Quelle del PD idee contraddittorie e irrealizzabili

PIOMBINO 17 mag­gio 2017 — Abbi­amo let­to atten­ta­mente l’ultimo doc­u­men­to del PD sul­la vicen­da Afer­pi. Sin­ce­ra­mente non ci abbi­amo capi­to molto, anzi, oltre ad evi­den­ti con­trad­dizioni, sem­bra che non vi sia da parte dei diri­gen­ti di quel par­ti­to con­sapev­olez­za di come stiano real­mente le cose. Da un lato riten­gono incom­pren­si­bili atteggia­men­ti gius­ti­fi­ca­tori nei con­fron­ti di Rebrab, dall’altro con­tin­u­ano a credere nel mag­nate algeri­no, scior­i­nan­do una serie di dichiarazioni di inten­ti su ciò che dovrebbe essere fat­to, sen­za ren­der­si con­to che ora­mai res­ta ben poco da fare. La pro­duzione di acciaio in questo ter­ri­to­rio è ter­mi­na­ta con la chiusura dell’altoforno. Che il par­ti­to di mag­gio­ran­za con­tinui a rac­con­tare il con­trario, nonos­tante l’evidenza dei fat­ti, non è più com­pren­si­bile.
Rebrab non è affid­abile, lo stes­so min­istro Cal­en­da lo ha fat­to capire. Nel frat­tem­po han­no per­du­to di cred­i­bil­ità anche tut­ti col­oro che con­vin­ta­mente sono sal­i­ti sul car­ro del mag­nate algeri­no, nonos­tante oggi in molti ne stiano scen­den­do. Qual­cuno in buona fede ha prova­to ad avan­zare dei dub­bi su un’operazione che fin dall’inizio è sem­bra­ta più polit­i­ca che impren­di­to­ri­ale, ma ciò è val­so a poco. Le banche han­no per­so molti sol­di con la Luc­chi­ni e oltre­tut­to è fini­to il tem­po dei presti­ti “politi­ci”. Se nes­sun isti­tu­to di cred­i­to ha cre­du­to nel “prog­et­to Piom­bi­no” di Rebrab, non si deve essere econ­o­misti per capire che non c’è fidu­cia sulle sue pro­poste e sul per­cor­so intrapre­so. Non dimen­tichi­amo­ci che Afer­pi sta per­den­do denaro ogni mese e non ha al momen­to nes­suna conc­re­ta prospet­ti­va futu­ra. Come pos­sa il gov­er­no garan­tire la pros­e­cuzione del­la legge Marzano, oltre a trovare un part­ner che pos­sa suben­trare a fronte di una situ­azione eco­nom­i­ca e nor­ma­ti­va chiara­mente non più sup­port­a­bile, è dif­fi­cile immag­i­narlo.
Un fal­li­men­to annun­ci­a­to, nonos­tante l’enfasi nell’elucubrazione del “Mod­el­lo Piom­bi­no”, che il PD con­tin­ua a cer­car di coprire come se quel par­ti­to non fos­se parte inte­grante del sis­tema che di quel fal­li­men­to ha le mag­giori respon­s­abil­ità.
Ci sarebbe anche da doman­dar­si che fine abbiano fat­to i 50 mil­ioni delle boni­fiche che pas­sano da un capi­to­lo all’altro, ma che fino ad oggi non si sono anco­ra fer­mati dopo più di 2 anni, e del pro­l­unga­men­to del­la SS 398, sul quale si è det­to molto, ma anco­ra non vi è trac­cia conc­re­ta dei finanzi­a­men­ti, al di là dei cicli­ci procla­mi.
Non ser­vono al momen­to ulte­ri­ori accor­di di pro­gram­ma (come pro­pone il PD), paro­la tan­to cara a diri­gen­ti ed ammin­is­tra­tori piom­bi­ne­si ma evi­den­te­mente alla luce dei fat­ti poco ric­ca di con­cretez­za.
Serve pri­ma di tut­to un’adeguata e coer­ente visione del ter­ri­to­rio e del suo futuro, del pos­si­bile asset­to, ed una con­seguente piani­fi­cazione ter­ri­to­ri­ale che ne tra­d­u­ca in vin­coli e pre­vi­sioni le linee fon­da­men­tali, con­sideran­do anche l’ipotesi che si potreb­bero lib­er­are molte aree ex indus­tri­ali.
Sarebbe impor­tante conoscere gli ind­i­rizzi, sem­pre che ci siano, per una nuo­va piani­fi­cazione urban­is­ti­ca con un mod­el­lo di svilup­po alter­na­ti­vo rispet­to al pas­sato. Dei diver­si piani par­ti­co­lareg­giati, strate­gi­ci per le aree extrau­r­bane a vocazione tur­is­ti­ca, non se ne sente più par­lare da tem­po, se non con slo­gan per final­ità tutt’altro che con­crete. L’unico inter­ven­to urban­is­ti­co di rile­vo, per­al­tro anche inutile, se non a creare un ali­bi all’amministrazione comu­nale, è sta­ta la vari­ante Afer­pi, che di fat­to ha con­ces­so ulte­ri­ore ter­ri­to­rio all’industria, come se non ve ne fos­se già abbas­tan­za in suo pos­ses­so.
Con­tem­po­ranea­mente occorre con­cen­trare gli sforzi su due pri­or­ità fon­da­men­tali, le boni­fiche e le infra­strut­ture, sen­za le quali anche i sol­di spe­si nelle ban­chine por­tu­ali diven­tano una delle tante opere non finite di cui è costel­la­to il nos­tro Paese.
Insom­ma, occorre fare ciò che da più di dieci anni il PD e gli ammin­is­tra­tori che ha espres­so non han­no fat­to, inseguen­do con­tin­ue illu­sioni irre­al­iz­z­abili..

Lui­gi Cop­po­la, Seg­re­tario provin­ciale UDC Livorno
Mas­si­mo Aurioso, Coor­di­na­tore UDC Piom­bi­no Val di Cor­nia

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