Rebrab, progetti da un capo all’altro del mondo
PIOMBINO, 27 ottobre 2016 – Il parallelo è scontato: promesse e impegni sono simili e denotano inequivocabilmente la volontà di Issad Rebrab e del suo gruppo Cevital di conquistare nuovi mercati. I fatti purtroppo si vedono a Piombino prima che altrove (Brasile, Sri Lanka e in mezzo altro mondo). Dai noi in Toscana azioni concrete, ovvero le realizzazioni, ristagnano e il tempo, più che al pensiero per i lavori, è rivolto alla ricerca di finanziamenti per realizzarli. Non che il magnate algerino difetti di sostanze e non abbia buone intenzioni. Il fatto è che, oggi come oggi, trarre soldi dall’Algeria, in preda ad una consistente crisi, non è agevole. Dopo l’investimento della Brandt in Francia, il governo del paese nord africano ha alzato un muro e non consente a nessuno, neanche al maggiore investitore del paese, di superarlo.
Così sarà senza dubbio più facile per monsieur Rebrab dar corso a una delle sue ultime iniziative, annunciate dagli organi di stampa della Cabilia, la regione dove il patron è nato e cresciuto. Non ci saranno, in questo caso, dinari da esportare ma piuttosto concrete possibilità di sviluppo per il paese nord africano che, di occasioni di rilancio, ha impellente bisogno.
Nella stazione balneare di Tichy a pochi passi da Bejaia, Cevital ha promosso da tempo uno studio di fattibilità per poi annunciare un progetto da un miliardo di dollari, il più grosso investimento immobiliare mai realizzato nella zona. Su un terreno di 182 ettari, Rebrab vuole costruire un complesso turistico comprendente hotel, sale conferenze, villaggi, chalet, ostelli, motel, case vacanza per proprietari privati. Una iniziativa che potrebbe davvero trasformare la zona del capoluogo berbero nella più grande risorsa turistica del paese.
Roba da tenere a bocca dolce tutta la Cabilia.
Non però quando monsieur Rebrab vuole addolcire lo Sri Lanka dove, da poco tempo, è stato annunciato un altro rilevante progetto.
Qui Cevital, uno dei principali produttori mondiali di zucchero, si presenta come imprenditore principe del settore. Convinto che la grande isola a largo delle coste sud orientali dell’India possa diventare un esportatore di zucchero anziché un importatore, come oggi accade, Issad Rebrab ha in animo di realizzare una raffineria da 1,2 milioni di tonnellate all’anno di prodotto, una centrale elettrica e un impianto di olio vegetale. L’investimento in questo caso si prevedere in poco meno di 200 milioni di euro. La stampa locale ha già fatto proprio il benvenuto piombinese “Mercì monsieur Rebrab” e il governo si è dimostrato assai ben disposto. Morale, secondo il patron “se saranno concesse per tempo tutte le autorizzazioni necessarie, lo Sri Lanka potrà assaggiare il suo primo zucchero in 24 mesi da oggi”.
Agli annunci nell’ex Ceylon, quasi in contemporanea, hanno fatto eco, dall’altro capo del mondo, in Brasile, le speranze delle autorità del Parà, stato tra i più poveri nel nord-est del paese.
Nella capitale Belém si è riunito il consiglio del Codec, l’ente per lo sviluppo economico della regione, e ha discusso degli interventi pubblici, che invero ristagnano da qualche mese, nella zona di Marabà. È qui che si prevede di richiamare l’attenzione degli investitori stranieri ed è qui che da tempo ormai Cevital ha mosso passi consistenti trovando un alleato nella società mineraria Vale. L’intenzione è quella di promuovere la produzione di rotaie per le ferrovie destinate al mercato dell’intero continente sud americano. Perfino sfruttando l’esperienza piombinese e pare anche qualche struttura non più utilizzabile in Toscana (sulla stampa è apparsa perfino la notizia, mai confermata e francamente poco attendibile e meno praticabile, di un possibile trasloco in Parà del vecchio altoforno già della Lucchini).
Secondo un cliché noto, la disponibilità delle autorità brasiliane è almeno pari alle difficoltà a realizzare il progetto.
Nel ricco riassunto delle attività imprenditoriali del gruppo algerino non può mancare un riferimento al settore alimentare e alla volontà, chiaramente presente anche con l’arrivo a Piombino, di estendere la propria influenza sui mercati europei.
Cevital ha recentemente partecipato al Sial, il salone internazionale dell’alimentazione di Parigi (7.000 aziende e 154.000 professionisti in rappresentanza di un centinaio di paesi). Una presenza non nuova per gli algerini ma questa volta assai meno formale di sempre. Mentre infatti il gruppo sta puntando a conseguire la certificazione di qualità IFS per i propri prodotti, ovvero il passaporto per esportare la produzione nel vecchio continente, la signora Hafida Benslimane, direttore marketing del settore di Cevital, si è data un gran da fare per allacciare importanti rapporti. E sono lusinghieri i contatti che Liberté, giornale della famiglia Rebrab, riferisce nelle sue cronache: il cioccolato italiano Ferrero, la Danone e la Coca-Cola che peraltro tutti già usano lo zucchero di Cevital nelle loro produzioni. L’obbiettivo è chiaramente quello di aggredire i mercati della grande distribuzione europea dove Rebrab ha già mosso i primi passi (Spagna e Francia soprattutto) e dove gli appetiti guarderebbero ai negozi Carrefour o Auchan, ai grandi supermercati della Germania e, in previsione del conseguimento della certificazione inglese di qualità BRC, anche della Gran Bretagna.
Indubbiamente un quadro ambizioso e sicuramente non lontano dalle intenzioni di un industriale che, a 72 anni compiuti a maggio, tutto dimostra meno che rinunciare a “sognare” come scrisse il suo biografo Taieb Hafsi.
Quale il ruolo dell’acciaio, del porto, del polo agro alimentare, della logistica di Aferpi nello scenario complessivo? A lume di naso verrebbe da pensare più ad una zona di transito che ad una stazione di sosta. Al tempo l’ardua sentenza.