Porto: volere tutto col rischio di non avere niente

Daniele Scafaro*

PIOMBINO 13 mar­zo 2014 — Adesso pun­ti­amo anche alle Crociere. Riflet­ten­do con ogget­tiv­ità è evi­dente che si cor­ra il ris­chio che l’investimento di oltre cen­to mil­ioni di euro per il por­to di Piom­bi­no si riv­eli l’ennesimo spre­co di denaro all’italiana, con gravi riper­cus­sioni su tut­to il ter­ri­to­rio del­la Val di Cor­nia; dalle cave di Campiglia, dalle quali sarà reperi­ta una con­sis­tente, se non totale, quan­tità di mate­ri­ali nec­es­sari all’ampliamento, a tut­to il litorale del­la cos­ta est, che sarà non poco inter­es­sato dagli effet­ti che l’ampliamento del por­to com­porterà. Pen­sare a un tale inves­ti­men­to immag­i­nan­do di vol­er coni­u­gare la costruzione del polo di rifer­i­men­to, nel Mediter­ra­neo, di rot­ta­mazioni navi, da con­sid­er­are con­giun­ta­mente all’area siderur­gi­ca, e l’accoglienza delle gran­di navi da crociera rischia di far valere l’atavico prover­bio del “Chi trop­po vuole, nul­la stringe”. Nell’ottica del­la real­iz­zazione del nuo­vo sito europeo spe­cial­iz­za­to nel­la rot­ta­mazione di gran­di navi potreb­bero essere soll­e­vate almeno due obiezioni ragionevol­mente fon­date e ricav­abili entrambe dal Libro verde del­la Com­mis­sione Euro­pea “Per una migliore demolizione delle navi”.
Pri­mo. Dal pun­to di vista del­la com­pet­i­tiv­ità in tale mer­ca­to c’è da osser­vare che “La mag­gior parte dei cantieri di demolizione è sit­u­a­ta nel­l’A­sia merid­ionale (in par­ti­co­lare in India e in Bangladesh). Le dif­feren­ze in ter­mi­ni di cos­to del­la man­od­opera o di costi con­nes­si alla tutela dell’ambiente e del­la salute e di guadag­ni dal rici­clag­gio e dal­la ven­di­ta di mate­ri­ali usati spie­gano per­ché gli oper­a­tori del­l’A­sia merid­ionale pos­sono offrire prezzi molto più van­tag­giosi ai pro­pri­etari delle navi rispet­to ai poten­ziali con­cor­ren­ti di altri pae­si, soprat­tut­to di quel­li sit­uati nel­l’U­nione euro­pea (UE)”
Sec­on­do. Con­sideran­do la pos­si­bil­ità di garan­tire un’opportunità di occu­pazione per gli abi­tan­ti del ter­ri­to­rio è sicu­ra­mente ril­e­vante quan­to anco­ra dichiara­to dal­la Com­mis­sione e cioè che “Sono diver­si i motivi per cui è dif­fi­cile ren­dere il rici­clag­gio delle navi eco­nomi­ca­mente red­di­tizio e al tem­po stes­so com­pat­i­bile con le norme ambi­en­tali: la vari­abil­ità del mer­ca­to mer­ci (che uti­liz­za prin­ci­pal­mente petroliere e por­ta rin­fuse); la diver­sità dei mate­ri­ali con­tenu­ti nelle navi e il fat­to che alcu­ni di essi sono dif­fi­cil­mente riu­ti­liz­z­abili (mate­ri­ali com­posti) o non si uti­liz­zano più oppure sono vietati (come ad esem­pio l’amianto); il trat­ta­men­to a volte cos­toso di rici­clag­gio di cer­ti mate­ri­ali; l’assen­za in Europa di un mer­ca­to del rici­clag­gio del­l’ac­ciaio per la costruzione e di un mer­ca­to del­l’usato del­l’at­trez­zatu­ra delle navi.”
Entrambe le con­sid­er­azioni por­tano con sé una moti­vazione di fon­do pret­ta­mente eco­nom­i­ca ed è nec­es­sario avere il cor­ag­gio di ammet­tere che, nei pan­ni di un arma­tore che si trovasse nel­la neces­sità di dover demolire una nave, prob­a­bil­mente Piom­bi­no sarebbe, nel­la lista delle pos­si­bil­ità, l’ultima opzione che pren­derem­mo in con­sid­er­azione.
Altresì val­u­tan­do la pos­si­bil­ità di accogliere le gran­di navi da crociera non si può sor­volare sul fat­to che, nel baci­no del Mar Tir­reno, gli scali di rifer­i­men­to siano Livorno e Civ­i­tavec­chia, entram­bi favoriti dal­la loro posizione geografi­ca. Livorno per il tur­is­mo ver­so Pisa e Firen­ze e Civ­i­tavec­chia per quel­lo ver­so Roma. Inoltre, pen­sare di fare attrac­care le navi da crociera al fian­co del nuo­vo sito europeo per la rot­ta­mazione delle gran­di navi, luo­go che, per quan­to pos­sa forse garan­tire occu­pazione, non sarebbe una bel­lis­si­ma car­toli­na di ben­venu­to per un tur­ista, e di fronte al polo siderur­gi­co che ver­sa in uno sta­to di evi­dente fatis­cen­za 
E’ nec­es­sario che Piom­bi­no e la Val di Cor­nia tut­ta deci­dano quale sia la stra­da da per­cor­rere in futuro, facen­do scelte cor­ag­giose e coer­en­ti e trac­cian­do bene il sol­co sul quale il ter­ri­to­rio dovrà essere ind­i­riz­za­to nei prossi­mi decen­ni. Deter­mi­nazione e impeg­no dis­tribuiti a sprazzi su vari prog­et­ti mes­si in cantiere por­tano con sé il ris­chio di ritrovar­ci ad aver ten­ta­to tut­to, non aver ottenu­to nul­la… e sen­za più un quat­tri­no in tas­ca.

Daniele Sca­faro, espo­nente del Comune dei Cit­ta­di­ni

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