Politiche per il lavoro passive e disperse sul territorio
PIOMBINO 19 ottobre 2017 — Il 18 ottobre si è svolta a Roma davanti al Ministero del Lavoro una manifestazione che aveva come centro la condizione dei lavoratori dell’indotto Aferpi di Piombino. Fim, Fiom e Uilm sono state ricevute dal dottor Busacca della direzione tecnica del Ministero del Lavoro e dal dottor Menziani della direzione INPS nazionale. Sui risultati dell’incontro pubblichiamo due comunicati stampa, uno della Giunta regionale toscana ed uno delle organizzazioni sindacali. Francamente colpisce l’entusiasmo espresso dalla Regione Toscana, giustificato dal fatto di aver recuperato un finanziamento già ottenuto e non utilizzato per la cassa integrazione in deroga ma certamente assai poco comprensibile per la sua utilizzazione ripartita a pioggia su una serie di politiche passive del lavoro e su tutto il territorio regionale. Soltanto un intervento ha le caratteristiche delle politiche attive (8 milioni riservati all’assegno per l’assistenza alla ricollocazione) ma sappiamo che è stato fino ad oggi ampiamente inutilizzato ed altrettanto ampiamente inutile. E il motivo deriva proprio dal non aver fatto una scelta chiara tra politiche attive e politiche passive che insieme e contestualmente non possono convivere. E tutto questo mentre i servizi per l’impiego, che delle politiche attive dovrebbero essere la struttura portante, vivono una vita stentata.
Regione Toscana
“È stato premiato l’impegno della Toscana per assicurare il più velocemente possibile lo sblocco delle risorse a suo tempo assegnate dal Ministero e indispensabili per finanziare misure adeguate al rilancio dell’occupazione in Toscana e, in particolare, nelle aree di crisi. Siamo pronti, non appena arriveranno, a tradurre i fondi in azioni specifiche per rendere sempre più concreto il piano integrato varato dalla giunta contro povertà, esclusione sociale, disuguaglianze e favorire il reinserimento dei lavoratori e delle lavoratrici che in questi anni di crisi hanno perso il posto di lavoro”.
È il commento del presidente della Regione Enrico Rossi dopo l’incontro di oggi a Roma fra i lavoratori e le organizzazioni sindacali dell’Aferpi di Piombino che si sono mobilitati, con un sit in davanti al ministero, per sollecitare lo sblocco dei 30 milioni assegnati alla nostra regione in virtù delle economie relative alla cassa integrazione in deroga. Ricevuti dal responsabile della segreteria tecnica del ministro Bruno Busacca, i lavoratori Aferpi sono stati informati che la prossima settimana verrà firmata la convenzione con l’Inps che renderà disponibili le risorse.
Lo sblocco era stato sollecitato più volte dalla Toscana e dallo stesso presidente con una lettera al ministro del lavoro Giuliano Poletti.
Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco. “I nostri uffici sono già al lavoro — ricorda l’assessore — per rendere operative le misure del piano — ricorda — subito dopo la firma della convenzione con Inps. Le risorse disponibili sono riservate per il 70% agli interventi attivati per i lavoratori residenti nei Comuni toscani delle aree di crisi industriale complessa, non complessa e regionale, e per il 30% agli interventi attivati per i lavoratori residenti o domiciliati nelle altre aree regionali. Di questi 8 milioni sono riservati all’assegno per l’assistenza alla ricollocazione e 14,5 milioni all’indennità di partecipazione, mentre altri 7 milioni saranno destinati agli incentivi all’assunzione”.
Fim Fiom Uilm Piombino Livorno
A seguito della manifestazione di stamani sotto il Ministero del Lavoro insieme ai lavoratori dell’indotto Aferpi di Piombino, Fim Fiom e Uilm sono state ricevute dal dottor Busacca della direzione tecnica Ministero del Lavoro e dal dottor Menziani della direzione INPS nazionale.
Il sindacato chiedeva il rispetto degli impegni presi nella precedente riunione di giugno, ovvero lo sblocco dei 30 milioni residui della cassa integrazione in deroga, già certificati dalla Regione Toscana e ancora in attesa della firma per le convenzioni necessarie alla loro fruizione.
Stamani ci viene riferito che, entro la prossima settimana, tutta la documentazione, corredata delle firme autorizzative, sarà presentata al presidente INPS per la firma finale della determina.
Quindi il nodo più importante, che stava andando avanti da mesi, dovrebbe essere sciolto e nel frattempo Fim Fiom Uilm hanno già preso contatti con la Regione Toscana, che incontreranno la prossima settimana, per esaminare insieme il percorso da fare e i tecnicismi per richiedere questa prestazione, in modo da dare ai lavoratori interessati un’informativa chiara e completa.
In merito alla mobilità in deroga per il 2017 (risorse extra rispetto ai 30 milioni), prevista per le aree di crisi complessa, il sindacato ha fatto presente alla direzione che la clausola perentoria di accesso, “senza soluzione di continuità” con la vecchia mobilità, è fortemente penalizzante per i lavoratori. Soprattutto per quelli che hanno fatto qualche giornata di lavoro e che per questo si vedono rifiutare la mobilità in deroga a causa dell’interruzione. Il dottor Menziani risponde a Fim Fiom Uilm che è in corso una discussione per approvare una moratoria, ma solo per coloro che hanno lavorato prima che questa normativa fosse in vigore (e che quindi non potevano saperlo) fino a maggio 2017. Da ora in poi si conferma che per aver accesso alla mobilità in deroga non ci deve essere in nessun modo interruzione della precedente.
Purtroppo ci sono decine di famiglie che hanno subito i ritardi di una macchina della burocrazia che in Italia non perdona, neanche di fronte alle crisi emergenziali. Fim Fiom Uilm sono consapevoli che questa non è una soluzione definitiva per coloro che hanno perso il lavoro, ma ritengono comunque il risultato di oggi un elemento importante, così come sono state importanti tutte le lotte e le proteste portate avanti dal sindacato e dai lavoratori senza le quali oggi non avremmo niente di tutto questo.