Poggio all’Agnello: l’appetito vien mangiando

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PIOMBINO 26 mag­gio 2017 — Nel con­siglio comu­nale del 23 è anda­to in sce­na l’ultimo atto del­la vicen­da Pog­gio all’Agnello, dove nel gran finale l’amministrazione comu­nale viene incon­tro ai desideri dell’ Immo­bil­iare Milanese, recepen­do le osser­vazione pro­poste dal­la soci­età stes­sa. In prat­i­ca la mag­gio­ran­za a gui­da PD di Piom­bi­no acconsente alla richi­es­ta di incre­mentare, per cir­ca 3.000 metri cubi, le vol­ume­trie a servizio del­la strut­tura tur­is­ti­ca. Fac­ciamo un pic­co­lo pas­so indi­etro. La stes­sa soci­età chiese di pot­er trasfor­mare buona parte del­la strut­tura tur­is­ti­ca in res­i­den­ziale (leg­gasi sec­onde case). Per la pre­ci­sione fino al 40%, ben 108 unità immo­bil­iari. Ques­ta richi­es­ta, del tut­to nat­u­rale per una immo­bil­iare, era però incom­pat­i­bile con la pro­gram­mazione urban­is­ti­ca per l’area ed in con­trasto con l’idea di tur­is­mo teori­ca­mente osten­ta­ta dal­la mag­gio­ran­za al potere. Ser­vivano delle moti­vazioni for­ti e, pos­si­bil­mente, qualche ricat­to occu­pazionale. Venne quin­di dichiara­to for­mal­mente che il bilan­cio del­la strut­tura tur­is­ti­ca era in pas­si­vo. Nel­la realtà il risul­ta­to del­la ges­tione carat­ter­is­ti­ca è in otti­ma salute, con fat­turati con­sid­erevoli. Il pas­si­vo è gen­er­a­to dal peso degli oneri finanziari di un’­opera real­iz­za­ta per min­i­ma parte con cap­i­tali pro­pri e per oltre l’80% tramite ricor­so al finanzi­a­men­to ban­car­io. Venne evo­ca­to il ris­chio per la tenu­ta occu­pazionale dei 62 dipen­den­ti. In prat­i­ca ci dice­vano che riducen­do del 40% una strut­tura si garan­ti­va il pos­to di lavoro, invece che crearne le con­dizioni per il con­sol­i­da­men­to del­la parte pro­dut­ti­va dell’azienda. A mar­gine veni­va dichiara­ta la disponi­bil­ità del­la soci­età a rin­un­cia­re ai ben­efi­ci di una even­tuale sen­ten­za favorev­ole su una con­tro­ver­sia legale col Comune che pen­de­va da vari anni e che, se vin­ta, avrebbe mes­so in ginoc­chio il Comune stes­so. Nel­la realtà tut­ti i pareri con­vergevano nel dire che il ris­chio di una scon­fit­ta del Comune era pura­mente ipoteti­co. Infat­ti arrivò pun­tuale la sen­ten­za favorev­ole al Comune, dopo anni di atte­sa, pro­prio nel­la stes­sa set­ti­mana in cui fu delib­er­a­ta la sin­go­lare vari­ante a favore del­la soci­età immo­bil­iare milanese. Quin­di, rias­sumen­do, si avran­no 108 case, a deprimere il già prob­lem­ati­co mer­ca­to delle case del ter­ri­to­rio, dove non dove­vano esser­ci. La strut­tura tur­is­ti­ca ver­rà ridot­ta del 40% rischi­an­do di non aver più bisog­no del­l’in­tera forza lavoro prece­den­te­mente occu­pa­ta e con­tes­tual­mente nes­suno potrà vin­co­lare l’azien­da ad uti­liz­zare i proven­ti del­la ven­di­ta degli appar­ta­men­ti per abbat­tere l’e­s­po­sizione finanziaria. Non solo, ora si con­cede perfi­no di aumentare i volu­mi dei servizi esisten­ti, pre­sum­i­bil­mente con nuovi deb­iti. Ma allo­ra delle due l’u­na: la situ­azione del­la soci­età era fal­li­menta­re e inca­pace di sostenere costi oppure tut­ta la sto­ria è sta­ta mon­ta­ta ad arte per real­iz­zare, con la com­pia­cen­za o ingen­ua sub­al­ter­nità, una spec­u­lazione edilizia.

MoVi­men­to 5 Stelle Piom­bi­no

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