in attesa di una riunione si ragioni sulle nuove proposte da fare

Produce acciaio, migliora l’ambiente, costa meno

Leonardo Mezzacapo

PIOMBINO 13 aprile 2017 — Come era preved­i­bile l’idea di trasfor­mare l’esistente acciaieria con l’inserimento di un forno elet­tri­co ha sus­ci­ta­to opin­ioni diverse che van­no dal rifi­u­to a pre­scindere, al rifi­u­to moti­va­to dal tim­o­re di prob­le­mi ambi­en­tali già conosciu­ti con i con­ver­ti­tori, al deside­rio di appro­fondi­men­ti e all’accettazione ragion­a­ta o entu­si­as­ti­ca.
Tutte opin­ioni asso­lu­ta­mente legit­time che por­tano a fare una sin­te­si del­la pro­pos­ta già elab­o­ra­ta e pub­bli­ca­ta con l’aggiunta di nuovi ele­men­ti di val­u­tazione.
Sug­li aspet­ti dei para­metri ambi­en­tali come rumore, polverosità e inquina­men­to aereo, non c’è che da rib­adire che la trasfor­mazione dell’acciaieria, da con­ver­ti­tori a forno elet­tri­co, rap­p­re­sen­ta non solo un deciso miglio­ra­men­to ma addirit­tura la rinasci­ta di Piom­bi­no da un pun­to di vista ambi­en­tale per i motivi già ampia­mente spie­gati.
Non solo. Come si evince da un con­fron­to tra le car­tine vis­i­bili sot­to, Vista A area occu­pa­ta dagli impianti a pro­duzione nel­la prece­dente acciaieria e Vista B area occu­pa­ta da una acciaieria con forno elet­tri­co (EAF), si han­no nel sec­on­do caso 6 ettari di minore area occu­pa­ta dagli impianti a pro­duzione e, ciò che è par­ti­co­lar­mente sig­ni­fica­ti­vo, questi sei ettari che si lib­er­a­no sono a ridos­so di viale del­la Resisten­za e delle abitazioni e pos­sono diventare area a verde di sep­a­razione.

Vista A: Area occu­pa­ta dagli impianti a pro­duzione del­la vec­chia acciaieria

Vista B: Area occu­pa­ta dagli impianti a pro­duzione dell’ipotetica acciaieria elet­tri­ca

A mag­gior chiari­men­to si veda sot­to la Vista C dove sono indi­cati gli impianti non più uti­liz­za­ti che potran­no essere demoli­ti:

Vista C dove sono indi­cati gli impianti non più uti­liz­za­ti

Inoltre il grup­po degli impianti a pro­duzione, rap­p­re­sen­ta­to da EAF, CC3, CC2 e Treno Rotaie è ubi­ca­to nel pun­to più vici­no ad oltre 400 metri di dis­tan­za dalle abitazioni.
Gli impianti più rumor­osi saran­no gli LF (met­al­lur­gia in siviera), pur tut­tavia dei tre esisten­ti nel­la vec­chia acciaieria ne rimar­ran­no in fun­zione solo due e quel­lo da demolire è il più vici­no alle abitazioni.

Nel mer­i­to dei costi di quan­to pro­pos­to (165 mil­ioni di euro di cui 118,50 per l’in­stal­lazione del­l’ac­ciaieria elet­tri­ca e 46,50 per la trasfor­mazione del­la vec­chia acciaieria) dal­la let­tura del pre­ven­ti­vo si può ver­i­fi­care la enorme dif­feren­za rispet­to a quel­li cir­co­lati per il “piano Afer­pi”. Il pre­ven­ti­vo com­prende oltre all’installazione del forno elet­tri­co anche le attiv­ità pre­sum­i­bil­mente nec­es­sarie a rimet­tere in mar­cia l’acciaieria. Il bud­get pre­vis­to è cautel­a­ti­vo e sicu­ra­mente ecces­si­vo. È pre­vis­to anche un ulte­ri­ore depos­i­to cop­er­to per il rot­tame in area “Padule”poiché quel­lo all’interno dell’acciaieria adi­a­cente al forno elet­tri­co non può garan­tire più di una set­ti­mana di autono­mia, trop­po poco per la nec­es­saria con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va in ogni peri­o­do dell’anno.

Si può dunque con­clud­ere che

  • un’acciaieria che come esten­sione degli impianti in pro­duzione pas­sa da 14 ettari a 8 ettari garan­tisce 6 ettari da resti­tuire alla cit­tà o più sem­plice­mente da trasfor­mare in area a verde di sep­a­razione tra abitazioni e impianti in pro­duzione;
  • gli impianti in pro­duzione si allon­tanano dalle abitazioni di oltre 300 metri rispet­to ai prece­den­ti (Con­ver­ti­tori e CC4);
  • un’acciaieria in gra­do di pro­durre fino ad 1.100.000 ton­nel­late di acciaio all’an­no ha bassis­si­mo impat­to ambi­en­tale;
  • un inves­ti­men­to di cir­ca 165 mil­ioni di euro (val­u­tazione cautel­a­ti­va), quin­di cir­ca un ter­zo di quan­to pre­vis­to per il mega-prog­et­to Afer­pi, aumen­ta con­sid­erevol­mente le pos­si­bil­ità di reper­i­men­to del finanzi­a­men­to anche attra­ver­so nuovi sogget­ti;
  •  i tem­pi di real­iz­zazione van­no cer­ta­mente da 20 a 24 mesi.

Res­ta aper­ta poi la pos­si­bil­ità, sec­on­do le future con­dizioni di mer­ca­to, sia di ammod­ernare grad­ual­mente il treno rotaie esistente sia di real­iz­zarne uno nuo­vo così come pre­vis­to da Afer­pi.

*Leonar­do Mez­za­capo è l’ex respon­s­abile dell’ uffi­cio tec­ni­co Luc­chi­ni

(Foto di Pino Bertel­li)

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