Rifiuti pericolosi e non dove si prevede la siderurgia

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PIOMBINO 24 gen­naio 2018 — La Regione Toscana ha deciso di esclud­ere dal­la pro­ce­du­ra di val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale il prog­et­to di “real­iz­zazione di un impianto di smal­ti­men­to e recu­pero di rifiu­ti spe­ciali peri­colosi e non peri­colosi”, pro­pos­to dal­la soci­età Wecol­o­gis­tic a Ischia di Cro­ciano a Piom­bi­no, sub­or­di­nata­mente al rispet­to di pre­scrizioni e con l’indi­cazione di rac­co­man­dazioni.
L’attività pro­pos­ta con­trasta con le pre­vi­sioni urban­is­tiche vigen­ti (attual­mente la vari­ante Afer­pi approva­ta il 20 dicem­bre 2017 dal Comune di Piom­bi­no indi­vid­ua come “Ambiti indus­tri­ali di espan­sione per l’in­dus­tria siderur­gi­ca” le aree su cui sorg­erà l’impianto) ma il Comune se l’è cava­ta affer­man­do che l’ autor­iz­zazione inte­gra­ta ambi­en­tale che dovrà essere richi­es­ta e rilas­ci­a­ta dovrà cos­ti­tuire nec­es­sari­a­mente vari­ante agli stru­men­ti urban­is­ti­ci vigen­ti.
Da parte sua la Regione si limi­ta ad affer­mare che la real­iz­zazione e l’e­ser­cizio degli inter­ven­ti e delle attiv­ità pre­visti si dovran­no con­for­mare alle norme tec­niche di set­tore nonché alla per­ti­nente dis­ci­plina nor­ma­ti­va degli atti di piani­fi­cazione ter­ri­to­ri­ale e set­to­ri­ale.

Non è pas­sato anco­ra un mese dall’approvazione del­lo stru­men­to urban­is­ti­co e già si dice sì ad una pre­vi­sione diver­sa.
Il che è la dimostrazione, se ve n’era bisog­no, che Comune e Regione han­no defin­i­ti­va­mente rin­un­ci­a­to ad esercitare la loro fun­zione pri­maria di pro­gram­mazione del ter­ri­to­rio.

«Il sito per l’insediamento dell’impianto del­la soc. Wecol­o­gis­tic S.r.l. — scrive la Regione — con­fi­na a Nord e ad Est con lo sta­bil­i­men­to Dalmine, men­tre nel­la propag­gine nord-occi­den­tale con un’area a parcheg­gio attigua alla Stra­da del­la Base Geo­det­i­ca (SP 40), a sua vol­ta adi­a­cente ad un fos­so di bonifi­ca afflu­ente di sin­is­tra del Fos­so Cor­nia Vec­chia, e quin­di con aree ver­di. A Sud ed Ovest con­fi­na con l’area in con­ces­sione a REDI S.p.a. e con Afer­pi Steel Com­pa­ny — ex Luc­chi­ni Spa -; sul lato Ovest, oltre la via­bil­ità di acces­so all’area Afer­pi, risul­ta molto prossi­ma al sito in ogget­to la ex A.S.I.U. dis­car­i­ca com­pren­so­ri­ale per RSU Spa, oggi con­ver­ti­ta in dis­car­i­ca per rifiu­ti spe­ciali peri­colosi e non peri­colosi del­la RiMa­te­ria SpA; la super­fi­cie totale inter­es­sa­ta dal prog­et­to è di cir­ca 36.000 mq di cui cir­ca 26.000 mq sono aree scop­erte adib­ite a piaz­za­li, parcheg­gi e manovra; le strut­ture edilizie esisten­ti con­stano di un capan­none (denom­i­na­to C5) di 10.000 mq (di cui in uso per questo impianto cir­ca 8.000 mq), una palazz­i­na uffi­ci di 200 mq, un’area cop­er­ta da tet­toia di 600 mq. Il capan­none C5 sarà sezion­a­to in due par­ti com­ple­ta­mente sep­a­rate con rel­a­tivi acces­si­bili da ingres­si indipen­den­ti; quel­la des­ti­na­ta all’attività di ges­tione di rifiu­ti ogget­to del pre­sente stu­dio sarà di cir­ca 8.000 mq. La parte del capan­none di cir­ca 2.000 mq non des­ti­na­ta all’attività ogget­to di trat­tazione e l’area cop­er­ta ascriv­i­bile alla tet­toia di cir­ca 60 mq in ques­ta fase non saran­no des­ti­nate ad alcun uti­liz­zo e rimar­ran­no non occu­pate da beni e/o appa­rati».
«Il pro­ced­i­men­to di ver­i­fi­ca in cor­so – con­tin­ua la Regione — è pro­pe­deu­ti­co alla fase autor­iz­za­ti­va (AIA) per l’esercizio da parte del­la dit­ta Wecol­o­gis­tic s.r.l. di una nuo­va attiv­ità di ges­tione rifiu­ti spe­ciali peri­colosi e non peri­colosi. L’attività ver­rà svol­ta all’interno di un’area di pro­pri­età dema­niale, ubi­ca­ta in un com­par­to con des­ti­nazione d’uso esclu­si­va­mente indus­tri­ale. Per quan­to indi­ca­to dal pro­po­nente è in cor­so da parte del­la Wecol­o­gis­tic s.r.l. il suben­tro nel­la con­ces­sione dema­niale dell’area medi­ante l’acquisizione del ramo d’azienda dal­la dit­ta REDI Spa, attuale pro­pri­etaria».

Di segui­to le pre­scrizioni e rac­co­man­dazioni ai fini del­la richi­es­ta di rilas­cio del­la autor­iz­zazione inte­gra­ta ambi­en­tale:

Con­fron­to con le BAT (migliori tec­niche disponi­bili)
Per il con­fron­to con le BAT, il pro­po­nente dovrà riferir­si anche al Final Draft delle BATc nel­la revi­sione dell’ottobre 2017, in vista del­la sua approvazione defin­i­ti­va.

Ambi­ente idri­co e scarichi
a) Il pro­po­nente dovrà priv­i­le­gia­re l’impiego di acqua di qual­ità infe­ri­ore a quel­la pota­bile per gli usi indus­tri­ali. Infat­ti si pre­cisa che non sarà ammes­so l’uso di acqua pota­bile per scopi non per­ti­nen­ti: in par­ti­co­lare ci rife­ri­amo al pun­to 6.2.4 del­lo “Stu­dio Pre­lim­inare Ambi­en­tale” rel­a­ti­va­mente al lavag­gio dei piaz­za­li e delle cosid­dette “baie”. Per tale attiv­ità dovrà essere trova­ta una soluzione alter­na­ti­va; si rac­co­man­da di prevede il riu­ti­liz­zo delle AMD, fat­ti salvi i nec­es­sari req­ui­si­ti qual­i­ta­tivi;
b) Il gestore in fase di eser­cizio del­l’at­tiv­ità dovrà dimostrare l’effettiva assen­za di con­t­a­m­i­nazione delle acque mete­oriche dila­van­ti, ai sen­si dell’art.39 c.1 del DPGRT n.46/R/08. Inoltre dovrà dimostrare la non nec­es­sa­ri­età di un sis­tema di rac­col­ta e trat­ta­men­to delle acque di pri­ma piog­gia. c) il Pro­po­nente dovrà fornire insieme agli elab­o­rati del­la rete di acque­dot­to e fog­natu­ra inter­na all’area d’impianto, i seguen­ti dati min­i­mi:
1. vol­ume idropota­bile rel­a­ti­vo al fab­bisog­no gior­naliero e ann­uo del­la strut­tura;
2. Qualo­ra si chiedesse di recap­i­tar­li in pub­bli­ca fog­natu­ra, vol­ume gior­naliero dei liqua­mi civili scar­i­cati.
d) non dovran­no essere real­iz­za­ti aumen­ti nei pre­lievi delle acque di fal­da rispet­to a quan­to indi­ca­to negli elab­o­rati di prog­et­to.

Rifiu­ti
a) In con­sid­er­azione delle oper­azioni di mis­ce­lazione che si inten­dono effet­tuare, la val­u­tazione del­la com­pat­i­bil­ità tra i rifiu­ti diven­ta uno degli ele­men­ti di rilie­vo in fase di prog­et­tazione del­la loro ges­tione. Di tale aspet­to dovrà essere for­ni­to il det­taglio sulle speci­fiche mis­ce­lazioni pre­viste e pro­ce­dur­iz­za­to in fase di rilas­cio di AIA, pren­den­do anche a rifer­i­men­to come nor­ma­ti­va tec­ni­ca il Doc­u­men­to Con­feren­za delle Regioni e delle Province Autonome del 22.11.2012.
b) I rifiu­ti da mis­ce­lare e i prodot­ti di tale oper­azione potran­no essere deposi­tati e trat­tati in un’u­ni­ca baia, fat­ta sal­va la nec­es­saria sep­a­razione e iden­ti­fi­cazione uni­vo­ca dei diver­si CER, nonché l’adozione dei pre­si­di ambi­en­tali oppor­tu­ni, così come defin­i­ti dalle BAT.
c) La pre­dis­po­sizione delle pro­ce­dure rel­a­tive alla ges­tione dei rifiu­ti dovrà essere ver­i­fi­ca­ta in fase autor­iz­za­to­ria ed este­sa a tut­ti i flus­si richi­esti.
d) In fase autor­iz­za­to­ria il pro­po­nente dovrà dimostrare nel det­taglio la coeren­za del­la capac­ità di stoccag­gio degli spazi a dis­po­sizione con le quan­tità di rifiu­ti che si richiede di gestire, dichiaran­do le vol­ume­trie a dis­po­sizione cor­rispon­den­ti agli spazi, e sul­la base dei flus­si richi­esti, le vol­ume­trie sti­mate per gli stoccag­gi istan­ta­nei di pun­ta dichiarati, in modo da pot­er effet­tuare il con­fron­to.
e) l’area ester­na al capan­none non potrà in nes­sun caso essere uti­liz­za­ta per lo stoccag­gio di mate­ri­ali di alcun tipo.
f) dovran­no essere pre­viste pro­ce­dure orga­niz­za­tive che tengano con­to del cor­ret­to rap­por­to tra quan­tità di rifiu­ti in ingres­so, tem­pi di lavo­razione e quan­tità in usci­ta, final­iz­zate a impedire il per­manere di stoccag­gi inap­pro­priati all’aper­to, sia in azien­da che nei luoghi “di scam­bio” .

Amianto e radioat­tiv­ità
In fase autor­iz­za­ti­va dovrà essere pre­sen­ta­to un pro­gram­ma un mon­i­tor­ag­gio delle fibra di amianto in aria in prossim­ità dell’impianto di ges­tione rifiu­ti e nelle zone lim­itrofe, in relazione ai ven­ti prevalen­ti, che inclu­da un val­u­tazione ante-oper­am.

Emis­sioni in atmos­fera
a) Il pro­po­nente dovrà effet­tuare la misura (con sis­tema di ril­e­va­men­to delle anom­alie) e reg­is­trazione in con­tin­uo delle por­tate trat­tate e dif­feren­ze di pres­sione del­l’aria aspi­ra­ta tra entra­ta ed usci­ta dei sis­tema di fil­trazione pre­sen­ti, anche ver­i­f­i­can­do l’ap­plic­a­bil­ità delle tec­niche illus­trate nelle BAT trasver­sali “Mon­i­tor­ing of emis­sions to air and water from IED instal­la­tions” ROM (aggior­nate al 06/2017).
b) Il capan­none adibito alla ges­tione dei rifiu­ti dovrà essere man­tenu­to in depres­sione (come indi­ca­to dal­lo stes­so Pro­po­nente), sen­za aper­ture incon­trol­late, ovvero l’accesso dovrà essere effet­tua­to attra­ver­so varchi e porte ad apertura/chiusura rap­i­da, auto­matiche e tem­po­riz­zate.
c) Il pro­po­nente dovrà appro­fondire gli aspet­ti rel­a­tivi agli impat­ti di tipo olfat­ti­vo, anche pre­sen­tan­do uno stu­dio final­iz­za­to a val­utare gli impat­ti mas­si­mi atte­si in segui­to all’e­ser­cizio del­l’impianto (pos­sono essere prese a rifer­i­men­to le Linee gui­da adot­ta­ta dal­la Provin­cia Autono­ma di Tren­to).
d) In relazione alle emis­sioni dif­fuse prodotte dal traf­fi­co indot­to, si ritiene nec­es­sario che le aree esterne all’edificio, soprat­tut­to quelle adib­ite al tran­si­to dei mezzi di trasporto siano pavi­men­tate (asfal­tate) e ven­ga pre­vista una fre­quente e rego­lare pulizia delle stesse.
e) La Soci­età ha trasmes­so una pro­pos­ta di quadro emis­si­vo indi­can­do come pos­si­bili inquinan­ti solo polveri e COT. Con­sid­er­a­ta la vari­età dei rifiu­ti che inten­dono gestire, sarà nec­es­sario in fase autor­iz­za­ti­va una più det­tagli­a­ta val­u­tazione degli inquinan­ti poten­zial­mente emes­si.
f) la qual­ità dell’aria a liv­el­lo del sito di Orti Bot­tagone non dovrà dete­ri­o­rar­si rispet­to alle con­dizioni attuali e non dovran­no real­iz­zarsi dis­tur­bi di tipo odor­igeno.

Rumore
Il pro­po­nente dovrà svol­gere i mon­i­tor­ag­gi ambi­en­tali con le modal­ità e le tem­p­is­tiche indi­cate nel piano pro­pos­to: un mon­i­tor­ag­gio all’avvio delle attiv­ità e, suc­ces­si­va­mente, ogni tre anni.

Suo­lo e sot­to­suo­lo
a) Il Pro­po­nente dovrà eseguire la redazione dei pro­to­col­li, ai quali si fa rifer­i­men­to nel­la doc­u­men­tazione inte­gra­ti­va, final­iz­za­ti ad impedire sver­sa­men­ti di inquinan­ti nel sot­to­suo­lo, nonché di prevedere azioni di dife­sa locale del­l’impianto rispet­to alla pos­si­bil­ità di allu­vion­a­men­to del­l’area, anche con­nes­sa a dif­fi­coltà di deflus­so e a crit­ic­ità sia del­la rete di drenag­gio arti­fi­ciale sia del reti­co­lo drenante sec­on­dario.
b) gli acces­si al capan­none dovran­no garan­tire la chiusura a tenu­ta di acqua almeno fino a 40 cm di altez­za.

2 risposte a “Rifiuti pericolosi e non dove si prevede la siderurgia”

  1. Renzo Carletti says:

    Ques­ta ammin­is­trazione comu­nale è pri­va di qual­si­asi capac­ità di indi­vid­uare un nuo­vo quadro di rifer­i­men­to per un futuro svilup­po del­la nos­tra zona. Quadro di rifer­i­men­to in base al quale atti­rare inves­ti­men­ti ed imp­rese. Man­can­do ques­ta capac­ità accoglie qual­si­asi pro­pos­ta. Attiv­ità impat­tan­ti come quelle del trat­ta­men­to dei rifiu­ti peri­colosi, che dif­fi­cil­mente sono accettate in altri ter­ri­tori, trovano qui una calorosa accoglien­za. Nes­suna rif­les­sione sul­l’im­pat­to neg­a­ti­vo che tale stra­da avrà su altri set­tori che già oggi dan­no più posti di lavoro e che tro­vereb­bero qui un ulte­ri­ore nat­u­rale svilup­po: agri­coltura, tur­is­mo, trasfor­mazione dei prodot­ti agri­coli, pic­cole e medie imp­rese di alta tecnologia…saranno allon­tanate da una zona che sem­pre più con­cen­tra dis­cariche e trat­ta­men­to dei rifiu­ti spe­ciali peri­colosi. Anche altre ditte come la Creo (trat­ta­men­to rifiu­ti per ottenere bio­com­bustibile) han­no trova­to val­u­tazioni pos­i­tive e persi­no sul por­to si aus­pi­ca che quan­to pri­ma inizi lo sman­tel­la­men­to delle navi mil­i­tari. Attiv­ità che occu­pano gran­di spazi, non dan­no che pochissi­mi posti di lavoro, inquinano l’am­bi­ente, escludono uno svilup­po diver­si­fi­ca­to.

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