Quella valutazione ambientale è proprio incrinata
PIOMBINO 10 novembre 2019 — Già con l’articolo Solo rifiuti da siderurgia locale e bonifiche?, pubblicato il 5 novembre 2019, Stile libero Idee dalla Val di Cornia ha rilevato una prima incrinatura, nel parere proposto dal Nucleo regionale di Valutazione dell’Impatto Ambientale (NURV) alla Giunta regionale toscana, consistente nel fatto che prima viene detto che nella discarica prevista nella zona LI53 devono andare i rifiuti speciali così come dalla concessione demaniale, che non li limita a quelli prodotti in loco siano essi da bonifiche che da attività siderurgiche, e poi viene aggiunto “e dunque…il solo conferimento dei rifiuti derivanti dallo smaltimento dei cumuli e da attività siderurgiche”. E la cosa, se non chiarita, costituisce una contraddizione in termini.
Ma c’è un’altra incrinatura altrettanto rilevante.
Sempre nella prescrizione 2) degli Aspetti programmatici, a proposito delle concessioni in essere con l’Agenzia del Demanio sia per la discarica ex Lucchini sia per la discarica LI53, si afferma: “…Nel caso sia apportata modifica all’atto di concessione, con determinazione di un uso diverso da quello attuale, dovrà essere presentata richiesta di modifica della presente prescrizione ai sensi dell’art.56 della LR10/2010 per lo svolgimento delle valutazioni del caso.…”.
La cosa di per sé è curiosa per il fatto che un simile richiamo ad una norma di legge, che non può non essere conosciuta dai diretti interessati, è almeno pleonastica e ingiustificata fino ad apparire persino un suggerimento. Ci siamo chiesti se il richiamo a quell’articolo fosse una consuetudine nei pareri espressi in sede di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ma, esaminati gli ultimi dieci pareri espressi nel 2019, un simile richiamo non è mai apparso.
L’art 56 della LR 10/2010, richiamato nel parere, stabilisce che
- Il proponente può richiedere la modifica di una o più prescrizioni contenute nel provvedimento conclusivo della procedura di verifica di assoggettabilità a VIA o di valutazione ove le medesime risultino obiettivamente inattuabili per sopravvenute e motivate ragioni di carattere tecnico gestionale o per il mutato contesto ambientale. A tal fine il proponente presenta all’autorità competente una specifica istanza di modifica delle prescrizioni interessate, allegando la documentazione necessaria a supportare tale richiesta.
- L’autorità competente, ove a seguito di specifica istruttoria condotta consultando i soggetti competenti in materia ambientale, verifichi la fondatezza della richiesta avanzata dal proponente nonché la perdurante sussistenza delle condizioni di non assoggettabilità a VIA o della compatibilità ambientale del progetto, provvede alla modifica del quadro prescrittivo dei provvedimenti di cui al comma 1, assicurando comunque un analogo ed adeguato livello di tutela ambientale.
Attualmente RIMateria ha a disposizione una Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per il cosiddetto “cono rovescio” (cfr l’articolo di Stile libero Idee dalla Val di Cornia Rifiuti nel cono rovescio: per la Regione va bene, ndr) con una capienza di 140.000 metri cubi che può riempire con rifiuti speciali di ogni provenienza. Immaginiamo che la stessa RIMateria ad un certo punto esaurisca questa capacità e non avendo la possibilità di utilizzate la discarica ex Lucchini chieda ed ottenga dall’Agenzia del demanio di ampliare la possibilità di uso fino a comprendere rifiuti speciali a prescindere dalla provenienza. A questo punto, rafforzata dal richiamo fatto dalla prescrizione regionale, RIMateria potrà richiedere alla Regione una modifica della prescrizione ai sensi dell’art.56 della LR10/2010 adducendo il fatto che senza l’importazione di rifiuti speciali da fuori, non essendoci a sufficienza né rifiuti speciali nuovi prodotti dall’industria siderurgica locale né rifiuti da bonifiche (la cosa è più che possibile tenendo presente l’incertezza odierna sia per le produzioni siderurgiche sia per i progetti di bonifica sia per le quantità possibile di rifiuti relativi, ricordando che RIMateria ha previsto nel 2022 l’inizio dei conferimenti), l’unica alternativa sarebbe l’abbandono delle attività di coltivazione della discarica e quindi il venir meno della continuità gestionale con le inevitabili conseguenze sia economiche sia ambientali. Riemergerebbe, in altre parole, uno dei pilastri (molto discutibile da molti punti di vista, ndr) che sta alla base del parere positivo espresso oggi dal NURV, il cosiddetto rifiuto dell’ “opzione zero”, quello così descritto dal NURV:
- “…Il nucleo prende altresì in esame l’alternativa zero rilevando che la mancata attivazione del progetto di cui trattasi potrebbe comportare l’abbandono dell’attuale attività di coltivazione della discarica e quindi il venire meno della continuità gestionale con relativo ritardo nelle attività di copertura delle discariche in essere. Da ciò potrebbero derivare problematiche tipo ambientale, con particolare riferimento alle emissioni di maleodoranze e di produzione di percolato. L’attivazione del progetto di per sé dà quindi maggiori garanzie in termini di ripristini e modalità di coltivazione.
- Sotto il profilo ambientale, nel senso di tutela dell’ambiente, l’opzione zero non è quindi preferibile, sia rispetto al tema della necessità di provvedere alle operazioni di bonifica, che rispetto alle problematiche di emissione degli odori, che potrebbero invece essere gestite attraverso specifiche prescrizioni e modalità di coltivazione. I componenti ritengono di valutare un percorso di ammissibilità dell’intervento ma con l’introduzione di specifiche indicazioni per la successiva fase autorizzativa e gestionale…”.
E a quel punto è immaginabile che sarebbe molto difficile per lo stesso NURV esprimere un parere diverso.
Come si vede l’incrinatura c’è e rischia di allargarsi.
Aspettiamo la deliberazione della Giunta regionale che costituirà la vera autorizzazione.
(Foto di Pino Bertelli)