Quell’ Unione dei Comuni di cui nessuno parla più
SUVERETO 19 settembre 2015 — Nelle elezioni amministrative del 2014, tutte le amministrazioni elette avevano avuto il mandato chiaro, dalla politica prima e poi dai cittadini che li hanno votati, di procedere alla costituzione dell’Unione dei Comuni come baluardo del miglioramento dei servizi per dare maggiore efficienza e se possibile anche risparmio nella spesa. Anche Suvereto ha avuto lo stesso mandato, perché pur non essendo espressione del Pd, anche Parodi aveva ottenuto lo stessa indicazione dai suoi elettori.
Solo da qualche mese si è sentito parlare della, finalmente, ricostituzione dell’Ufficio di piano, il quale ufficio dovrebbe essere utilizzato per il coordinamento delle politiche urbanistiche dei Comuni componenti perché è ovvio che nessuno possa pensare di fare scelte di pianificazione in casa propria e poi chiedere agli altri soltanto la prevista approvazione finale. Questo non sarebbe coordinamento ma una brutta presunzione assoluta non certo produttiva.
Occorrono invece operazioni di trasparenza importante e voglia unitaria, dando forza a quelle scelte che non dividono o emarginano nessuno ma uniscono più di quanto non sia stato fatto dagli anni settanta ad oggi. Appare del tutto ovvio che, per preparare questa convenzione, saranno stati necessari incontri tra sindaci o assessori per definire il contenuto, invece il sindaco Parodi ha affermato che mai è stato convocato ad un incontro preparatorio; le voci dicono invece che non si è mai presentato e questa mi appare come cosa nettamente diversa.
Ma al momento mi interessa molto di più sapere che fine farà la scelta della costituzione dell’Unione dei Comuni, perché ritengo che sia fondamentale per un futuro armonico del governo della cosa pubblica, dove proprio gli amministratori dovranno far vedere quanta unità di intenti e di prospettiva sapranno mettere insieme con l’unico obiettivo del bene delle comunità.
Confesso la mia preoccupazione, perché troppo tempo è trascorso e non si è prodotto niente, mentre invece sono le cose che dovrebbero farci spingere nella giusta direzione. Mi auguro anche che proprio i Comuni di Sassetta e Suvereto sappiano mettere in campo ogni sforzo affinché si cammini sulla strada indicata, senza aspettare leggi che magari ci obbligheranno a fare cose che lasceranno l’amaro in bocca.
È la storia politica e istituzionale della Val di Cornia che chiede questo, per aggiungere tasselli importanti che evitino qualunque isolamento di enti piccoli o grandi nessuno deve avere la presunzione di poter camminare con le proprie gambe. La forza delle cose e delle idee è rappresentata proprio dall’unità delle politiche che eleva il confronto e la capacità di risposta alle esigenze della collettività.
Questo vale per tutti e per qualunque problema. Se qualcuno ha voglia di sostenere il contrario, mi faccia un favore, vada a rileggersi la storia degli ultimi quarant’anni della nostra Val di Cornia e potrà vedere che ogni vittoria, ogni successo ha visto tutti uniti a costruire gli obiettivi e portare risposte in termini di servizi e di qualità della politica.
Vale la massima che suona così: “non sa dove va chi non sa da dove viene”.