Con questa maggioranza che divide si fa poca strada

Luigi Coppola

PIOMBINO 17 aprile 2017 — Le moti­vazioni addotte dal­la mag­gio­ran­za con­tro la richi­es­ta di un con­siglio comu­nale aper­to sul­la vicen­da Cevi­tal han­no poco sen­so, met­ten­do in evi­den­za tut­ti i lim­i­ti del pro­prio spes­sore politi­co. L’unico risul­ta­to ottenu­to con questo dis­cutibile atteggia­men­to arro­gante è l’acuire delle divi­sioni. Il sin­da­co ha affer­ma­to di vol­er evitare di dis­unire il movi­men­to, per­al­tro sarebbe oppor­tuno capire a chi si riferisse facen­do nomi, cog­no­mi e sigle. Nel frat­tem­po però non si accorge che la cit­tà sul­la vicen­da siderur­gi­ca è tutt’altro che uni­ta. Sarebbe oppor­tuno sot­to­lin­eare ques­ta aspet­to, qualo­ra qual­cuno non l’abbia o fac­cia fin­ta di non aver­lo capi­to. La realtà è che si vuole evitare di aprire un dibat­ti­to vero ed autorev­ole, che pon­ga una conc­re­ta e molto più real­is­ti­ca pos­si­bil­ità rispet­to alle altre in cam­po: “la fine del­la pro­duzione di acciaio a Piom­bi­no”. Non esiste nes­sun altro luo­go in Europa, se non espe­rien­ze mar­gin­ali, in cui una fab­bri­ca fal­li­ta, con un fardel­lo pesante di esuberi e con un alto­forno defin­i­ti­va­mente spen­to, abbia ricom­in­ci­a­to a pro­durre. Ovunque, dopo scelte dif­fi­cili, ma ine­ludi­bili, sono ripar­ti­ti con la ricon­ver­sione attra­ver­so forme di bonifi­ca attua­bili, sen­za inutili ed irre­al­iz­z­abili sog­ni. Qui invece, dopo aver fat­to scap­pare tut­ti i “veri” impren­di­tori siderur­gi­ci, stru­men­tal­iz­zan­do la fidu­cia a Rebrab con la prospet­ti­va dell’agroalimentare e del­la logis­ti­ca, nonos­tante la con­sapev­olez­za dei rischi e delle evi­den­ti promesse non del tut­to sosteni­bili, si viag­gia in alto mare e sen­za meta. Tut­to ciò in un ter­ri­to­rio con un piano strut­turale ora­mai obso­le­to e con un rego­la­men­to urban­is­ti­co sen­za una lin­ea conc­re­ta di svilup­po. L’unico inter­ven­to urban­is­ti­co di rilie­vo sostenu­to è una vari­ante inutile e con fini stru­men­tali al servizio esclu­si­vo del­la siderur­gia. I 50 mil­ioni per le boni­fiche che van­no e ven­gono, ma anco­ra non si capisce se e dove si fer­mer­an­no. Lo stes­so per il pro­l­unga­men­to del­la S.S. 398: dichiarazioni di inten­ti e finanzi­a­men­ti trovati, ma bas­ta muover­si nei mean­dri min­is­te­ri­ali per capire che siamo anco­ra sola­mente alle parole, soprat­tut­to quan­do entra in cam­po il CIPE. L’agroalimentare e la logis­ti­ca non sono più un tema all’ordine del giorno, nonos­tante fos­sero la chi­ave di vol­ta per evitare gli esuberi ed il fiore all’occhiello del prog­et­to Cevi­tal, ma nes­suno ne par­la più. Tut­ti focal­iz­za­ti solo ed esclu­si­va­mente sull’acciaio, come nel sec­o­lo scor­so. L’indotto è mor­to e sepolto, non potrà cer­to ripren­der­si sen­za una vera diver­si­fi­cazione che abbia una prospet­ti­va futu­ra a lun­go rag­gio, poiché, se pur ripar­tirà la siderur­gia, sarà per un numero molto esiguo di lavo­ra­tori, infe­ri­ore di gran lun­ga agli attuali dipen­den­ti Afer­pi. Nes­suno chiede il “mea cul­pa” in questo frangente, anche se è inutile e poco dig­ni­toso che vi sia chi cer­ca di nascon­der­si dalle pro­prie respon­s­abil­ità; in questo frangente è indis­pens­abile un seg­no tan­gi­bile di autorev­olez­za, sobri­età, razion­al­ità e soprat­tut­to ver­ità. Per­tan­to, è inevitabile che deb­ba esser­ci un cam­bio di pas­so. I pro­tag­o­nisti dei con­sec­u­tivi fal­li­men­ti di cui è vit­ti­ma la cit­tà non sono chiara­mente più in gra­do di gestire ques­ta dif­fi­cile situ­azione. Il loro per­se­ver­are nel chiedere al gov­er­no di far rispettare a Rebrab gli impeg­ni pre­si, come se ci fos­sero gli stru­men­ti per far­lo, ed i rifer­i­men­ti con­tinui ai cicli­ci ammor­tiz­za­tori sociali non solo sono avvi­len­ti e dise­d­uca­tivi, ma mor­ti­f­i­cano anche quel­la parte mag­gior­i­taria del­la comu­nità locale, soprat­tut­to quel­la più gio­vane, ora­mai molto più con­sapev­ole del­la pro­pria classe diri­gente.

Commenta il post