Presidente ricordi: non è solo questione di odori
PIOMBINO 10 novembre 2019 — A seguito della pronuncia positiva del NURV sulla compatibilità ambientale relativamente al progetto da realizzarsi presso il polo industriale di Ischia di Crociano, desideriamo porre di nuovo l’attenzione di tutti su quanto viene scritto negli Aspetti Programmatici del parere:
- la nuova discarica LI53 deve rispettare la distanza di 500 metri dal perimetro del centro abitato più prossimo alla discarica stessa;
- i volumi della nuova discarica e quelli previsti per il sormonto della ex Lucchini aperta potranno essere autorizzati in AIA in conformità agli atti in essere con l’Agenzia del Demanio e quindi con il solo conferimento dei rifiuti derivanti dallo smaltimento dei cumuli da attività siderurgiche.
Quindi apprendiamo che la discarica raddoppia , basta allontanarsi dal centro abitato e che vi finiranno i rifiuti da attività siderurgica. Ma di quale attività siderurgica si parla, visto che non vi è nessuna attività siderurgica e che gli eventuali futuri forni elettrici produrranno piccole quantità di rifiuti? A cosa servono allora tutti quei volumi concessi? Ci viene spiegato dallo stesso NURV: “Nel caso di modifica alla concessione con determinazione di uso diversa da quella attuale, dovrà essere presentata richiesta di modifica ai sensi dell’art. 56 della L.R. 10/2010 per la valutazione del caso”.
Quindi si prevede un uso diverso della discarica e si indica anche la strada da percorrere per ottenerlo. Ma se andiamo a guardare gli atti della concessione demaniale del 01/12/2016, troviamo ben specificato che il terreno dovrà essere destinato allo smaltimento dei cumuli ma anche a rifiuti speciali di ogni tipo e provenienza. Quindi è ipotizzabile che essendoci già il permesso demaniale, con la sopracitata richiesta di modifica, verrà a cadere anche “il principio di prossimità” per il conferimento dei rifiuti.
Riguardo poi agli aspetti ambientali e alla loro salvaguardia, si danno una serie di prescrizioni (sempre le solite, lette e rilette anche nel passato) soggette a controllo da parte di ARPAT e che riguardano:
- le acque sotterranee dove è stata già mostrata contaminazione da percolato sulla base del contenuto di trizio ‚mentre manca ancora la determinazione di molti altri dati;
- i rumori;
- l’impatto odorigeno.
Non basta, si danno delle raccomandazioni tra cui quella di adottare tutte le azioni di mitigazione atte a contenere l’impatto visivo dei nuovi cumuli. Ci permettiamo di dubitare che tali prescrizioni e soprattutto le raccomandazioni siano efficaci deterrenti per chi è stato già diffidato in passato e che ha dato vita a un monte di rifiuti ben visibile anche a distanza.
Ma nel verbale spicca per noi un particolare, laddove da parte del Settore Bonifiche e Autorizzazione rifiuti si legge: “…si ribadisce quanto osservato nel precedente parere riportato nel verbale del 27/05/2019 rispetto alla provenienza dei rifiuti. Le nuove volumetrie dovranno essere PRIORITARIAMENTE dedicate allo smaltimento dei rifiuti non pericolosi di bonifica del SIN e delle attività siderurgiche…” ma si aggiunge anche “il gestore dovrà garantire PRIORITARIAMENTE (di nuovo) lo smaltimento:
- dei rifiuti di derivazione urbana prodotti in Regione Toscana provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani anche raccolti in maniera differenziata;
- dei rifiuti speciali provenienti dalle attività produttive del territorio regionale .
Ecco quindi che la cortina fumogena della bonifica e dei rifiuti siderurgici si attenua e tutto diviene più chiaro, tanto più che la Regione qualche mese fa precisò che la discarica non è abilitata a ricevere scorie di acciaierie (Codici CER) e per concludere non c’è nessun impegno nell’accordo di programma da parte di RIMateria di ricevere i cumuli presenti.
A questo punto chiediamo se il presidente Pellati ha qualcosa da dichiarare.
Chiediamo quando verranno fatti i carotaggi.
Chiediamo inoltre se a fideiussione è stata rinnovata.
Leggiamo che la Giunta Regionale non ha approvato la delibera per l’ampliamento della discarica, focalizzando l’attenzione sui cattivi odori…questi famosi cattivi odori che, sottovalutati nel programma sottaciuto di fare Piombino polo nazionale dei rifiuti, non possono essere bypassati con tutta la buona volontà del NURV nei confronti di RIMateria. Quei cattivi odori a cui qualcuno ancora oggi cerca di ridurre tutto il problema, come se si trattasse solo di un problema di sensibilità olfattiva. Purtroppo non solo di questo si tratta e ci stupiamo come all’attenzione del NURV sia sfuggito la ricaduta economica sui posti di lavoro di altre attività a ridosso della discarica incompatibili con la presenza della discarica stessa e se tra le prescrizioni non fosse il caso di aggiungere quale sarà prioritariamente il numero accettabile di coloro che avranno danni alla salute a seguito di tali decisioni.
Tratto da Il Tirreno del 1 Novembre 2019, l’annuncio del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: “L’ampliamento valutato sarà riservato ai soli rifiuti siderurgici prodotti in loco, compresi i cumuli di rifiuti siderurgici presenti nell’area circostante…Ancora una volta nel passaggio in Giunta sarà nostra premura assicurare che le eventuali autorizzazioni saranno concesse solo a condizione che la discarica sia a servizio dei soli rifiuti siderurgici che lì vengono prodotti…»
Ora ci aspettiamo che il Presidente Rossi mantenga le promesse fatte ai cittadini della Val di Cornia. Ne va della credibilità sua e di tutta la Giunta.
Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia
(Foto di Pino Bertelli)