Poggio all’Agnello: vicenda politica abominevole

· Inserito in Spazio aperto
Luigi Coppola

PIOMBINO 9 giug­no 2016 — Ho let­to la doc­u­men­tazione sul­la vari­ante al piano strut­turale d’area per il “com­p­lesso ricetti­vo” di Pog­gio all’Ag­nel­lo. La situ­azione è molto grave sot­to il pro­fi­lo politi­co e crit­i­ca sot­to quel­lo giuridi­co. Ci sono alcune ques­tioni ril­e­van­ti impugnabili. I prece­den­ti in ambiti sim­ili sono chiari ed ine­ludi­bili. Nonos­tante la buon­afede o som­maria conoscen­za di chi ha vota­to la vari­ante, a mio avvi­so non è sta­to tenu­to con­to delle riper­cus­sioni anche di carat­tere per­son­ale. Ci sareb­bero state altre soluzioni per­cor­ri­bili, invece è sta­ta scelta la peg­giore. Le sen­ten­ze non emesse da un qual­si­asi tri­bunale, com­pre­so quel­lo ammin­is­tra­ti­vo  cui ha fat­to ricor­so la soci­età pro­pri­etaria di Pog­gio All’ag­nel­lo, non sono non sen­ten­ze, per­tan­to l’impianto del­la vari­ante verte su ipote­si e non su con­sid­er­azioni certe. Inoltre, le ques­tioni interne ad un’azien­da sia di tipo com­mer­ciale che di bilan­cio non pos­sono essere spun­ti di rif­les­sione ammin­is­tra­ti­va. Com­pren­di­amo che la Val di Cor­nia  viva da trop­pi anni di assis­ten­zial­is­mo diret­to e coat­to, in tal sen­so servirebbe un argine cul­tur­ale, sociale, ed eco­nom­i­co, ma la vicen­da in ques­tione, se pur dal pun­to di vista impren­di­to­ri­ale è com­pren­si­bile, sot­to il pro­fi­lo politi­co è abominev­ole. L’aus­pi­cio, a tutela del­la cred­i­bil­ità delle isti­tuzioni in un momen­to dif­fi­cile per il nos­tro ter­ri­to­rio, è che non vi siano ulte­ri­ori svilup­pi in sedi giudiziali o di altro genere, che pesereb­bero inutil­mente sul­la comu­nità.

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