Qui una Unità Operativa Complessa di cardiologia
PIOMBINO 18 gennaio 2020 — La Regione Toscana mette a disposizione, ormai da qualche anno, importanti report che descrivono il profilo di salute dei territori afferenti alle singole Società della Salute.
Tali dati, interessantissimi, sono elaborati in collaborazione con l’Agenzia Regionale di Sanità, il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Sant’Anna di Pisa, l’Osservatorio Sociale Regione, il Centro Regionale per l’Infanzia e Adolescenza e il Servizio Sanitario della Regione Toscana. Tali prestigiosi istituti certificano, indubbiamente, la qualità dei dati e la loro affidabilità nel fotografare lo stato dell’arte della situazione socio-sanitaria di un dato territorio.
Queste evidenze dovrebbero essere lo strumento a disposizione di chi governa la sanità, al fine di comprendere quali siano le effettive necessità di un territorio ed i vari elementi di vulnerabilità, permettendo quindi, alla politica, di poter mettere in atto tutte quelle misure necessarie a correggere fattori di criticità rappresentati, ad esempio, da più alti tassi di prevalenza di malattia rispetto ad altri campioni di riferimento ad esempio i dati dell’intera Regione Toscana).
I dati sono tanto più solidi ed affidabili quanto è più numeroso il campione e questa è dogma statistico. È quindi chiaro che alcuni di questi, ad esempio quelli che fanno riferimento a patologie meno frequenti, non hanno una forza numerica tale da poter essere statisticamente significativi, cioè scientificamente validi. Parimenti, i dati che fanno riferimento a malattie più frequenti hanno tale forza statistica da validarne l’aspetto scientifico.
Il profilo di salute della Val di Cornia e della Val di Cecina, le due zone che afferiscono alla nuova Società della Salute “Valli Etrusche”, ci disegna perfettamente lo stato socio-sanitario di questo ampio territorio e non possiamo non assumere tale importante documento, come riferimento e linea guida nella valutazione dei fabbisogni socio-sanitari della nostra comunità e come principale determinante per stabilire un’ottimale distribuzione dei servizi, sia territoriali che afferenti all’ ospedale unico Cecina-Piombino. Tali report ci indicano, inoltre, in maniera inequivocabile, quali siano i punti deboli del sistema sanitario locale, che necessitano di un cambio di direzione nella programmazione della politica sanitaria del territorio.
L’alto tasso di prevalenza di morbilità e mortalità delle malattie cardiovascolari
Sono molti gli elementi interessanti che emergono dalla impegnativa lettura di tali report. Ci sarebbe bisogno di ben altro spazio per analizzarli a fondo. Ma su tutti emerge un dato inequivocabile quanto preoccupante ed è rappresentato dall’alto tasso di prevalenza di morbilità e mortalità delle malattie cardiovascolari nel nostro territorio. Le cause delle malattie cardiovascolari sono molteplici e sono legate a vari fattori di rischio (età, fumo, obesità, diabete, ecc). Tuttavia la numerosità del campione è tale che, la netta differenza di valori rispetto ad altre zone, sia dell’ASL Nord Ovest che di tutta la Regione, che è statisticamente significativa, non può non far presuppore che vi siano uno o più elementi peculiari nella zona che possano rappresentare ulteriori fattori di rischio per l’insorgenza di tali manifestazioni patologiche.
Essendo notoriamente Piombino un’area SIN, sarebbe facile presupporre un potenziale ruolo dell’inquinamento nella patogenesi di tali malattie. Ciò che tuttavia sorprende è che, separando i dati di Piombino rispetto a quelli degli altri Comuni della Val di Cornia, questi ultimi presentano addirittura una maggiore prevalenza di malattie cardiovascolari rispetto a quella, comunque alta, del Comune di Piombino.
È chiaro che nessuno ha gli elementi per poter spiegare i motivi di tale fenomeno, anche se sarebbe importante avere la possibilità di commissionare uno studio ad epidemiologi e clinici per comprenderne la genesi.
Quindi, se dal punto di vista strettamente scientifico non è possibile esprimere alcuna valutazione (e non sarebbe questa la sede adatta né tantomeno io la persona qualificata per farlo), dal punto di vista politico questi dati ci indicano un indirizzo ben preciso: il nostro territorio ha assoluta necessità di un sviluppo della cardiologia, sia in termini di offerta diagnostica che terapeutica.
È necessario anche capire se l’outcome, cioè l’esito del trattamento delle patologie cardiovascolari tempo-dipendenti sia sovrapponibile a quello degli altri territori o se è inderogabile intervenire anche in questa direzione, rafforzando ed ottimizzando la rete dell’infarto, fino a rimettere in campo, se necessario, in una valutazione a medio-lungo termine, la partita dell’emodinamica, magari in sinergia con il territorio della Bassa Val di Cecina.
Una falla nel piano di riqualificazione dell’Ospedale Cecina-Piombino
Di fronte a tutto ciò, mi ha molto meravigliato che, nel piano di riqualificazione dell’Ospedale Cecina-Piombino redatto dall’ASL, non si sia preso affatto in considerazione tale aspetto e si è proceduto a contrarre ulteriormente l’offerta sanitaria cardiologica del territorio, riducendo il numero di Unità Operative Complesse di Cardiologia, dalle due attuali, ad una sola. È quindi evidente che, almeno in questo caso, gli elementi di criticità evidenziati dal profilo di salute del territorio siano stati totalmente ignorati. È vero che la legge Balduzzi imporrebbe una sola Unità Operativa Complessa di Cardiologia, in base al numero di abitanti del territorio, ma è altrettanto vero che siamo semplicemente di fronte alla conferma di una legge miope ed iniqua che non tiene ben presenti altri fattori fondamentali, come la vastità del territorio, le sue caratteristiche geografiche ed infrastrutturali e la sua distanza da altri centri sanitari di maggiore livello.
All’ultima Assemblea dei Soci della Società della Salute, come amministrazione piombinese, abbiamo evidenziato al Direttore Generale dell’Azienda Usl Nord Ovest, dottoressa Casani, questo aspetto di criticità e quindi la necessità di mantenere l’attuale strutturazione, che prevede due Unità Operative Complesse di Cardiologia, una a Piombino e l’altra a Cecina, magari mantenendo un profilo di base simile per i due ospedali ma ciascuno potendosi perfezionare ulteriormente in una sub-specializzazione precisa (ad esempio aritmologia) in modo da aumentare l’offerta sull’intero territorio e favorire la sinergia tra i due diversi stabilimenti. Abbiamo registrato con piacere la disponibilità a valutare questo aspetto, previa richiesta alla Regione Toscana, da parte dell’Assemblea dei soci della Società della Salute e del suo Presidente.
Questo sarebbe un passo importante nella riqualificazione sanitaria del territorio ed una vittoria della politica intesa come sinergia e concertazione tra istituzioni, una politica che, seppur animata da una legittima dialettica tra parti opposte, non può non dimenticare che il fine ultimo è il buon governo del territorio, che può nascere solo dalla consapevolezza dei reali bisogni della comunità.
*Gianluigi Palombi (nella foto in alto a sinistra) è assessore alla Sanità del Comune di Piombino