Poggio all’Agnello: variante urbanistica a prescindere
PIOMBINO 22 maggio 2017 — A breve il Consiglio comunale di Piombino si appresterà ad approvare le controdeduzioni alle osservazioni sulla variante di Poggio all’Agnello. È opportuno chiedersi se i consiglieri che voteranno a favore sanno bene di che cosa si tratta dato che non vorremmo che si apprestassero a dare il loro consenso senza averne capito il senso e la filosofia.
Di fatto, dopo aver letto le controdeduzioni alle osservazioni, si evince che si tratta di una evidente concessione “sine qua non”, a parte il “contributo straordinario” peraltro non ancora normativamente definito dall’amministrazione comunale, che viene erogata ad una ed una sola attività del Comune. Quindi un provvedimento urbanistico su misura, nonostante si tratti non di questioni solamente di ordine specifico, dato che entrano in gioco elementi fondamentali che hanno a che fare con la valenza generale che dovrebbero avere le norme urbanistiche e perfino la tutela della libera concorrenza.
Per capire meglio, si concede ad una residenza turistico alberghiera (R.T.A), nata per fare turismo, la possibilità di poter vendere il 40% degli immobili come civili abitazioni, vista la crisi e la difficoltà di stare sul mercato come attività ricettiva. In fase di osservazioni si accettano poi tutte le richieste della medesima che chiede un incremento di 3.400 metri cubi da destinare ai servizi (palestra, bar ristorante etc.). Una cosa oggettivamente alquanto anomala: da un lato si riduce la ricettività del 40%, dall’altra si aumentano i volumi per i servizi. Di fatto un controsenso. Nel frattempo le altre osservazioni di soggetti terzi, peraltro oggettivamente concrete e sostenibili sotto il profilo normativo, sono state tutte respinte, con controdeduzioni non del tutto chiarissime. Vedasi in particolare il riferimento superficiale ai “condhotel” (discutibile espediente che non facilita ma colpisce negativamente il turismo, creando seconde case ad uso e consumo), su cui manca ancora il decreto attuativo del governo. La stessa Regione al momento ha inserito il condhotel tra le strutture ricettive previste nel “testo unico sul sistema turistico regionale” ma non lo ha adeguatamente regolamentato.
Ha fatto bene la società proprietaria del complesso di Poggio All’Agnello a fare le sue richieste, ci mancherebbe, in fin dei conti svolge la sua legittima funzione imprenditoriale. Casomai non si comprende quale sia lo spessore dell’amministrazione comunale sotto il profilo delle politiche urbanistiche, visto che accetta tutto quasi a scatola chiusa, fino al punto di dare l’impressione, ovviamente non reale, di adottare direttamente le varianti dei richiedenti, facendole proprie. Si è già visto del resto sulla variante Aferpi. Sulla variante di Poggio All’Agnello, l’esempio delle controdeduzioni alle osservazioni è evidente. Nel frattempo ci sono attività turistiche e non solo, che stanno subendo anche loro pesantemente la crisi. Nonostante ciò, queste dovranno scontrarsi con una sorta di concorrenza prevaricante, grazie ad applicazioni “singole” delle norme urbanistiche per una specifica azienda concorrente.
Segreteria Provinciale UDC Livorno