RIMateria colleziona un’altra diffida della Regione
PIOMBINO 3 aprile 2019 — La Regione Toscana ha diffidato RIMateria, nella sua qualità di gestore subentrante e concessionaria dell’area in cui insiste la discarica ex Lucchini (quella che la stessa RIMateria talvolta nominava come “discarica ex Lucchini aperta”, cerchiata in rosso nella planimetria sottostante, della quale la stessa RIMateria affermava essere in corso di perfezionamento l’iter per il passaggio della titolarità dell’Autorizzazione Integrata Ambientale) ad attuare tutte le azioni e gli interventi necessari a ricondurne la gestione nel rispetto delle prescrizioni dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) del 30 ottobre 2007.
Contemporaneamente ha ordinato a RIMateria di provvedere, entro quindici giorni, a eliminare le inosservanze riscontrate da ARPAT e Capitaneria di Porto — Guardia Costiera — e precisamente a
- riprendere la corretta gestione del percolato;
- smaltire il percolato attualmente presente nei pozzetti e nelle vasche;
- ripristinare e adeguatamente manutenere i sistemi di alimentazione elettrica e di collegamento idraulico;
- ripristinare i sistemi di accesso per il controllo visivo, o in automatico, dei livelli del percolato all’interno delle vasche di stoccaggio;
- riattivare tutte le attività di controllo e monitoraggio della discarica, compresi gli obblighi comunicazione previsti;
- campionare e analizzare, entro cinque giorni, ovvero al primo evento meteorico utile, le acque meteoriche dilavanti l’area circostante la discarica, comunicando ad ARPAT e alla Regione data e ora del campionamento per un’eventuale analisi in contraddittorio nonché gli esiti delle determinazioni analitiche.
La Regione si è poi riservata, in caso di inadempimento nei termini prescritti dalla diffida, di procedere all’escussione delle esistenti garanzie finanziarie e all’esercizio del potere sostituivo per riportare alla conformità la gestione operativa, procedere alla successiva chiusura in sicurezza nonché alla gestione post chiusura della discarica e di precisare fin da ora che, nel caso in cui le spese sostenute per le operazioni di ripristino del sito, non dovessero essere totalmente coperte dall’importo della garanzia finanziaria, ogni azione legale in danno nei confronti dei soggetti responsabili.
Già Stile libero Idee dalla Val di Cornia ha raccontato la storia di questa discarica, nata come discarica aziendale di rifiuti derivanti dalle lavorazioni siderurgiche nel 2007, attiva e gestita da Asiu su incarico della Lucchini fino al 20 luglio 2010 data di sospensione del conferimento di rifiuti, nell’articolo Più 350mila metri cubi dalla discarica ex Lucchini.
Qui aggiungiamo alcuni passaggi ancor più recenti che hanno indotto la Regione a prendere la decisione di diffida.
Da Lucchini ad Asiu a RIMateria
La concessione demaniale dell’area è stata di Lucchini fino all’ 1 gennaio 2016 quando ne è diventata titolare Asiu. Per poco perché dall’ 1 settembre 2016, a seguito della cessione del ramo di azienda rifiuti speciali Asiu a RIMateria, la stessa RIMateria è subentrata nell’atto di concessione.
I problemi cominciano con il procedimento di voltura dell’autorizzazione AIA, fino al punto che l’8 febbraio 2019 la Regione Toscana avvia d’ufficio la voltura dell’ AIA, in virtù della quale la discarica era stata autorizzata nel 2007 a Lucchini, a RIMateria “al fine di acquisire le garanzie finanziarie reiteratamente richieste dagli uffici regionali e dato atto che, ad oggi, non risulta concluso (il procedimento, ndr), stante la recente trasmissione di osservazioni da parte di RIMateria”.
“… ad oggi, continua la Regione, il concessionario subentrante RIMateria non ha prestato le dovute garanzie finanziarie e …le fideiussioni esistenti a garanzia dell’attività autorizzata risultano essere quelle prestate da Lucchini…”.
Non conformità rispetto all’ AIA
L’AIA concessa dalla Provincia di Livorno il 30 ottobre 2007 veniva rilasciata subordinatamente al rispetto di alcune prescrizioni, ma succede che il 21 marzo 2019 un Rapporto preliminare di ispezione ambientale ordinaria di ARPAT rileva che
- per quanto riguarda il corpo discarica è risultato che i moduli, che sono stati completati entro il 2010 non risultano ancora muniti di copertura temporanea o definitiva,
- per quanto riguarda la gestione del percolato è risultato che il sistema di gestione del percolato non è attivo, né presidiato,
- per quanto riguarda la gestione delle acque meteoriche secondo l’atto autorizzativo le acque meteoriche della discarica e dei piazzali pavimentati sono drenate verso una vasca di raccolta e decantazione che scarica nel fosso Corniaccia ma la vasca è attualmente fuori esercizio, in quanto è stata posta sotto sequestro dal 9 maggio 2018 su richiesta della Guardia Costiera,
- per quanto riguarda il controllo documentale risulta non applicato il Piano di Monitoraggio e Controllo.
Come si vede nella Relazione si fa riferimento anche ad una attività della Guardia Costiera perché già nel settembre 2018 la Guardia Costiera aveva rilevato problemi nello scarico delle acque meteoriche nel Fosso Cornia Vecchia ma, come non bastasse, la stessa situazione veniva accertata anche il 28 marzo 2019.
La conclusione è la diffida
Tra copertura inesistente, percolato, scarichi nona norma, fideiussioni ce n’è quanto basta ha concluso la Regione per diffidare RIMateria nella sua qualità di gestore subentrante e concessionario dell’area in cui insiste la discarica nonché soggetto che la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, Nucleo Operativo di Polizia Ambientale di Livorno — ha individuato quale responsabile nelle proprie segnalazioni, ad attuare tutte le azioni e gli interventi necessari a ricondurre la gestione dell’installazione nel rispetto delle prescrizioni di cui all’AIA n. 276 del 30 ottobre 2007.