La nebbia resta fitta dopo l'incontro di Roma

Progetti Cevital, una colata di incertezze

PIOMBINO 20 mar­zo 2015 — No, non devono piacere molto al vice min­istro Clau­dio De Vin­cen­ti i piani indus­tri­ali a parole, quel­li che invece piac­ciono tan­to al sin­da­co di Piom­bi­no Mas­si­mo Giu­liani, agli espo­nen­ti sin­da­cali, alla sot­toseg­re­taria Sil­via Velo e quan­t’al­tri. Nel comu­ni­ca­to stam­pa emana­to dal Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co il vice min­istro ha tenu­to a infor­mare esplici­ta­mente di aver «sol­lecita­to Cevi­tal a pre­sentare in tem­pi stret­ti arti­co­lazione e tem­p­is­ti­ca del Piano Indus­tri­ale accom­pa­g­na­to da un Piano Finanziario in gra­do di sosten­er­lo» dopo aver pre­mes­so che «Com­in­cia a delin­ear­si il futuro delle ex Acciaierie Luc­chi­ni di Piom­bi­no così come lo ha defini­to la nuo­va pro­pri­età, la Cevi­tal».
Dunque nes­sun piano indus­tri­ale esiste­va e nes­sun piano indus­tri­ale esiste fino ad oggi, nonos­tante le ras­si­cu­razioni date il 9 dicem­bre dal pres­i­dente di Cevi­tal con queste parole: «L’intenzione è quel­la di sman­tel­lare entro 6 mesi dal­la fir­ma del con­trat­to l’acciaieria e l’altoforno per poi con­clud­ere la bonifi­ca e real­iz­zare la piattafor­ma logis­ti­ca con la real­iz­zazione di 150mila metri qua­drati di capan­noni. Con­cen­tr­ere­mo tut­ta l’attività siderur­gi­ca dove attual­mente ci sono due lam­i­na­toi. Il pri­mo forno elet­tri­co da 1 mil­ione di ton­nel­late sarà real­iz­za­to entro 18 mesi, il 2° forno, per un altro mil­ione di ton­nel­late, in 24 mesi».
Ma un altro pas­so del­lo stes­so comu­ni­ca­to stam­pa è molto illu­mi­nante, quel­lo in cui si dà notizia che «da subito, intan­to, lavor­eran­no due grup­pi tec­ni­ci Azien­da-Gov­er­no-Isti­tuzioni des­ti­nati all’analisi delle prob­lem­atiche con­nesse, rispet­ti­va­mente, all’ambiente e alle infra­strut­ture (con par­ti­co­lare rifer­i­men­to al por­to)». Il che sig­nifi­ca che nes­sun pas­so in avan­ti è sta­to fat­to per capire le neces­sità e le com­pat­i­bil­ità ambi­en­tali e infra­strut­turali dei nuovi inter­ven­ti indus­tri­ali così ripetu­ta­mente sbandierati e dati per cer­ti. Ma del resto trat­tan­dosi di un piano indus­tri­ale a parole, cioè inesistente, non pote­va essere cer­to fat­to.
Che si pos­sa fare in pochi giorni è assai poco prob­a­bile dato il fat­to che tra i prob­le­mi da sciogliere c’è quel­lo rel­a­ti­vo alla Autor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale (per leg­gere clic­ca) data quan­do alto­forno, acciaieria e cok­e­ria era­no in fun­zione, con una serie di pre­scrizioni e l’ob­bli­go del­la loro attuazione in tem­pi ormai superati. Dif­fi­cile immag­inare che, per motivi giuridi­ci e per motivi politi­ci, agli stes­si impianti riat­ti­vati non pos­sa essere appli­ca­ta (https://www.stileliberonews.org/ma-senza-quellautorizzazione-non-si-produce/). Dei costi con­seguen­ti Cevi­tal sicu­ra­mente si sarà occu­pa­ta.
Ma c’è un ulti­ma frase nel comu­ni­ca­to del Min­is­tero che apre la por­ta a domande fino­ra rimaste sen­za rispos­ta: «Rib­a­di­ta da tutte le par­ti in causa, dice il comu­ni­ca­to, la volon­tà di man­tenere gli impeg­ni assun­ti il 9 dicem­bre scor­so, al momen­to del­la stip­u­la- avvenu­ta a Palaz­zo Chi­gi- del pre­lim­inare di ven­di­ta». Come è noto il 9 dicem­bre fu fir­ma­to da parte di Piero Nar­di, Com­mis­sario Stra­or­di­nario del­la Luc­chi­ni, e Issad Rebrab, pres­i­dente di Cevi­tal, sot­to l’oc­chio vig­ile del Pres­i­dente del Con­siglio Mat­teo Ren­zi, un pre­lim­inare di ven­di­ta del­la Luc­chi­ni stes­sa. Quel pre­lim­inare non è mai sta­to reso noto ma ovvi­a­mente nes­suno può aver assun­to impeg­ni al di fuori dei fir­matari. Se ci fos­sero sta­ti scrit­ti impeg­ni sul­lo svilup­po indus­tri­ale non sarebbe pos­si­bile pre­tenderne il rispet­to dato che come abbi­amo vis­to il piano è cam­bi­a­to. Allo­ra quali impeg­ni ci sono? Basterebbe ren­dere pub­bli­co il pre­lim­inare ed il que­si­to sarebbe sci­olto, ma poiché nes­suno lo rende tale, non si può non riferir­ci all’u­ni­co doc­u­men­to in cui se ne par­la. Si trat­ta del­la comu­ni­cazione del 15 gen­naio (per leg­gere clic­ca qui) dove par­lan­do delle con­dizioni per il ver­i­fi­car­si del trasfer­i­men­to del­la Luc­chi­ni a Cevi­tal pre­viste nel pre­lim­inare di ven­di­ta si citano il numero mas­si­mo dei dipen­den­ti da trasferire, i futuri rap­por­ti con­trat­tuali com­pre­so l’azzera­men­to dei con­trat­ti inte­gra­tivi, il man­ten­i­men­to per due anni del­l’at­tiv­ità ma niente del famoso piano indus­tri­ale né tan­tomeno delle oppor­tune. garanzie finanziarie.
Nat­u­ral­mente ci auguri­amo di sbagliare ma forse sarebbe bene che qual­cuno con­sigliasse al pres­i­dente Rossi di non lan­cia­r­si in frasi così impeg­na­tive quali quelle usate nel pri­mo com­men­to del­la gior­na­ta: «Cevi­tal riac­cende l’alto­forno del­la ex Luc­chi­ni a Piom­bi­no. Una scelta mat­u­ra­ta per rispon­dere alle esi­gen­ze di mer­ca­to più imme­di­ate e che con­sen­tirà, entro cinque mesi, di tornare a pro­durre l’ac­ciaio man­te­nen­do l’oc­cu­pazione. L’o­bi­et­ti­vo rimane però quel­lo di real­iz­zare nuovi impianti di cock­e­ria, colate con­tin­ue, lam­i­na­toi aggiun­tivi e un forno elet­tri­co».

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