Poggio all’Agnello: dall’ incoerenza all’incoerenza
PIOMBINO 10 giugno 2016 — Quando l’urbanistica viene utilizzata per risolvere problemi finanziari si imbocca una strada che non si sa dove porta e non si sa nemmeno se è senza sfondo.
Se questo avviene singolarmente per una situazione specifica e ben determinata la cosa si complica ancor di più.
È ciò che sta succedendo a Poggio all’Agnello dove il 40% di una residenza turistico alberghiera, dunque un’ attività produttiva turistica, sta per essere trasformata in appartamenti civili. Esattamente 108 appartamenti civili destinati alla vendita.
Torneremo sulle motivazioni e su altri aspetti della variante per la quale il Comune di Piombino ha avviato il procedimento.
Ciò che vogliamo evidenziare intanto è il fatto che questa variante non è nemmeno inserita in una trama chiara e ben visibile dalla quale si capiscano le scelte fondamentali della pianificazione urbanistica che il Comune vuole portare avanti.
Si somma, invece, ad altre varianti, previsioni e piani che rilasciano un quadro pianificatorio che non vuole fare i conti con quelle coerenze e compatibilità che nel loro insieme danno alla pianificazione urbanistica la caratteristica di un disegno unitario e non di un collage in cui tutto si incolla accanto a tutto, casualmente.
La prima verifica doveva essere la compatibilità con il Piano strutturale d’area. Il risultato, invece, è che si sfugge o non ci si accorge del problema. Si ricorda che il Piano indica come priorità “…migliorare l’offerta e l’accoglienza turistico-alberghiera nel territorio assegnando regole di innalzamento qualitativo e quantitativo alle attività esistenti…” ma contemporaneamente si sostiene che destinare 108 residenze turistiche a residenze civili non è una variante al Piano strutturale che merita di essere discussa con tutti i Comuni che quel Piano hanno approvato, essendo una variante di carattere comunale. Insomma il Piano strutturale, oltreché il Regolamento urbanistico, va cambiato ma la sua modifica non è tanto importante perché «.…è limitata ad una modifica puntuale della disciplina del piano…di esclusivo interesse del Comune di Piombino, che non ha riflessi pertanto sui contenuti strategici e sugli indirizzi generali del piano, in coerenza con quanto stabilito all’art. 2 delle norme del piano medesimo…».
Articolo 2 o non articolo 2 modificare una struttura turistica ricettiva e farla diventare per il suo 40% residenza civile è invece un problema politico rilevante di livello sovracomunale. Difficile sostenere il contrario. Nell’un caso c’è un scelta politica di fondo che affida lo sviluppo turistico del territorio a strutture produttive, nell’altro a residenze o anche a residenze o per meglio dire seconde case. E dunque si tratta di un problema politico che mette in causa proprio le coerenze di cui abbiamo parlato prima.
Per non parlare del precedente, altro problema politico, che può costituire.
Ma del resto il problema delle contraddizioni che vengono depositate sul territorio emerge anche da quella che nel Documento di avvio del procedimento viene chiamata «…una sintetica descrizione dei piani attuativi di iniziativa pubblica/privata e delle progettualità in corso…».
Tornano previsioni come il polo del diportismo sotto il Poggio batteria, il polo della cantieristica della Chiusa, la variante relativa a portualità, distretto della nautica, riassetto delle aree industriali e delle infrastrutture connesse, la riconversione funzionale dell’ambito urbano di Città Futura che o sono superate o sono in contraddizione tra sé, così come abbiamo decritto nell’articolo “Un cocktail di rifiuti pericolosi, porti turistici e ….”, o sono armai del tutto inattuate o inattuabili.
Il fatto stesso che l’elenco si dia così come è, senza un minimo di valutazione che ad oggi può essere data e senza avvertire di ciò che si potrebbe muovere incoerentemente nell’area industriale (Stile libero ha affrontato il problema nell’ articolo Griffe d’alta moda e triturazione di semi oleosi), è la dimostrazione che il tema delle coerenze non è percepito e che si continua a sommare una cosa all’ altra così come viene proposta.
E spesso proposta dall’esterno.
Hanno sempre ragione loro. Se quanto fatto in tanti anni così spudoratamente fosse accaduto con un partito d’opposizione? DRAMMA: MANCANZA DI DEMOCRAZIA! La giustizia non vede e non sente mai.
C’è del marcio! E se si chiamassero le iene?
Le iene si cibano di carogne, buon appetito.
Si sta realizzando quello che era già stato deciso a suo tempo fra due che andavano a braccetto (tutti sanno chi sono). Il “pensiero unico” ne garantisce il successo.