell’intero sito;
la redazione del progetto per la messa in sicurezza e bonifica;
l’affidamento dei lavori per la realizzazione degli interventi previsti;
la rendicontazione delle spese sostenute nel rispetto dei regolamenti degli enti finanziatori;
i collaudi tecnici e amministrativi e quant’altro necessario per la conclusione dell’intervento.
Con quali soldi?
Il Ministero dell’ambiente il 7 novembre 2008, ha trasferito al Comune di Piombino 1,9 milioni di euro. La Regione Toscana nel 2010 ha assunto l’impegno di spesa a favore Comune di Piombino pari ad 1,1 milioni di euro.
Erano impegni ed erogazioni di finanziamenti senza progetti di supporto tant’è che nel PROGETTO PIOMBINO PRS 2011 – 2015. PIS Grandi poli industriali dell’ 8 marzo 2012 approvato da Regione e Comune si affermava «…Si prevede di concludere la caratterizzazione del sito entro la metà del 2011, per passare poi alla progettazione e all’esecuzione della bonifica. Sulla base delle caratterizzazioni già effettuate si può tuttavia ritenere che le somme stanziate con l’APQ del 2007 [quello sui fanghi di Bagnoli], pari a 3 milioni di euro (1,9 Ministero+1,1 Regione), non siano sufficienti…».
Si arrivò così all’agosto 2013 allorché nell’ Accordo di programma quadro “Interventi di infrastrutturazione, riqualificazione ambientale e reindustrializzazione dell’area portuale di Piombino” comparve la voce Messa in sicurezza permanente ex discariche di “Poggio ai venti” per la quale erano previsti 5 milioni di euro già assegnati al Comune perché il finanziamento regionale era passato da 1,1 a 3,1 milioni di euro. Tutto da realizzare entro il 2015. Nel frattempo i finanziamenti da 5 milioni sono passati a 8.100.000 dato che vi sono stati riversati anche i finanziamenti che avrebbero dovuto essere utilizzati per la bonifica del tracciato del 1° lotto della SS 398 di accesso al porto (1.600.000) euro) e per le indagini di caratterizzazione ed eventuale bonifica dell’area “Ex Fintecna” (1.500.000 euro).
Nel 2015 invece si ribalta tutto.
Nel giugno l’ Asiu chiede al Comune di abbandonare il campo perché l’APQ di Bagnoli è stato dichiarato uffialmente decaduto il 30 settembre 2012 (motivazione curiosa dato che l’Asiu anche dopo quello che viene chiamata l’abrogazione dell’ APQ ha continuato ad occuparsi della cosa) e un mese dopo, nel luglio, il Comune dice alla Regione che non se ne vuole più occupare.
Sarà tra l’altro interessante conoscere quanto si è speso da parte del Comune e da parte dell’ Asiu e sapere se è stata mai approvata dal Comune una qualche rendicontazione della spesa dato che la stessa Asiu richiede, sempre al Comune, una nuova convenzione che prenda atto delle azioni e dei costi comunque generati onde effettuare il pagamento delle prestazioni effettuate e regolarmente rendicontate, tramite il pagamento delle fatture da liquidare. Per la verità l’ Asiu segnala anche la necessità di gestire comunque in continuo lo smaltimento del percolato prodotto e obbligatoriamente prelevato per motivazioni di cautela ambientale e si ritiene impegnata a garantire questa necessità attendendo indicazioni comportamentali e dichiarandosi disponibile a tutte le soluzioni che il Comune vorrà adottare e proporre, ivi incluso variazioni statutarie necessarie per la prosecuzione o altresì soppressione del ruolo sinora assicurato. L’accenno a eventuali modifiche allo statuto è tanto singolare e quanto meritevole di chiarimento pubblico.
Ma andiamo alle conclusioni.
Naturalmente ci sarà sempre qualcuno che addebiterà tutte le colpe alle inefficienze burocratiche: in realtà siamo di fronte a responsabilità politiche. Evidentemente il poter dichiarare di aver ottenuto finanziamenti ha fatto aggio sulla valutazione della loro reale spendibilità. Altrettanto evidente è la manifesta incapacità di realizzare quanto si pretende e di utilizzare i finanziamenti che si vogliono disponibili. E questo riguarda il Comune di Piombino. Ma c’è una responsabilità politica anche da parte di chi (Ministero dell’ Ambiente e Regione Toscana) ha stanziato finanziamenti così ingenti senza verificarne la spendibilità e senza pretendere nel corso del tempo le necessarie rendicontazioni fatte come Dio comanda.