Porto da volano di sviluppo a cattedrale nel deserto
PIOMBINO 19 febbraio 2019 — Abbiamo un porto dalle enormi potenzialità, sul quale sono stati spese svariate centinaia di milioni da parte della Regione Toscana ed ancora non riusciamo ad avere i risultati in termini di nuove imprese e relativi nuovi posti di lavoro che ci attendevamo. Ci sono imprese che vi lavorano, come la Compagnia Portuali, le agenzie marittime o i piloti solo per fare alcuni esempi, che hanno bisogno di traffici per crescere. Dopo la firma dei protocolli di intesa del 30 novembre tra Regione, Comune, Autorità Portuale e le aziende Piombino Industrie Marittime (PIM) e General Electric (BHGE), con i quali si individuavano anche gli strumenti per mettere in piedi tutte le azioni necessarie per far partire gli investimenti indicando tempi e ruoli certi tra i vari soggetti protagonisti, tutto appare nuovamente fermo. Si legge dai media locali che PIM partirà, non a febbraio ma probabilmente a giugno, ma non si capisce di chi siano le responsabilità di tale ritardo che si somma a quello di oltre due anni dopo che fu deliberata l’anticipata occupazione da parte dell’Autorità Portuale. Su BHGE invece non si hanno notizie. Infine ricordo che quando ero assessore anche altre imprese di vari settori avevano manifestato la loro volontà di insediarsi sul territorio utilizzando il porto ed i suoi servizi ma ad oggi, almeno da quello che si può leggere, non abbiamo notizie al riguardo. I tavoli tecnici e politici individuati dai protocolli di intesa per monitorare la situazione ed affrontare rapidamente le problematiche che possono emergere sono stati dunque attivati? Ad esempio, sul tema dei sottoservizi (energia, acqua, telefonia, ecc.) si è finalmente chiarito chi debba far cosa ed entro quando e le esigenze tecniche delle imprese sono state prese in considerazione dai tavoli e si è impostato un piano per affrontarle, oppure siamo ancora a tre mesi fa? Per questo abbiamo presentato, con il capogruppo di Spirito Libero Daniele Massarri, un ordine del giorno per la prossima riunione del Consiglio Comunale per far chiarezza e spingere una amministrazione comunale che, almeno dall’esterno, ma ci auguriamo di essere smentiti, appare ferma ed in attesa su questi temi, quando invece occorrerebbe una pressione continua affinché tutti i soggetti coinvolti facessero la loro parte. Il Comune di Piombino quindi chieda una convocazione urgente dei suddetti tavoli per imprimere una accelerazione indispensabile per un porto che da volano di sviluppo rischia di essere una cattedrale nel deserto. La diversificazione economica non può essere uno slogan buono solo in campagna elettorale, occorre perseguirla in ogni momento con tutti gli strumenti possibili se vogliamo dare sviluppo a questa città.
*Stefano Ferrini è Segretario di Spirito Libero per Piombino