Quando il Comune fa da ufficio stampa a Cevital

· Inserito in Spazio aperto
Luigi Coppola

PIOMBINO 30 dicem­bre 2015 — La con­feren­za di fine anno del­l’am­min­is­trazione comu­nale di Piom­bi­no dà la net­ta impres­sione che la polit­i­ca fac­cia da uffi­cio stam­pa a Cevi­tal, quan­do in realtà dovrebbe essere l’op­pos­to: è l’azien­da che dovrebbe cer­care con­sen­so e cred­i­bil­ità ver­so i pro­pri dipen­den­ti, ver­so le isti­tuzioni, ver­so la cit­tad­i­nan­za soste­nen­do il pro­prio prog­et­to. Invece, “il nul­la cos­mi­co”, addirit­tura le isti­tuzioni e le maes­tranze si sos­ti­tu­is­cono all’azien­da e annun­ciano “svolte”, procla­mano l’im­proclam­a­bile e che, è bene rib­adir­lo, pos­sono solo vendere un prodot­to non loro. Anche qui la doman­da è scon­ta­ta: che prez­zo ha questo annun­cio in ter­mi­ni di rischi? Chi chiederà riscon­tro qualo­ra non fos­se così? Le oppo­sizioni e la mino­ran­za sin­da­cale, oppure tut­ta la cit­tà uni­ta? Il pres­i­dente Rossi minac­ciò le dimis­sioni qualo­ra la Con­cor­dia non fos­se arriva­ta o fos­se sta­to chiu­so l’AFO. È sta­to rielet­to con suf­fra­gio ampio a Piom­bi­no alla fac­cia del riscon­tro. Purtrop­po ques­ta è una situ­azione sur­reale, dove il silen­zio var­rebbe oro e la sobri­età isti­tuzionale impor­rebbe adegua­ta par­si­mo­nia nel­lo spendere parole. La pro­pa­gan­da è una cosa, il man­ten­i­men­to del­la coe­sione sociale un’al­tra: entrambe deb­bono essere tenute di con­to dal­la polit­i­ca per motivi di oppor­tu­nità, ma se si viag­gia a vista, sen­za un per­cor­so chiaro e sen­za evi­den­ti capac­ità di incidere sulle situ­azioni, si farebbe un servizio alla comu­nità restando sal­da­mente con i pie­di per ter­ra. Per­al­tro con il cor­ag­gio di riesumare la favola di SAT e del­la 398, sen­za neanche il pudore di fare un “mea cul­pa”, come se la gente non avesse memo­ria. Ricor­do che gio­vanis­si­mo fui elet­to per la pri­ma vol­ta con­sigliere comu­nale nel 1990 con la DC e dal­l’al­tra parte dei banchi un altro ragaz­zo nelle file del­l’al­lo­ra PCI. Ebbene, i nos­tri rispet­tivi grup­pi ci per­mis­ero di par­lare in con­siglio comu­nale per la pri­ma vol­ta dopo più di un anno che siede­va­mo sui banchi con­sil­iari, nonos­tate entram­bi venis­si­mo da anni di mil­i­tan­za polit­i­ca nelle nos­tre rispet­tive fed­er­azioni gio­vanili. Sarebbe oppor­tuno che tut­ti col­oro che fan­no polit­i­ca riflettessero su ques­ta cosa. Buon anno a tut­ti ed in par­ti­co­lare a col­oro che le dif­fi­coltà le stan­no affrontan­do sul­la pro­pria pelle.

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