Quando la partecipazione si riduce a farsa

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 26 gen­naio 2015 — Il Comune di Campiglia ha comu­ni­ca­to che sarà approva­to l’ag­gior­na­men­to al Piano tri­en­nale anti­cor­ruzione per la trasparen­za e integrità 2015–2017 nel­l’am­bito delle inizia­tive per la trasparen­za, la pre­ven­zione e il con­trasto alla cor­ruzione.
In ques­ta otti­ca ha pre­dis­pos­to un mod­u­lo per la pre­sen­tazione di pro­poste.
Il Comi­ta­to per Campiglia ha pre­sen­ta­to un con­trib­u­to a quel­lo che ha sem­pre ritenu­to un nodo chi­ave del­la vita di un Comune e per il quale si è già in pas­sato bat­tuto crit­i­can­do pre­cisi e cir­costanziati com­por­ta­men­ti del Comune.
Anche per quan­to riguar­da ques­ta impor­tante inizia­ti­va non si può fare a meno di sot­to­lin­eare che il tut­to è sta­to con­dot­to in modo da non facil­itare la parte­ci­pazione. Infat­ti la notizia è sta­ta pub­bli­ca­ta sul sito del Comune il giorno 19 Gen­naio, quan­do la sca­den­za per l’ap­provazione è il 31 Gen­naio, dan­do tem­po fino al 26 Gen­naio per pre­sentare pro­poste e sug­ger­i­men­ti.
Chiedere ai cit­ta­di­ni di esprimer­si su un tema così impor­tante, arti­co­la­to e com­p­lesso come il tema del­l’an­ti­cor­ruzione, del­la trasparen­za e del­l’in­tegrità in appe­na sette giorni e a 13 giorni di sca­den­za dal­la approvazione comu­nale, non può non essere con­sid­er­a­to una pre­sa in giro.
Se poi si con­sid­era che dal sito del Comune è sì facil­mente acces­si­bile l’avvi­so di pro­ce­du­ra del­la con­sul­tazione e il mod­u­lo per pre­sentare sug­ger­i­men­ti, ma è dif­fi­cilis­si­mo trovare il Piano Tri­en­nale Anti­cor­ruzione 2014–2016 e il Pro­gram­ma Tri­en­nale per la Trasparen­za e l’In­tegrità 2014–2016, non si può fare a meno di pen­sare che all’Am­min­is­trazione tut­to inter­es­sa fuorché la parte­ci­pazione alla con­sul­tazione che di fat­to si riduce a pura farsa.
Di segui­to le osser­vazioni pre­sen­tate:
Come è ben noto il fenom­e­no del­la cor­ruzione si basa, tra l’al­tro, sul­la man­can­za di suf­fi­ciente trasparen­za negli atti ammin­is­tra­tivi, sul­la man­can­za di certez­za del dirit­to che per­me­tte peri­colosi liv­el­li inter­pre­ta­tivi delle norme, sul­la insuf­fi­ciente dif­fu­sione delle notizie e/o del­la loro dif­fi­cile e tem­pes­ti­va acces­si­bil­ità per tut­ti i cit­ta­di­ni.
In un sis­tema poi, sem­pre più arti­co­la­to e in cui i lim­i­ti ammin­is­tra­tivi han­no sem­pre meno peso (urban­is­ti­ca, tutela del­l’am­bi­ente e del pae­sag­gio, servizi ecc.), la pre­sen­za di nor­ma­tive diverse o diver­sa­mente inter­pre­tate da Comune a Comune, por­ta a dif­feren­ze local­is­tiche inutili e dan­nose in quan­to per­me­t­tono il for­mar­si di dif­feren­ze di fat­to tra dirit­ti di cit­ta­di­ni di ter­ri­tori omo­genei.
Da queste con­sid­er­azioni nasce la con­vinzione che un tema così impor­tante e che toc­ca tut­ti i nodi del com­por­ta­men­to di intere col­let­tiv­ità non può essere affronta­to con una con­sul­tazione come quel­la pro­pos­ta che si riduce inevitabil­mente in atti privi di sig­ni­fi­ca­to e ridot­ti a puri rit­u­ali di una democrazia svuo­ta­ta di sostan­za e ridot­ta a pura for­ma.
Ma poiché ogni occa­sione deve essere uti­liz­za­ta per dare voce alle opin­ioni, il Comi­ta­to per Campiglia, forte di tutte le espe­rien­ze fat­te in otto anni nel Comune di Campiglia, e non solo, sul tema del­la trasparen­za pre­sen­ta alcu­ni sug­ger­i­men­ti.
Tut­ti gli atti deposi­tati in Comune devono essere imme­di­ata­mente pub­bli­cati sul sito del Comune e devono essere acces­si­bili in tem­pi bre­vis­si­mi per qual­si­asi cit­tadi­no.
A tal fine deve essere mod­i­fi­ca­to il Rego­la­men­to Comu­nale in tutte le par­ti che impedis­cano l’ac­ces­so agli atti.
Degli atti deposi­tati deve essere reso noto il nome del richiedente e nel caso di soci­età i nomi dei soci. Non devono essere ammesse la anon­im­ità di soci in modo da con­trastare il fenom­e­no di “scat­ole cine­si” che è una carat­ter­is­ti­ca comune alle infil­trazioni malav­i­tose.
Gli uni­ci casi in cui si può derog­a­re a questo prin­ci­pio dovrebbe essere il ris­chio di tur­ba­ti­va d’as­ta o la pre­sen­za di minori.
Per­ché il prin­ci­pio di trasparen­za sia rispet­ta­to, l’ac­ces­so agli atti deve andare di pari pas­so con la parte­ci­pazione. Per­tan­to la con­sul­tazione dei cit­ta­di­ni deve diventare stru­men­to non saltu­ario del­la vita pub­bli­ca e deve essere facil­i­ta­ta.
In par­ti­co­lare il prin­ci­pio del ref­er­en­dum deve essere gen­er­al­iz­za­to, non deve avere, come oggi, aree di esclu­sione e in tal sen­so deve essere mod­i­fi­ca­to l’at­tuale rego­la­men­to comu­nale.
Lo stes­so prin­ci­pio deve valere nei con­fron­ti dei con­siglieri in quan­to rap­p­re­sen­tan­ti dei cit­ta­di­ni. E per tan­to tutte le mozioni, pro­poste di delibere ecc. devono essere por­tate a conoscen­za dei con­siglieri e dei cit­ta­di­ni tramite il sito del Comune, in tem­pi utili non infe­ri­ori a 15 giorni in modo da appro­fondire i temi pro­posti da parte di tutte le com­po­nen­ti politiche e di tut­ti i cit­ta­di­ni come sin­goli e come rap­p­re­sen­tan­ti di asso­ci­azioni.
Tutte le sedute pub­bliche devono essere reg­is­trate e le reg­is­trazioni messe a dis­po­sizione dei cit­ta­di­ni.
Il Comune di Campiglia deve pro­nun­cia­r­si con atti for­mali a favore del­la redazione di un uni­co rego­la­men­to edilizio vali­do almeno per tut­ti i Comu­ni del­l’area omo­ge­nea del­la Val di Cor­nia, nel quale si giun­ga ad una uni­ca inter­pre­tazione con­di­visa di norme e di ter­mi­ni. In tal sen­so il Comune deve far­si pro­mo­tore per giun­gere a un testo uni­co almeno a liv­el­lo regionale .
Il Comune di Campiglia deve impeg­nar­si a fornire con­tribu­ti alla Regione Toscana nel momen­to di for­mu­lazione di norme gen­er­ali che in qualche modo inter­essi­no il ter­ri­to­rio del Comune e del­la Val di Cor­nia. I con­tribu­ti non si devono lim­itare a doc­u­men­ti dei set­tori ammin­is­tra­tivi, ma devono diventare ogget­to di infor­mazione e di dibat­ti­to a liv­el­lo di Con­siglio Comu­nale e di even­tuale con­sul­tazione cit­tad­i­na.
Il Comune di Campiglia non deve ammet­tere inter­ven­ti di trasfor­mazione del ter­ri­to­rio sia ambi­en­tale che pae­sag­gis­ti­co sen­za la parte­ci­pazione e la con­sul­tazione del Con­siglio Comu­nale, come è già accadu­to per il rad­doppio dei volu­mi di sca­vo nelle Cave.
Il Comune di Campiglia deve isti­tuire dei tavoli di parte­ci­pazione e con­sul­tazione dei cit­ta­di­ni, delle cat­e­gorie pro­dut­tive e ammin­is­tra­tive per affrontare in maniera organ­i­ca i temi del­la trasparen­za, infor­mazione, con­sul­tazione e parte­ci­pazione che sono i veri e pri­mi osta­coli al dif­fonder­si del­la cor­ruzione.

Alber­to Pri­mi Comi­ta­to per Campiglia

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