Questo intendiamo per Lavori di Pubblica Necessità
PIOMBINO 3 maggio 2019 — In vista dell’incontro delle organizzazioni sindacali in Regione sui Lavori di Pubblica Utilità, in programma per l’8 maggio, il Coordinamento Art.1‑Camping CIG sottopone all’attenzione di tutti alcuni nodi decisivi in merito, avendo recentemente avanzato in un’assemblea pubblica una propria proposta organica per sperimentare Lavori di Pubblica Necessità: così designiamo interventi destinati alle aree di crisi complessa, come Piombino, sostanzialmente diversi dai Lavori Socialmente Utili e dai Lavori di Pubblica Utilità. Ci preme precisare le questioni centrali per realizzare obbiettivi più generali dell’occasionale sostegno al reddito di lavoratori in ammortizzatori sociali e disoccupati: nella Val di Cornia che soffre una crisi strategica, c’é bisogno di strategie all’altezza della grave situazione. La nostra proposta è quindi un altro tassello dell’impegno per il diritto e la dignità del lavoro, che ci contraddistingue da anni.
Occorre investire fondi pubblici su larga scala (Area di Crisi Complessa, Sito di Interesse Nazionale, Progetti Europei etc), i quali consentano concretamente l’avvio di progetti per uno sviluppo di qualità. Se si parte senza stanziamento di consistenti fondi disponibili (da Governo, Regione, Unione Europea), si va poco lontano.
Servono infatti interventi corposi, necessari allo sviluppo, quali bonifica e messa in sicurezza aree del Sito di Interesse Nazionale (SIN), manutenzione straordinaria e sicurezza del territorio (idrogeologica, antincendio, florofaunistica), opere di ripristino, salvaguardia e fruibilità turistica dei litorali, manutenzione straordinaria di infrastrutture (perdite acquedotti, abbattimento barriere architettoniche), controllo, messa in sicurezza e manutenzione strutture viarie ed edifici pubblici (scuole in primis), secondo progetti coordinati dai Comuni, selezionati con ampia partecipazione dei lavoratori e dei cittadini.
Le importanti risorse pubbliche, rappresentate da ammortizzatori sociali e reddito di cittadinanza corrisposti a chi ne ha diritto, devono essere investite in modo da diminuire nella misura corrispondente il costo per i Comuni degli interventi urgenti e in abbandono da lungo tempo. E si devono prevedere incentivi per i lavoratori titolari di ammortizzatori sociali in attesa di tornare al proprio posto di lavoro e per i beneficiari di reddito di cittadinanza, coinvolti su base volontaria nei Lavori di Pubblica Necessità: salario pieno del posto occupato, piena copertura pensionistica, a fronte dell’orario di lavoro pieno. Così pure, eventuali sgravi fiscali per le imprese coinvolte.
La partecipazione ai Lavori di Pubblica Necessità, su base volontaria, deve essere aperta a tutti i percettori di ammortizzatori sociali o reddito di cittadinanza, non solo siderurgici, e trainare anche quote di disoccupati non percettori di forme di sostegno al reddito. Questi troverebbero disponibili un certo numero di posti di lavoro che non sono mai stati attivati in passato e non lo sarebbero oggi senza i Lavori di Pubblica Necessità. Non tanto, dunque, una risposta unicamente alla crisi delle acciaierie, bensì un approccio, tanto parziale quanto determinato e non solo simbolico, alla crisi complessiva della Val di Cornia.
Indispensabile il raccordo istituzionale Regione, Governo, Parlamento per gli aggiustamenti normativi necessari, anche in deroga temporanea sperimentale.
Se mancasse anche una sola di queste precondizioni, la manovra in gestazione si ridurrebbe a una ennesima mossa dilatoria per anestetizzare la percezione, tanto diffusa quanto confusa, della gravità della situazione.
Coordinamento Art.1‑Camping CIG