Referendum a Campiglia? Nemmeno parlarne
CAMPIGLIA MARITTIMA 3 febbraio 2019 — Ce l’hanno fatta. Le amministrazioni comunali di Campiglia, Piombino e San Vincenzo hanno definitivamente privatizzato RIMateria vendendo al gruppo Navarra il 30% delle azioni.
È oggi ancor più evidente quale sia lo scopo dell’operazione RIMateria: ottenere profitti dal mercato dei rifiuti speciali. I privati che hanno acquistato il 60% delle azioni hanno accettato di caricarsi un debito pregresso mai precisato ma stimato dall’ex presidente di RIMateria in 50 milioni di euro.
Una cifra assurda, frutto di scelte scriteriate che si sono sedimentate negli ultimi anni di vita dell’Asiu e che hanno prodotto un buco nei conti della società e un abbandono sostanziale della discarica di Ischia di Crociano.
Per ripianare una simile voragine e creare profitti, l’azienda avrà l’unico obiettivo di portare in Val di Cornia quanti più rifiuti speciali si riescano ad ottenere.
Il Comune di Campiglia è parte di quest’operazione. Alla responsabilità politica del mancato controllo sull’Asiu, della creazione di un’azienda che a parole doveva bonificare il SIN piombinese mentre ha trasformato il nostro territorio in un polo nazionale per lo smaltimento dei rifiuti speciali, si aggiunge una questione democratica che non può essere sottaciuta.
Anche Campiglia è azionista dell’Asiu e quindi di RIMateria e il Comitato di Salute Pubblica ha depositato anche nel nostro Comune i quesiti referendari per permettere ai cittadini di esprimersi sulla realizzazione della nuova discarica a Ischia di Crociano e sulla cessione delle azioni di RIMateria ai privati.
La vendita ai privati è già stata approvata mentre ancora il Comune non si è nemmeno espresso sull’ammissibilità dei quesiti referendari, non ha quindi detto se i cittadini di Campiglia possano o non possano esprimere la loro opinione in merito.
E ogni cinque anni, si parla di tutela della salute e del territorio e di democrazia.
Gruppo 2019