Caduta a picco: le nostre tasche sempre più vuote
PIOMBINO 15 dicembre 2012 — Nel 1963 la Comunità europea del carbone e dell’acciaio pubblicò uno studio sulla zona di Piombino che affrontando il problema del reddito così
si esprimeva: “…Il reddito annuo disponibile per abitante era, a Piombino, di 330.000 lire nel 1960; questa cifra è ancora lontana dal reddito delle provincie ricche del nord (come il reddito della provincia di Torino nel 1960: 545.000 lire per abitante), ma è
tuttavia superiore al reddito medio italiano, stimato intorno alle 280.000–290.000 lire, nel 1960. Nel 1960 tale reddito è leggermente aumentato (in valori reali), grazie alla scomparsa della disoccupazione; inoltre, bisogna notare che i salari dell’Italsider sono sensibilmente più elevati di quelli della maggior parte delle altre imprese della stessa Piombino e della regione: da 5 a 15.000 lire al mese per gli operai, 20–30.000 per gli impiegati e le categorie speciali. Lo sviluppo previsto a medio termine per l’industria siderurgica costituisce un fattore positivo per l’aumento delle risorse degli abitanti che dovrebbero continuare a migliorarsi; solo la scarsità persistente dell’impiego femminile può costituire. A questo riguardo, un elemento sfavorevole…”.
Oggi la situazione è radicalmente cambiata in peggio così come è chiaramente documentato dal dato relativo al reddito medio calcolato sui dichiaranti Irpef che colloca la Val di Cornia sotto la media della Provincia di Livorno e sotto la media italiana nel 2010. Ed anche la situazione relativa al reddito medio calcolato sull’intera popolazione rimane analogo con l’unica eccezione del confronto con l’Italia.
(foto di Pino Bertelli)