Punto terminale di una montagna di rifiuti

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PIOMBINO 2 novem­bre 2018 — Sti­amo seguen­do con mol­ta atten­zione ed appren­sione il prog­et­to di rad­doppio del­la dis­car­i­ca RIMa­te­ria a Piom­bi­no. Tale rad­doppio, sec­on­do la pro­pri­età, sarà fun­zionale alle boni­fiche del­l’area indus­tri­ale e servirà anche per i futuri bisog­ni delle acciaierie Jin­dal. Sor­volan­do su quast’ul­ti­mo pun­to, anco­ra molto lon­tano nel tem­po, sicu­ra­mente l’enorme quan­tità di ter­reno da bonifi­care impeg­nerebbe già buona parte dei cir­ca 2,5 mil­ioni di metri cubi pre­visti per il rad­doppio del­l’area di dis­car­i­ca.
Ques­ta è però, e cre­di­amo rimar­rà, una con­dizione per­fet­ta e di cui al momen­to non ci sono certezze. Doven­do comunque una dis­car­i­ca fare degli utili, è logi­co aspet­tar­si che nel frat­tem­po i rifiu­ti spe­ciali vengano fat­ti affluire nel­la nuo­va area da tut­ta la Regione Toscana ed anche oltre.
E se quan­do dovessero par­tire le boni­fiche, l’area disponi­bile restante fos­se insuf­fi­ciente? Si dareb­bero ulte­ri­ori autor­iz­zazioni per ingrandire anco­ra del­l’al­tro la dis­car­i­ca?
Com­pren­di­amo i dub­bi di molti cit­ta­di­ni e per quas­to abbi­amo deciso di essere pre­sen­ti alle due man­i­fes­tazioni di piaz­za del­l’ul­ti­mo mese. Siamo con­sapevoli che la vicen­da parte da molto lon­tano con i prob­le­mi soci­etari del­la ex ASIU, fino alle ultime vicende del seque­stro da parte del­la mag­i­s­tratu­ra, ma una cosa ci sem­bra chiara, una deci­sione così impor­tante per il nos­tro ter­ri­to­rio non può essere pre­sa total­mente alle spalle dei cit­ta­di­ni. Dopo neanche un anno dal­la fine del con­fer­i­men­to in dis­car­i­ca dei rifiu­ti soli­di urbani, non si può dire che il cit­tadi­no sia sta­to cor­ret­ta­mente infor­ma­to su quel­lo che si sta­va pen­san­do di fare sul futuro del sito in ques­tione.
Anche il fat­to che per met­tere a nor­ma i pozzi di estrazione del bio­gas sia dovu­ta inter­venire la Mag­i­s­tratu­ra e il NOE non può non minare la fidu­cia del cit­tadi­no! Per non par­lare che un ter­zo dei rifiu­ti con­fer­i­ti in dis­car­i­ca dal 2016 proveni­va dalle due ditte, la Lonzi e la RaRi di Livorno poste sot­to seque­stro dal­la Mag­i­s­tratu­ra stes­sa per traf­fi­co illecito di rifiu­ti peri­colosi, dove pare che le due ditte mis­chi­assero rifiu­ti peri­coli e non peri­colosi da inviare alle dis­cariche di Piom­bi­no e Rosig­nano.
Una dis­car­i­ca, purtrop­po in Italia, è per sem­pre e rimane come moni­to l’enorme dif­fi­coltà a bonifi­care anche quelle dismesse, come quel­la di Pog­gio ai Ven­ti. Non è gius­to far tacere la voce di un ter­ri­to­rio che ha pau­ra e non vuole asso­lu­ta­mente entrare nel triste elen­co dei “non luoghi” , dove man­ca dig­nità e salute come la “Ter­ra dei fuochi”, Taran­to, Val d’A­gri. Augus­ta.. e purtrop­po l’e­len­co è lun­go! Il ter­ri­to­rio ha già dato molto in ter­mi­ni di salute e dan­ni ambi­en­tali in oltre un sec­o­lo di indus­tria pesante, doven­do riconoscere che è venu­ta da qui la soprav­viven­za eco­nom­i­ca di un intero com­pren­so­rio; ma pro­prio se si vuol cam­biare, andare oltre bisogna avere il cor­ag­gio di avere altre prospet­tive. Il nos­tro ter­ri­to­rio va rispet­ta­to, fat­to crescere e conoscere, e non ridot­to a pun­to ter­mi­nale di una mon­tagna di rifiu­ti, di dub­bia prove­nien­za!

WWF Livorno

(Foto di Pino Bertel­li)

 

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