Quando anche Napolitano disse grazie a Rebrab
PIOMBINO 3 gennaio 2017 - A metà luglio 2014 Issad Rebrab non ha salito le scale del Comune di Piombino da perfetto sconosciuto che, forte di una robusta consistenza economica, cercava occasioni per investire.
Se infatti il nome dell’industriale algerino era noto a pochi in Val di Cornia, non altrettanto si può dire per quel che riguarda il mondo della grande industria e della politica nazionale.
Risulta infatti agli atti della Farnesina una nota dell’ambasciata italiana di Algeri, diramata il 23 gennaio 2012, che così recita: “L’ambasciatore Giampaolo Cantini ha consegnato ieri a Issad Rebrab, l’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, datagli dal Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, come riconoscimento dei meriti acquisiti come grande imprenditore e per i rapporti intensi da lui sviluppati con imprese italiane”.
Rebrab, quindi, non solo era noto ma anche premiato. La motivazione si può leggere nella allocuzione introduttiva dell’ambasciatore Cantini dove si ricorda “il consolidato partenariato fra il gruppo Cevital e l’Italia, soprattutto nel settore delle esportazioni di vetro piatto, e il recente accordo con la Fiat per la commercializzazione in Algeria delle marche più prestigiose del gruppo”.
Stando così le cose è fuori luogo pensare (a Rebrab la cosa è accaduta spesso in più parti del mondo) che, dopo il fallimento del progetto Concordia a Piombino e dopo l’infausto passaggio a vuoto del tunisino Kaled, qualcuno in alto abbia pensato al facoltoso magnate di Cevital per mettere una pezza ai guai di Piombino? Del resto è noto come, proprio in quei tempi, il gruppo di Rebrab stesse cercando un porto nel sud dell’Europa per agevolare i collegamenti e lo spostamento delle merci dallo scalo di Béjaïa in Cabilia dove Cevital ha da tempo una posizione di assoluta preminenza.
E poi in quei primi mesi del 2012 Rebrab già aveva messo gli occhi sul gruppo francese Brandt che acquisterà due anni dopo e non nascondeva le proprie mire espansionistiche sull’Europa. Peraltro in ben altra condizione politica ed economica nel proprio paese da dove, al contrario di quel che accade oggi, la possibilità di esportare ingenti capitali all’estero, non era, per il magnate, una pura illusione.
Quasi mai qualcosa di importante giunge dal caso e, anche in questa occasione, è fuori luogo lasciar intendere alla storia di un filantropo africano che, carico di manna, si precipita a Piombino per salvare un’intera zona dal declino. È invece ragionevole supporre che il magnate sia giunto in Val di Cornia dietro chiare e sollecite pressioni. Che poi egli abbia fiutato l’affare, soprattutto in direzione del porto, è altra storia. Piuttosto la vicenda si è poi sviluppata in direzioni altre rispetto al previsto. Con fatti che hanno ridotto la portata delle attese e degli investimenti Cevital soprattutto per i contrasti tra il gruppo del magnate algerino ed una larga, influente fetta dei ministri del governo algerino.
Ed è purtroppo questa la situazione con cui oggi l’economia della zona deve fare i conti al di là dell’onorificenza conferita dal Presidente Napolitano e bissata localmente dai noti manifesti con la scritta “Merci monsieur Rebrab”.