Rebrab non sia cacciato ma non accampi più scuse
PIOMBINO 16 maggio 2017 — Nelle ore in cui istituzioni e sindacato sono impegnati in un difficile e serrato confronto con la proprietà Aferpi, chiediamo a tutti gli attori istituzionali il massimo dell’unità e della determinazione, nel solo interesse della comunità e dell’industria italiana. Qualsiasi atteggiamento anche solo vagamente giustificatorio nei confronti di Rebrab sarebbe dannoso oltreché incomprensibile, alla luce dei ritardi, delle omissioni e delle inadempienze da parte dell’azienda che oggi è chiamata ad assumersi finalmente le proprie responsabilità. Non condividiamo posizioni pregiudizialmente contrarie e nessuno di noi chiede che Rebrab venga cacciato, per altro senza aver costruito alternative credibili, ma non è accettabile il livello di indeterminatezza cui siamo giunti da parte della proprietà, che oggi deve dire, con chiarezza e senza più accampare scuse, cosa riesce a fare e cosa non è in grado di realizzare del progetto con cui si è aggiudicata la titolarità dell’ex stabilimento Lucchini. E con altrettanta chiarezza, relativamente alle componenti di quel progetto che non fosse in grado di concretizzare, l’azienda deve mettersi a disposizione per la ricerca di nuovi partner industriali che siano in grado di assicurare la realizzazione degli obiettivi previsti sia dall’accordo di programma quadro sia dal contratto di vendita: innanzitutto l’immediata messa in sicurezza dell’azienda attuale, dei laminatoi e del suo mercato, puntando a tornare a produrre acciaio, obiettivo considerato strategico dal Governo italiano e che dovrà essere mantenuto anche con l’arrivo di nuovi partner. Noi aggiungiamo che vogliamo tornare a produrre attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie, riducendo l’impatto ambientale della produzione e l’ingombro delle aree per poter facilitare il decollo di un vero processo di diversificazione economica. L’allungamento della Marzano rappresenta certamente una buona notizia per i lavoratori e per tutti noi, ma adesso chiediamo al Governo che inizi subito il lavoro per un nuovo accordo di programma che, anche alla luce delle nuove condizioni che si sono determinate, affronti temi cruciali come gli smantellamenti, insieme alla definizione di nuovi strumenti per il governo delle cosiddette aree di crisi complessa, poiché per gestire aree in cui incide una crisi straordinaria non possono essere utilizzati strumenti ordinari. Chiediamo anche all’Autorità portuale e al suo nuovo Presidente di velocizzare la realizzazione della bretella, di cui la Port authority è titolare e per la quale sono già state reperite le risorse necessarie, finalizzata al congiungimento del porto con quello che sarà il primo lotto della 398, il cui iter di realizzazione si è finalmente rimesso in moto. Quanto appena detto, insieme ai nuovi strumenti di pianificazione urbanistica su cui i Comuni sono a lavoro, rappresentano i tasselli dello stesso progetto che sarà in grado delineare un nuovo modello di sviluppo e nuove opportunità di lavoro. I lavoratori, le imprese dell’indotto e tutto il territorio, non possono più attendere.
DIREZIONE DELLA FEDERAZIONE PD VAL DI CORNIA-ELBA