Quelle strane politiche educative e culturali

· Inserito in Teoria e pratica

CAMPIGLIA 26 gen­naio 2017 — Leggen­do la stam­pa e i comu­ni­cati del Comune di Campiglia ci siamo con­vin­ti che le scelte politiche del­l’am­min­is­trazione comu­nale sono sem­pre più stu­pe­facen­ti e strane nel­l’in­di­vid­uare le azioni nec­es­sarie alla riqual­i­fi­cazione e riv­i­tal­iz­zazione del cen­tro anti­co, scopo del per­cor­so “Fac­ciamo cen­tro insieme” del quale si aspet­tano anco­ra i risul­tati e le scelte.
L’e­sem­pio più recente è la deci­sione di rior­ga­niz­zazione del­la scuo­la del­l’in­fanzia che vede la riduzione ad una sola sezione del­la scuo­la di Campiglia in quan­to l’al­tra sezione ver­rebbe por­ta­ta a Ven­tu­ri­na. Si dice che questo com­porterebbe un risparmio di cir­ca 25mila euro nel cos­to del trasporto sco­las­ti­co.
Se ques­ta scelta andrà in por­to, è molto prob­a­bile che a Campiglia presto non si rag­giungerà un numero suf­fi­ciente di bam­bi­ni per gius­ti­fi­care l’e­sisten­za del­la scuo­la d’in­fanzia. Di con­seguen­za i gen­i­tori res­i­den­ti a Campiglia dovran­no man­dare i bam­bi­ni alla scuo­la pri­va­ta o il Comune dovrà isti­tuire un servizio di trasporto per portare i bam­bi­ni di Campiglia a Ven­tu­ri­na e quin­di addio risparmio!
Come al soli­to si gius­ti­f­i­cano certe scelte demen­ziali dicen­do che bisogna risparmi­are e che le nascite a Campiglia calano. A quan­to pare l’am­min­is­trazione pen­sa che la cura da scegliere per riv­i­tal­iz­zare il cen­tro con facil­i­tazioni per chi vi andrà ad abitare, è quel­la di togliere o impov­erire i servizi, come se a chi muore di fame la cura fos­se non dar­gli da man­gia­re.
Il Comune si lamen­ta che non ci sono sol­di, ma ci risul­ta che il Comune ha accetta­to centi­na­ia di migli­a­ia di euro di rim­bor­si da ENEL, impor­ti forse già impeg­nati e dei quali prob­a­bil­mente nul­la andrà per poten­ziare la scuo­la a Campiglia.
Quel­lo che in questo quadro fa vera­mente indignare è da una parte la pro­ter­via con la quale il Comune trat­ta un tema così impor­tante (la scuo­la d’in­fanzia) come se fos­se ordi­nar­ia ammin­is­trazione sen­za sen­tire il bisog­no di con­frontar­si con i cit­ta­di­ni se non a scelte fat­te, dal­l’al­tra essere pre­si in giro par­lan­do con­tem­po­ranea­mente alla riduzione dei servizi di volon­tà di riv­i­tal­iz­zare il cen­tro stori­co.
Ma questo modo a dir poco stra­no di pro­cedere del­l’am­min­is­trazione che dice una cosa ma ne fa un’al­tra, si è ripetu­ta anche nel caso del­la offer­ta cul­tur­ale del Teatro dei Con­cor­di.
Il Teatro fino a che era fun­zio­nante (2015) ha pre­sen­ta­to un cartel­lone per la mag­gior parte di un liv­el­lo che super­a­va quel­lo locale e ama­to­ri­ale, offren­do quin­di spet­ta­coli in gra­do di richia­mare il pub­bli­co da un ter­ri­to­rio ampio.
Oggi leggen­do quan­to il Comune ci dice sul­la nuo­va ges­tione e sul cartel­lone si con­sta­ta imme­di­ata­mente che si vuol fare del Teatro dei Con­cor­di uno spazio qua­si esclu­si­va­mente des­ti­na­to a com­pag­nie ama­to­ri­ali.
In questo non c’è nec­es­sari­a­mente niente di male ma cer­to sig­nifi­ca che il Comune ha fat­to una pre­cisa scelta sen­za dis­cuterne con i cit­ta­di­ni e pas­san­do sopra la tes­ta di tut­ti quel­li che forse avreb­bero volu­to dire la loro in quan­to dotati di adeguati stru­men­ti cul­tur­ali.
Non è seg­nale di grande effi­cien­za imp­ie­gare un anno e mez­zo per fare 30mila euro di lavori, così come non è seg­no di trasparen­za dare l’in­car­i­co di ges­tione sen­za un con­cor­so e sen­za far conoscere le con­dizioni che il Comune ha pos­to sul numero degli spet­ta­coli, sul­la qual­ità degli stes­si e sui cri­teri di affi­da­men­to degli spazi per even­ti che esu­lassero dal cartel­lone.
Ma quel­lo che vera­mente demor­al­iz­za è che tut­to il pro­ced­i­men­to nelle forme e nei con­tenu­ti va esat­ta­mente con­tro la tan­to strom­baz­za­ta volon­tà di riqual­i­fi­care il cen­tro stori­co.

Comi­ta­to per Campiglia

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