Promesse che non sono state mantenute
Per i giovani in val di Cornia si può parlare, purtroppo, di poco e cattivo lavoro.
Lo dice il Rapporto del 1°trimestre 2012 dell’Osservatorio del lavoro della Provincia di Livorno che, per il centro per l’impiego di Piombino, evidenzia un aumento rispetto al periodo precedente degli avviamenti dei contratti a tempo determinato (+8,2%) , dei tirocini (+123%), dell’apprendistato (+2,4%), dei contratti co.co.co/co.co.pro e una diminuzione di quelli a tempo indeterminato (-13%). Contemporaneamente registra un’ aumento della disoccupazione e una diminuzione delle nuove assunzioni soprattutto nei settori dell’industria (-17,6%) e dell’edilizia (-9,5%) rispetto allo stesso periodo .
Certamente influisce la gravissima situazione economica nazionale e non solo, ma in Val di Cornia c’é anche una particolarità in qualche modo paradossale.
Da quando fu chiaro negli anni ’80 che la crisi occupazionale dell’acciaio era irreversibile le amministrazioni della Val di Cornia iniziarono un processo di conversione dei posti di lavoro che l’industria siderurgica perdeva in posti di lavoro legati allo sviluppo del turismo.
Spiagge e siti archeologici erano sempre stati sotto gli occhi degli abitanti di queste zone ma in quel periodo s’iniziò a percepire che potevano rappresentare anche una risorsa economica ed occupazionale.
Queste aspettative e progetti sono stati in parte rispettati; la Val di Cornia ha sviluppato contemporaneamente, rispetto a quegli anni, una coscienza della salvaguardia del territorio e del paesaggio e conseguentemente sono nate attività di servizio che hanno dato occupazione a centinaia di persone. Ciò che non era stata prevista è la qualità del lavoro e dei contratti che sono nati da queste nuove imprese. Infatti il turismo, a forte connotazione stagionale, ha determinato sì molti posti di lavoro, ma nella maggioranza dei casi con contratti a termine. Questa situazione, permessa anche dalle norme sul lavoro a livello nazionale, ha prodotto un sempre minor numero di contratti a tempo indeterminato e un fiorire di contratti stagionali, a tempo determinato e di apprendistato dove non sono mancati gli abusi.