Ricerca della deroga e non rispetto delle norme
SAN VINCENZO 14 gennaio 2019 — Dopo anni di rinvii, ricorsi, difese fallimentari, tentativi di dimostrare l’indimostrabile, il Comune di San Vincenzo deve riconoscere i propri errori. Il cemento del Bayahibe sgretolato dall’escavatore è un simbolo efficace del disastro a cui porta la condotta amministrativa degli ultimi anni.
L’esito è un danno al privato che ha realizzato la struttura, un danno ai condomini che hanno saputo far valere le proprie ragioni dopo lunghi ed estenuanti ricorsi giudiziari, un danno alla comunità misurabile nell’offesa alla spiaggia, il patrimonio naturale più prezioso di cui disponiamo. C’è poi il danno d’immagine diretto per la località turistica e indiretto perché il nostro Comune, non sapendo far coincidere le regole con gli interventi ammessi, rende ogni investimento estremamente rischioso.
Un fallimento grave che si doveva evitare attraverso la certezza delle norme e l’intransigenza nell’esigerne il rispetto. Purtroppo l’andazzo a San Vincenzo è ben altro e il Bayahibe che viene demolito richiama molte altre immagini recenti o futuribili di operazioni in fin dei conti molto, troppo simili. Basti pensare a via Pianosa e alla palazzina in progetto al posto dell’ex Faro o al troppo presto dimenticato “ecomostro” presso l’hotel i Lecci.
Un fallimento complessivo tanto grave che richiederebbe garanzie per l’immediato futuro sul destino di quel tratto di spiaggia ma soprattutto richiederebbe garanzie per il futuro sul ripristino di un sistema di regole condivise e chiare che valgano per tutti e per ciascuno senza distinzione alcuna. Un principio cardine ormai dimenticato a San Vincenzo e i danni li paghiamo tutti, proprio tutti, persino quelli che ritenevano di poter trarre un vantaggio.
Purtroppo la politica urbanistica del Comune negli ultimi anni è stata improntata non alla pianificazione ma alla variante, non all’applicazione delle norme ma alla ricerca della deroga, non alla definizione degli obiettivi di pubblico interesse ma alla cura di obiettivi molto particolari e circoscritti.
Di ripensamenti non ne vediamo neppure in lontananza, la demolizione avviene senza una profonda e chiara autocritica da parte di chi troppe volte, sempre a torto, usando in modo improprio le istituzioni, ha difeso la legittimità di quella realizzazione e oggi è costretto a demolire quel cemento e il suo castello di storie.
Gruppo Consiliare Assemblea Sanvincenzina