Quelle di Rebrab frasi approssimative e confuse
PIOMBINO 14 gennaio 2017 — C’è un limite a tutto. La sensazione che si ha dalla lettura dell’intervista rilasciata oggi dal presidente di Cevital e Aferpi a Il Sole 24 ORE è che questo ineffabile monsieur Rebrab sia andato a scuola da qualche nostro politico ed abbia rapidamente appreso l’arte, se cosi la si può definire, dei proclami e degli slogan che, se ripetuti con insistenza, diventano automaticamente mezze verità.
Nel merito dell’intervista, andando ad analizzare gli aspetti più prettamente tecnici che mi sono congeniali, faccio le seguenti osservazioni.
Dire che “a Piombino si sta rispettando il timing previsto” è la prova più evidente di quanto scritto sopra. Nessuno, dotato di normale buon senso ed un minimo di competenze, può parlare di rispetto di programmi e di tempi. L’ultimo programma che ricordi, se non sbaglio perchè ne sono girati diversi, narrava di inizio produzione nel primo semestre del 2018 ed oggi tale data è morta e sepolta. Dall’abbassamento della bandierina (inizio opere civili) (al momento è lontanissima dall’essere abbassata) per i motivi che di seguito spiegherò occorreranno non meno di 32 mesi per iniziare le prove a caldo, ovvero di produzione.
Per chiarezza preciso che, essendo il contratto acceso con Sms, per quanto di nostra conoscenza, relativo alla sola linea tecnologica di processo, si può ipotizzare che non comprenda importanti opere accessorie come i capannoni, le linee fluidi e gas, i carriponte e le altre macchine di servizio, il parco rottame con le relative macchine di caricamento, l’impianto di sversamento scorie presumibilmente sotto capannone, la linea elettrica primaria da centrale esterna, forse Suvereto, e che pertanto Sms per le suddette parti, non essendo di propria fornitura, non abbia elaborato alcuna progettazione di base. Non è pertanto credibile che Aferpi abbia espletato le gare di appalto per le opere civili non essendo ancora disponibile il necessario engineering, che può essere elaborato solo dal fornitore dell’impianto stesso. Non risulta inoltre che Aferpi si sia organizzata con una struttura tecnico/finanziaria/logistica necessaria a seguire e portare a compimento un progetto di tali dimensioni, cosi come non risulta sia stato avviato un percorso autorizzativo, utile ad ottenere gli indispensabili permessi dagli enti competenti, per lo start ovvero “l’abbassamento della bandierina “.
Vale la pena ribadire infine che Sms in mancanza di evidenza dei finanziamenti necessari e del pagamento dei relativi stati di avanzamento lavori, sicuramente previsti nell’ordine di fornitura, ben difficilmente darà avvio alla costruzione degli impianti previsti.
Quindi quelle di monsieur Rebrab appaiono sempre più affermazioni prive di contenuti, frasi approssimative e confuse, senza un rigore professionale, che alimentano sconcerto. Serve tutt’altro per ridare relativa tranquillità alla cittadinanza ed al mondo del lavoro e soprattutto fatti che ad oggi francamente non si vedono.
(Foto di Pino Bertelli)
Sembra che la multinazionale di Rebrab si muova in modo incomprensibile. Ma la logica che sottende può essere spiegata afferrando il significato di altre parti dell’intervista dove si dice:”…molti si sono chiesti per quale ragione ci interessavamo alla siderurgia…La risposta è semplice: ci interessa il porto di Piombino… d’altronde, a regime, immaginiamo di avere 750–1.000 addetti nella siderurgia, 350–450 nella logistica e fino a 2mila nell’agroindustria… “. Quindi l’acquisizione dello stabilimento era funzionale ad appropriarsi di una enorme area industriale e del porto. Questo per esportare i prodotti che la multinazionale tratta: zucchero,vetro, elettrodomestici,semi oleosi ed anche, per questi ultimi, attuare la loro lavorazione (agroindustriale) per produrre oli o biodisel. Ambedue i settori occuperanno molto spazio ma daranno pochi posti di lavoro. Il piano AFERPI-CEVITAL è da rigettare non solo per i piani della siderurgia che non è capace di attuare o che ridimensionerà molto al di là di quanto detto fino a oggi ma perché nel suo complesso tende a monopolizzare un intero territorio, porto compreso, senza creare occupazione stabile e numerosa. Come,ad ulteriore esempio, dare credito alle affermazioni di Rebrab che nel futuro settore agroindustriale valutava gli occupati in circa 700 (anno 2014) ed oggi ne prevede addirittura 2000 (anno 2017)?