Quando le tutele dei lavoratori non sono scontate
PIOMBINO 18 marzo 2016 — Così tortuosa la vicenda Aferpi (con le sue avanzate e i suoi indietreggiamenti, con i suoi scarti a destra e a sinistra, con tutti gli annunci puntualmente smentiti dalla realtà) che ben pochi – c’è da scommetterci — ne conoscono puntualmente tutti i contorni. Il timore è che lungo questo sentiero si siano persino perse le ragioni fondamentali che portarono il 30 giugno 2015 alla firma di quell’accordo di programma e, nei giorni precedenti, agli accordi sulla cassa integrazione e i contratti di solidarietà per i lavoratori ex Lucchini. L’impressione è che siano oscurate dal continuo balletto delle riunioni decisive, che decisive non sono mai, ma che sempre vengono giudicate positive senza, per la verità, capirne bene la ragione.
Proviamo a fare il punto, al momento, sulle questioni strettamente attinenti al tema Aferpi, pur sapendo che sono già esplose situazioni addirittura più gravi, si pensi ad esempio alle imprese ed ai lavoratori dell’indotto. Sappiamo bene anche che sono in ballo rilevantissimi problemi e impegni attinenti alla reindustrializzazione nient’affatto risolti ma teniamoci stretti a quell’argomento.
Nell’accordo di programma Aferpi si impegna ad assumere e quindi trasferire alle proprie dipendenze, nei termini previsti dall’accordo sindacale e comunque entro e non oltre il 6 novembre 2016, tutti i 2.183 lavoratori dipendenti dei complessi aziendali Lucchini Piombino, del ramo Vertek Piombino e del ramo Lucchini Servizi e mantenere alle proprie dipendenze ciascuno dei 2.183 lavoratori per un periodo di almeno due anni da computarsi, con riferimento a ciascuno di essi, a decorrere dalla data di assunzione alle dipendenze di Aferpi, pur citando l’accordo sindacale del 3 giugno 2015 che dice cose diverse.
In realtà tutti gli accordi sindacali, compreso quello citato, parlano un linguaggio diverso stabilendo che:
- Cevital si impegna a proseguire le attività imprenditoriali per almeno due anni dalla data dell’atto notarile di cessione (ndr: avvenuto il 30 giugno 2015) e a mantenere per il medesimo periodo i livelli occupazionali, come previsto dalla legge Marzano, cioè fino al 1° luglio 2017;
- Aferpi (ndr : succeduta a Cevital) assorbirà tutto il personale, quantificato in 2.160 lavoratori, gradualmente a fasi progressive e comunque entro e non oltre il 6 novembre 2016;
- dei complessivi 2.160 lavoratori Aferpi dal 1° luglio 2015 assume 1.080 lavoratori con un contratto di solidarietà mentre gli altri rimarranno in cassa integrazione presso la ex Lucchini. Lo strumento ottimale per la gestione del piano industriale Aferpi sarà il contratto di solidarietà la cui durata è 24 mesi più 24 mesi.
In altre parole i lavoratori saranno tutelati da contratti di solidarietà e cassa integrazione fino al 6 novembre 2016, poi da contratti di solidarietà.
Fino a quando?
Teoricamente i contratti di solidarietà potrebbero durare fino al 1° luglio 2019 ma l’unico impegno preso da Aferpi per il mantenimento di tutti i lavoratori si ferma al 1° luglio 2017. Dopo questa data e fino alla completa attuazione del proprio piano industriale, Aferpi si impegna a mantenere in esercizio gli impianti di laminazione e le relative attività di finimento e di servizi connesse con dismissione definitiva dei restanti impianti.
Cosa potrà succedere dipende dunque dall’attuazione del piano industriale che fa parte dell’accordo di programma firmato il 30 giugno 2015.
E qui vengono le dolenti note.
In quello che negli accordi viene chiamato “il piano industriale”, dizione impropria perché, come sappiamo, del piano industriale ha ben poco, si prevede nella parte siderurgica un’occupazione a regime di 1.450 persone delle 2.200 assunte, nella parte agroindustriale 700 posti di lavoro, nella parte logistica 50 occupati.
Il cronoprogramma previsto per la sola parte siderurgica è ormai slittato di 9 mesi e slitterà ancora; per le altre parti non esisteva nessun cronoprogramma.
A questo si aggiunge che non sono partite, se non lo smontaggio di qualche macchinario, le demolizioni dei vecchi impianti e nemmeno le bonifiche che sono pregiudiziali per l’attuazione del programma.
Passeranno mesi prima dell’inizio dei lavori, se tutto va bene, ed è arduo pensare che entro il 1° luglio 2019 siano tutti finiti.
Ammesso che venga mantenuto l’impegno di totale assunzione degli occupati ex Lucchini entro il 6 novembre 2016 sarà ben difficile applicare a tutti i contratti di solidarietà dato che, sempre negli accordi e nelle leggi, si parla di una riduzione dell’orario di lavoro per una media complessiva aziendale massima del – 60%.
E poi il 1° luglio 2017, cioè quando scadranno i due anni nei quali Aferpi è obbligata a proseguire l’attività imprenditoriale e a mantenere per il medesimo periodo i livelli occupazionali, nel caso molto probabile di impossibilità di lavoro per tutti gli assunti anche con l’utilizzazione dei contratti di solidarietà (ricordiamo che a quel punto l’impegno di Aferpi riguarda i laminatoi) difficile dire cosa succederà. È vero che Aferpi ha convenuto di individuare, quale strumento ottimale per la gestione del piano industriale, l’utilizzo dei contratti di solidarietà ma, visto che i tempi si allungano e che gli stessi contenuti del piano non sono ad oggi così certi, non si può dire che non vi siano problemi e che non sia lecito far emergere interrogativi.
Le stesse organizzazioni sindacali si sono poste il problema scrivendo in un loro recente comunicato: “… Consapevoli che i tempi si allungheranno, riteniamo che tutti i lavoratori assunti entro e non oltre il 6 novembre 2016 debbano essere obbligatoriamente messi dentro le liste del contratto di solidarietà con l’obiettivo di avere ammortizzatori sociali economicamente più favorevoli e di più lunga durata, anche oltre il 30 giugno 2019 fino al completamento dell’intero piano di investimenti…”.
Ma il Ministero del lavoro ad oggi ha chiarito, con diverse circolari, che
- i contratti di solidarietà stipulati in data antecedente al 15 ottobre 2015 (ndr: è il nostro caso) saranno applicati per la durata del contratto prevista dal verbale di accordo firmato dalle parti; i contratti di solidarietà stipulati a partire dal 15 ottobre 2015 saranno applicati comunque non oltre la data del 31 dicembre 2016, anche nel caso in cui il verbale di accordo sindacale preveda una scadenza del periodo di solidarietà successiva a tale data. Pertanto, per tale tipologia di contratti, il contributo non potrà essere riconosciuto oltre il 31 dicembre 2016.
Come si vede si è dentro una situazione molto molto difficile, da gestire almeno con grande trasparenza.
(Foto di Pino Bertelli)