Quell’ ingegneria finanziaria fu poco appropriata

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PIOMBINO 31 agos­to 2016 — Alla fine ha rilas­ci­a­to finanzi­a­men­ti a tas­so zero per una som­ma pari a 1.043.082 euro: ne benefi­cer­an­no cinque imp­rese, due di Piom­bi­no, due di Campiglia ed una di Suvere­to.
Si è molto ridi­men­sion­a­to da quan­do lo isti­tuì la Regione Toscana definen­do­lo Fon­do rota­ti­vo per presti­ti, quale stru­men­to di ingeg­ne­r­ia finanziaria, da ris­er­vare agli inves­ti­men­ti real­iz­za­ti da pic­cole e medie imp­rese nel­l’area di crisi di Piom­bi­no.
Finanzi­a­to con 8 mil­ioni di euro prevede­va che gli aiu­ti per la real­iz­zazione dei prog­et­ti di inves­ti­men­to mate­ri­ali ed imma­te­ri­ali fos­sero con­ces­si nel­la for­ma di finanzi­a­men­to a tas­so zero, anche nel­la for­ma del presti­to parte­ci­pa­ti­vo, a fronte di inves­ti­men­ti in alcun caso infe­ri­ori a 42mila e supe­ri­ore a 1 mil­ione di euro.
Persi­no inutile ripetere che questo tipo di finanzi­a­men­to non era appro­pri­a­to alla realtà eco­nom­i­ca del­la Val di Cor­nia ed alle esi­gen­ze delle imp­rese. In ogni caso sovradi­men­sion­a­to.

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Quel fon­do rota­ti­vo non era lo stru­men­to gius­to

 

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