Rifiuti urbani: rotta a sud tra scogli e marosi

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PIOMBINO 13 mag­gio 2018 – La Com­mis­sione par­la­mentare di inchi­es­ta sulle attiv­ità ille­cite con­nesse al ciclo dei rifiu­ti e su illeciti ambi­en­tali ad esse cor­re­lati ha approva­to il 28 feb­braio 2018 una Relazione ter­ri­to­ri­ale sul­la regione Toscana (rela­tori il sen­a­tore Lau­ra Pup­pa­to (nel­la foto in alto a sin­is­tra, ndr) e il dep­u­ta­to Ste­fano Vig­naroli) nel­la quale viene anche affronta­to il tema del fun­zion­a­men­to del­la ges­tione inte­gra­ta dei rifiu­ti urbani nell’ ATO Toscana Sud.
La cosa inter­es­sa diret­ta­mente la Val di Cor­nia: i let­tori ricorder­an­no la teo­ria del­la rot­ta ver­so sud e il con­seguente inser­i­men­to dei Comu­ni nell’ATO Toscana Sud, con gli evi­den­ti ben­efi­ci che sareb­bero derivati da quel­la scelta.
Purtrop­po la relazione del­la Com­mis­sione tes­ti­mo­nia il con­trario ed anzi for­nisce infor­mazioni che non pos­sono non gener­are ele­men­ti di forte pre­oc­cu­pazione.
Rias­sum­i­amo il tut­to, con le stesse parole usate dal­la Com­mis­sione.

Che cosa sono gli ATO rifiu­ti
Per la ges­tione la ges­tione inte­gra­ta dei rifiu­ti urbani sono sta­ti isti­tu­iti in Toscana tre ambiti ter­ri­to­ri­ali otti­mali (ATO):

  • ATO Toscana Cen­tro, cos­ti­tu­ito dai comu­ni com­pre­si nelle province di Firen­ze, Pra­to e Pis­toia, con esclu­sione dei comu­ni di Mar­ra­di, Palaz­zuo­lo sul Senio e Firen­zuo­la;
  • ATO Toscana Cos­ta, cos­ti­tu­ito dai comu­ni com­pre­si nelle province di Mas­sa Car­rara, Luc­ca, Pisa e Livorno, con esclu­sione di sei comu­ni di quest’ultima provin­cia (Piom­bi­no, Castag­ne­to Car­duc­ci, San Vin­cen­zo, Campiglia Marit­ti­ma, Suvere­to e Sas­set­ta);
  • ATO Toscana Sud, cos­ti­tu­ito dai comu­ni com­pre­si nelle province di Arez­zo, con esclu­sione del comune di Ses­ti­no, di Siena, di Gros­se­to, nonché da sei comu­ni del­la Val di Cor­nia, in provin­cia di Livorno, cioè, Piom­bi­no, Castag­ne­to Car­duc­ci, San Vin­cen­zo, Campiglia Marit­ti­ma, Suvere­to e Sas­set­ta.

Questi ulti­mi Comu­ni, già inser­i­ti nell’ ATO Toscana Cos­ta, furono, su loro richi­es­ta, da essa estrap­o­lati ed inser­i­ti dal­la Regione Toscana nell’ ATO Toscana Sud nel giug­no 2013.
Per cias­cun ambito ter­ri­to­ri­ale è sta­ta isti­tui­ta l’autorità per il servizio di ges­tione inte­gra­ta dei rifiu­ti urbani (ATO), ente rap­p­re­sen­ta­ti­vo di tut­ti i Comu­ni apparte­nen­ti all’ambito ter­ri­to­ri­ale otti­male di rifer­i­men­to. Le autorità, cos­ti­tu­ite nel 2012, han­no per­son­al­ità giuridi­ca di dirit­to pub­bli­co e sono dotate di autono­mia orga­niz­za­ti­va, ammin­is­tra­ti­va e con­tabile. In par­ti­co­lare, tra le fun­zioni attribute all’ente, vi è l’espletamento delle pro­ce­dure di affi­da­men­to del servizio di ges­tione dei rifiu­ti urbani.

L’appalto del servizio e il sogget­to vin­cente
ATO Toscana Sud ha com­ple­ta­to le pro­ce­dure di affi­da­men­to del servizio (gara per la con­ces­sione) e così in questo ambito, già a par­tire dal 1° gen­naio 2014, opera il nuo­vo gestore SEI Toscana. Il ter­ri­to­rio servi­to da SEI Toscana copre un’area molto vas­ta, cir­ca la metà del­l’in­tera super­fi­cie regionale, con oltre 900.000 abi­tan­ti.
Il rel­a­ti­vo con­trat­to per l’affidamento del servizio di ges­tione inte­gra­ta dei rifiu­ti è sta­to fir­ma­to il 27 mar­zo 2013 per la dura­ta di ven­ti anni.
Il val­ore dell’appalto è pari a 171.608.333,71 euro annui (che molti­pli­cati per il numero degli anni vale cir­ca euro 3,5 mil­iar­di).
Il rag­grup­pa­men­to tem­po­ra­neo di imp­rese (poi SEI Toscana) era cos­ti­tu­ito da Siena Ambi­ente spa (soci­età mista pub­bli­co-pri­va­ta), con il ruo­lo di capogrup­po man­dataria, e da altre 5 (cinque) imp­rese man­dan­ti:

  • la Coop­er­a­ti­va lavo­ra­tori ausil­iari del traf­fi­co (Cooplat),
  • l’AISA (Arez­zo Impianti e Servizi Ambi­en­tali) (pub­bli­ca, del comune di Arez­zo);
  • la COSECA spa (pub­bli­ca di comu­ni del­la provin­cia di Gros­se­to);
  • la Unieco Soc. Coop. (pri­va­ta);
  • la Castel­n­uovese Soc. Coop. (pri­va­ta).

Suc­ces­si­va­mente, sono state coop­tate, quali man­dan­ti, le seguen­ti soci­età:

  • la Cen­tro Servizi Ambi­ente-Impianti (pub­bli­ca, del­la provin­cia di Arez­zo);
  • la Casenti­no Servizi (pub­bli­ca); la Cen­tro Servizi Ambi­ente (pub­bli­ca);
  • la C.R.C.M. (pri­va­ta); la ECOLAT srl (pri­va­ta);
  • la Soci­età Toscana Ambi­en­tale S.T.A. (pri­va­ta);
  • la Revet spa (pri­va­ta).

All’esito dell’operazione, il rag­grup­pa­men­to tem­po­ra­neo d’impresa era cos­ti­tu­ito da imp­rese a mag­gio­ran­za del cap­i­tale pub­bli­co, con una quo­ta pari al 66,03 per cen­to.
Tut­tavia è accadu­to che, ad oggi, a segui­to di aumen­ti del cap­i­tale sociale, sot­to­scrit­ti solo dai soci pri­vati, la quo­ta di cap­i­tale di pro­pri­età di soci a mag­gio­ran­za del cap­i­tale in mano ad enti pub­bli­ci è dimi­nui­ta dall’originario 66,03 per cen­to al 48,06 per cen­to e la com­po­nente pri­va­ta del­la soci­età ha acquisi­to il con­trol­lo del­la soci­età. Di con­seguen­za, il con­siglio di ammin­is­trazione di SEI Toscana è com­pos­to da n. 5 sogget­ti di ind­i­riz­zo del­la soci­età Toscana Ambi­en­tale S.T.A., da n. 1 di Siena Ambi­ente, da n. 1 di CSAI e da n. 2 del comune di Gros­se­to, che aven­do ven­du­to la pro­pria parte­ci­pazione, sono di ind­i­riz­zo del socio pri­va­to Cooplat.
Il servizio ha avu­to inizio nel gen­naio 2014.

Due pun­ti fon­da­men­tali del con­trat­to
Meri­ta di essere sot­to­lin­eato il fat­to che il ban­do di gara pre­sen­ta­va due pun­ti fon­dan­ti, che gius­ti­fi­ca­vano la dura­ta ven­ten­nale del servizio.
Il pri­mo è rap­p­re­sen­ta­to dall’impegno del con­ces­sion­ario di real­iz­zare un impianto di recu­pero di ener­gia da diges­tione anaer­o­bi­ca (biodi­ge­store), sit­u­a­to nel comune di Ter­ran­uo­va Brac­ci­oli­ni e un impianto di ter­moval­oriz­zazione dei rifiu­ti sit­u­a­to nel comune di Arez­zo, frazione di San Zeno (val­ore in euro, cir­ca 90.000.000,00).
Il sec­on­do pun­to fon­da­men­tale del ban­do di gara è cos­ti­tu­ito dall’impegno del sogget­to aggiu­di­catario di cor­rispon­dere ai prece­den­ti gestori i cred­i­ti TIA (Tar­if­fa di igiene ambi­en­tale), per un ammontare non ben defini­to ma, comunque, indi­ca­to in una misura non infe­ri­ore a 10,5 mil­ioni di euro, som­ma des­ti­na­ta a lievitare almeno sino a 15 mil­ioni di euro. I prece­den­ti gestori di impianti, che anda­vano rim­bor­sa­ti sono: “AISA (Arez­zo Impianti e Servizi Ambi­en­tali) spa”, “Siena Ambi­ente spa” e la soci­età ASIU del­la Val di Cor­nia, un sogget­to che si è aggiun­to nel 2015.

Le crit­ic­ità del fun­zion­a­men­to dell’ ATO e di SEI Toscana
La vicen­da con­trat­tuale ha avu­to uno svilup­po inat­te­so quan­do la Procu­ra del­la Repub­bli­ca pres­so il tri­bunale di Firen­ze ha con­tes­ta­to a vari il reato di tur­ba­ta lib­ertà degli incan­ti, il reato di cor­ruzione, nonché il reato di induzione indeb­i­ta a dare o promet­tere util­ità.
A segui­to del­la vicen­da penale non anco­ra con­clusa il prefet­to di Siena ha nom­i­na­to e pro­roga­to dei com­mis­sari stra­or­di­nari dell’ ATO che han­no ril­e­va­to crit­ic­ità come

  • la strut­tura soci­etaria;
  • l’applicazione del con­trat­to di servizio;
  • la qual­i­fi­cazione tec­ni­ca dei soci indus­tri­ali;
  • gli equi­lib­ri di bilan­cio di Servizi Eco­logi­ci Inte­grati-SEI Toscana.

Lo stes­so prefet­to ne ha descritte chiara­mente alcune nel modo seguente:

  • il ruo­lo minori­tario assun­to nel­la com­pagine soci­etaria dai soci con cap­i­tale a mag­gio­ran­za pub­bli­co, pro­pri­etari del­la gran parte degli impianti, le cui quote di parte­ci­pazione nel rag­grup­pa­men­to tem­po­ra­neo di imp­rese del­la SEI Toscana si sono ridotte dall’iniziale 66,03 per cen­to al 48,06 per cen­to, a segui­to di suc­ces­sivi aumen­ti di cap­i­tale operati, ai quali le soci­età pub­bliche non ave­vano ader­i­to;
  • la pre­vi­sione, nell’ambito di suc­ces­sivi accor­di con­trat­tuali, di dis­po­sizioni in virtù delle quali, a fronte di uno “scon­to”, per il pri­mo quadri­en­nio, dell’importo del cor­rispet­ti­vo dovu­to dai comu­ni com­pre­si nell’ATO Toscana Sud, è sta­to riconosci­u­to a SEI Toscana il pro­l­unga­men­to del ter­mine ven­ten­nale di dura­ta del con­trat­to di servizio, da deter­mi­nar­si in con­for­mità “alle pre­vi­sioni di legge”;
  • la cir­costan­za che il cap­i­tale sociale del “socio pri­va­to indus­tri­ale” S.T.A. spa, deten­tore in atto del­la quo­ta mag­gior­i­taria di SEI Toscana (26 per cen­to ), fa capo a una soci­età (UCH srl), il cui cap­i­tale risul­ta in gran parte posse­du­to da due soci­età coop­er­a­tive, facen­ti parte anch’esse del­la com­pagine soci­etaria di SEI Toscana, quali “soci pri­vati indus­tri­ali”, di cui l’una è sta­ta dichiara­ta fal­li­ta (La Castel­n­uovese soc. coop.), men­tre l’altra ver­sa in liq­uidazione coat­ta ammin­is­tra­ti­va (UNIECO soc. coop.), con la con­seguen­za che le fonti di finanzi­a­men­to del socio di mag­gio­ran­za sono venute meno;
  • la man­ca­ta definizione, sec­on­do le inte­grazioni sug­gerite dall’organismo di vig­i­lan­za, del “Mod­el­lo di orga­niz­zazione, ges­tione e con­trol­lo” di SEI Toscana, ai sen­si del decre­to leg­isla­ti­vo n. 23l del 2001”;
  • la per­du­rante incertez­za in ordine ad aspet­ti essen­ziali del con­trat­to di servizio, tra cui, in par­ti­co­lare, la deter­mi­nazione del cor­rispet­ti­vo defin­i­ti­vo dovu­to dai comu­ni per il servizio di ges­tione inte­gra­ta dei rifiu­ti, con con­seguente inde­ter­mi­natez­za dei ricavi azien­dali e degli utili che gli ammin­is­tra­tori stra­or­di­nari sono tenu­ti ad accan­tonare nel cor­so dell’espletamento del loro manda­to;
  • la dif­fi­coltà, nell’attuale quadro finanziario e soci­etario, di ottem­per­are impeg­ni con­trat­tuali di non sec­on­dario rilie­vo, tra i quali ven­gono seg­nalati:
    A) il paga­men­to dei cred­i­ti del­la tar­if­fa di igiene ambi­en­tale (TIA) non riscos­si dai prece­den­ti gestori del servizi;
    B) la real­iz­zazione dei pre­visti inves­ti­men­ti negli impianti — allo sta­to — non più attua­bili da SEI Toscana al pro­prio inter­no o con pro­pri soci, a causa delle vicende soci­etarie che — come sopra ricorda­to — han­no investi­to alcu­ni dei “soci pri­vati indus­tri­ali”, tito­lari delle qual­i­fi­cazioni nec­es­sarie per le opere infra­strut­turali in argo­men­to (La Castel­n­uovese soc. coop. e UNIECO soc. coop., entrambe assogget­tate a pro­ce­dure con­cor­su­ali, che a loro vol­ta pos­seg­gono la S.T.A. spa);
  • la man­ca­ta definizione, da parte dell’autorità d’ambito (ATO Toscana Sud), di modal­ità e cri­teri di ver­i­fi­ca del rispet­to del con­trat­to di servizio, anche ai fini del­la deter­mi­nazione del cor­rispet­ti­vo defin­i­ti­vo.

Infine, su un piano più gen­erale, meritev­ole di atten­ta con­sid­er­azione è anche la man­ca­ta adozione da parte di ATO Toscana SUD, a dis­tan­za di oltre 3 anni dall’inizio del servizio (gen­naio 2014), del piano d’ambito che, vicev­er­sa, avrebbe dovu­to pre­cedere lo stes­so con­trat­to di servizio, quale fon­da­men­tale stru­men­to di piani­fi­cazione del servizio di ges­tione inte­gra­ta dei rifiu­ti, pro­pe­deu­ti­co ai con­seguen­ti affi­da­men­ti medi­ante pro­ce­dure di gara.

Le con­clu­sioni del­la Com­mis­sione
Come si vede si trat­ta di rilievi deci­sivi sia per il fun­zion­a­men­to dell’ ATO che di SEI e dunque per l’organizzazione effi­ciente del servizio inte­gra­to.
Non è un caso che la Com­mis­sione così con­clu­da:
“La soluzione cor­ret­ta, di tutte o di gran parte delle prob­lem­atiche sopra esposte, potrà essere avvi­a­ta solo se i soci pub­bli­ci decider­an­no di ripren­dere la mag­gio­ran­za del cap­i­tale sociale di SEI Toscana e ciò potrà avvenire, anche a det­ta degli ammin­is­tra­tori stra­or­di­nari, medi­ante il con­fer­i­men­to alla soci­età, in con­to cap­i­tale, degli impianti detenu­ti dagli enti ter­ri­to­ri­ali (comu­ni e province). A questo pun­to, con­sid­er­a­ta la grave pre­ca­ri­età del­la situ­azione, c’è da augu­rar­si che ven­ga pro­roga­to il manda­to con­fer­i­to agli ammin­is­tra­tori stra­or­di­nari, che scade il 18 mar­zo 2018, con­sid­er­a­to che solo l’assiduo con­trol­lo sul­la ges­tione del con­trat­to, quale oper­a­to dagli ammin­is­tra­tori stra­or­di­nari, ha con­sen­ti­to fino­ra di evitare l’ulteriore degen­er­azione del­la situ­azione”.

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