Quell’ ammortizzatore sociale così scivoloso
PIOMBINO 1 luglio 2017 — Cevital, Aferpi e Piombino logistics il 30 giugno hanno emesso un comunicato stampa che affronta il tema “dell’ammortizzatore sociale” da garantire ai lavoratori fino al 31 dicembre 2018.
In esso si dice che «Rispetto alle voci che si stanno diffondendo in merito alla proroga del contratto di Solidarietà a seguito dell’incontro odierno presso le sedi del Ministero dello Sviluppo Economico, l’Azienda dichiara che riguardo ai criteri applicativi dell’ammortizzatore sociale formalmente autorizzato, si atterrà a quanto previsto dal Decreto 99553 del 23 giugno scorso e dalla Circolare 3 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 13/2/2017 al punto 3.3».
È stata proprio l’interpretazione di quel decreto data da Aferpi ai sindacati che ha provocato lo sciopero generale tant’è che il 27 giugno le organizzazioni sindacali, informando i lavoratori delle novità illustrate lo stesso giorno dalla direzione del personale Aferpi e Piombino Logistics, parlarono di «un ammortizzatore sociale in deroga che produrrebbe un ulteriore taglio del salario per i lavoratori per altri 200/250 euro mensili circa perché è equiparato alla cassa integrazione…finanziato solo fino al 31 dicembre 2018 (con sei mesi in meno rispetto agli accordi della proroga del contratto di solidarietà)» e, come se non bastasse, senza la previsione dell’anticipo «del pagamento da parte dell’azienda dell’ammortizzatore sociale, creando così un buco per riscuotere l’ammortizzatore sociale di 6/7 mesi fino a che non verrà erogato direttamente dall’Inps».
Non bastarono le rassicurazioni date il 28 giugno quando con un comunicato stampa il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e la Viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova informarono di essersi incontrati per valutare le problematiche relative agli ammortizzatori sociali per l’azienda Aferpi e di aver individuato un’ipotesi di soluzione in grado di mantenere le condizioni di reddito dei lavoratori finora garantite e coerente con le normative che regolamentano la materia.
Il 29 giugno lo sciopero generale venne effettuato ed il giorno successivo si svolse la riunione nella quale venne comunicato l’accordo tra Aferpi e commissario Nardi.
Da allora si sono sprecati i comunicati stampa per tranquillizzare i lavoratori.
Il Ministero dello sviluppo economico disse che «L’Addendum tiene conto della emanazione del decreto interministeriale in data 23 giugno 2017 che autorizza la prosecuzione dei contratti di solidarietà ai sensi dell’art. 42, comma 3, del d.lgs.148/2015 fino alla data del 31 dicembre 2018, con mantenimento per i lavoratori del livello di reddito garantito dal contratto di solidarietà vigente nel biennio 2015/ 2017».
Fiom Fim-Fiom, Uilm, Rsu Aferpi–Piombino Logistics da parte loro ci tennero a precisare che «Per quanto riguarda l’ammortizzatore sociale sarà erogato fino al 31/12/2018 con la possibilità di prorogarlo per altri 18 mesi con le stesse caratteristiche salariali del contratto di solidarietà che abbiamo avuto fino al 30 giugno 2017. Inoltre il Ministero ci conferma che l’azienda può anticipare l’integrazione salariale così come è sempre stato fatto».
La viceministra Bellanova si precipitò a chiarire che con l’integrazione salariale fino al dicembre 2018 i lavoratori dello stabilimento ex Lucchini manterranno il livello di reddito percepito finora.
Ora delle tre l’una:
- se le aziende Cevital, Aferpi e Piombino logistics hanno cambiato totalmente la loro interpretazione allora garantiscono sia il valore dell’ ammortizzatore sia l’anticipazione da parte delle aziende,
- se l’hanno cambiata parzialmente allora garantiscono l’uno e non garantiscono l’altra o viceversa,
- se le aziende mantengono la loro intepretazione del decreto non garantiscono né il valore dell’ammortizzatore né l’anticipazione.
Non sarebbe male che tutti i protagonisti chiarissero bene le cose (i comunicati stampa servono a questo) a meno che non ci si trovi nel teatro dell’assurdo o in un Truman show.