RIMateria: cattivi odori diminuiti del 73%

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PIOMBINO 1 mar­zo 2019 — Il pro­cedere dei lavori di cop­er­tu­ra e cap­tazione gas nel­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano sta dan­do velo­ce­mente i risul­tati sperati. La ril­e­vazione men­sile del­l’Arpat cer­ti­fi­ca una for­tis­si­ma dimin­uzione dei cat­tivi odori. Come era nei pro­gram­mi di RIMa­te­ria, la costruzione dei nuovi pozzi di cap­tazione , le opere di cop­er­tu­ra e regi­mazione delle acque di sco­lo han­no per­me­s­so di abbat­tere di cir­ca il 73% i casi di “dis­tur­bo odor­igeno”, cioè i casi in cui il cat­ti­vo odore viene per­cepi­to.
Da mesi l’Arpat tiene sot­to mon­i­tor­ag­gio con­tin­uo la pre­sen­za di idrogeno sol­fo­ra­to attra­ver­so un mez­zo mobile che è piaz­za­to a Mon­tege­moli.
Le medie orarie in cui è sta­ta super­a­ta la soglia di dis­tur­bo odor­igeno è 1,6% rispet­to al 12,4% reg­is­tra­to nel mese di dicem­bre. La media mobile cal­co­la­ta su 90 giorni (quin­di com­pren­den­do anche i mesi prece­den­ti) è 1,98% µg/m3 con­tro anal­o­go para­metro prece­dente che era di 3,00µg/m3.
Nel cor­so del­l’ul­ti­mo incon­tro con i cit­ta­di­ni avvenu­to il 4 feb­braio, il diret­tore di RIMa­te­ria, Luca Chi­ti ave­va spie­ga­to le ragioni per le quali i cat­tivi odori era­no sta­ti così ele­vati nel peri­o­do natal­izio, ma il fenom­e­no – ave­va annun­ci­a­to — era des­ti­na­to a subire un rapi­do miglio­ra­men­to. “Abbi­amo com­ple­ta­to cir­ca l’80% del­la cap­tazione con i 58 pozzi com­p­lessivi siamo andati a coprire zone dove l’aspi­razione non c’era mai sta­ta “e quin­di abbi­amo inter­cetta­to prob­a­bili sac­che e abbi­amo gen­er­a­to un ciclo vir­tu­oso di atti­vazione del­la reazione di degradazione dei rifiu­ti e quin­di di pro­duzione di bio­gas”. A segui­to del­la peri­od­i­ca cam­pagna di mon­i­tor­ag­gio delle emis­sioni dif­fuse, è sta­to indi­vid­u­a­to il pun­to dove avviene la mag­giore dis­per­sione di male­odor­anze e si sta pre­dispo­nen­do una cop­er­tu­ra provvi­so­ria con rac­col­ta delle acque pio­vane ver­so il cati­no di fon­do del­la dis­car­i­ca, in modo da con­tenere sen­si­bil­mente il prob­le­ma. “Un inter­ven­to provvi­so­rio des­ti­na­to a durare un anno-un anno e mez­zo – spie­ga Chi­ti – allorquan­do, ulti­mate le opere di regi­mazione idrauli­ca delle acque pio­vane, sig­illere­mo defin­i­ti­va­mente la dis­car­i­ca ex Asiu”.
I lavori di cop­er­tu­ra sono com­ple­tati nel­la parte nord del­la dis­car­i­ca. Con queste opere, che han­no inter­es­sato la balza supe­ri­ore e il col­mo (cir­ca 2,6 ettari), si arri­va cir­ca a 5,2 ettari di cop­er­tu­ra, cor­rispon­den­ti a qua­si metà del­la dis­car­i­ca.
Anche la più recente cam­pagna di ril­e­vazione real­iz­za­ta dal­l’Arpat con­fer­ma, come già nelle prece­den­ti, che “la media mobile del­la con­cen­trazione di idrogeno sol­fo­ra­to cal­co­la­ta sui 90 giorni è risul­ta­ta infe­ri­ore l val­ore gui­da indi­ca­to da Oms-Who” (orga­niz­zazione mon­di­ale del­la san­ità).

Comu­ni­cazione RIMa­te­ria

 

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