FORTIFICATA ENTRO ALTE MURA DI ERRORI PASSATI E PRESENTI

RIMateria ovvero un labirinto senza uscite

· Inserito in Sotto la lente

PIOMBINO 21 dicem­bre 2019 — RIMa­te­ria come la Con­cor­dia che non è mai arriva­ta per­ché il por­to non c’era, come il prog­et­to del gior­dano Khaled al Habah­beh che prog­et­to non era, come il piano indus­tri­ale  del­l’al­geri­no Issad Rebrab che piano indus­tri­ale non era, come la real­iz­zazione del­l’au­tostra­da Rosig­nano-Civ­i­tavec­chia con la bretel­la da Mon­tege­moli fino al por­to di cui non esiste­va nem­meno il prog­et­to, fig­u­rar­si il finanzi­a­men­to, come la svol­ta epocale dei fanghi di Bag­no­li? Sem­bra pro­prio di sì, se si sta alla let­tura di atti e all’e­same di fat­ti  sen­za las­cia­r­si fuorviare da quelle sto­rielle e quei gio­chet­ti che van­no per la mag­giore.

L’Assem­blea di RIMa­te­ria del 18 dicem­bre, almeno così sem­bra, ha deciso di rin­un­cia­re al nuo­vo Piano indus­tri­ale già illus­tra­to all’Assem­blea dei soci di Asiu, socio pub­bli­co di RIMa­te­ria, e da questi a mag­gio­ran­za rifi­u­ta­to (han­no vota­to a favore i Comu­ni di Campiglia, San Vin­cen­zo, Castag­ne­to Car­duc­ci e Sas­set­ta e con­tro i Comu­ni di Piom­bi­no e Suvere­to). E ha deciso, almeno così sem­bra, di far riv­i­vere il vec­chio piano indus­tri­ale approva­to nel­l’agos­to 2018. Dici­amo sem­bra per­ché la dichiarazione del Pres­i­dente di RIMa­te­ria Francesco Pel­lati rilas­ci­a­ta a Il Tir­reno, sec­on­do la quale nel giorno suc­ces­si­vo sarebbe sta­ta fat­ta una comu­ni­cazione molto aset­ti­ca per spie­gare ciò che era suc­ces­so nel­l’Assem­blea, non si è mai real­iz­za­ta.
Pre­di­amo comunque per buono che si pun­ti anco­ra su quel Piano indus­tri­ale, che prevede la prove­nien­za di rifiu­ti spe­ciali sen­za alcun vin­co­lo di prove­nien­za, e vedi­amo quali prob­le­mi si pon­gono o si por­ran­no.

Area RIMa­te­ria e impianti pre­sen­ti
Sec­on­do la stes­sa RIMa­te­ria gli impianti esisten­ti nel polo impiantis­ti­co di Ischia di Cro­ciano sono cinque

  1. Vec­chia dis­car­i­ca Luc­chi­ni
  2. Impianto recu­pero rifiu­ti siderur­gi­ci /inerti
  3. Dis­car­i­ca ex Asiu
  4. Dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni
  5. Area LI53

Ques­ta la loro situ­azione attuale e di prospet­ti­va, sem­pre sec­on­do RIMa­te­ria:

  1. Area “Vec­chia dis­car­i­ca Luc­chi­ni” 
    Area com­pre­sa nel SIN di Piom­bi­no stori­ca­mente uti­liz­za­ta per lo stoccag­gio di mate­ri­ale siderur­gi­co. L’area è già sta­ta ogget­to di un inter­ven­to di mes­sa in sicurez­za da Luc­chi­ni
  2. Area Con­glomix
    Impianto per il recu­pero di rifiu­ti siderur­gi­ci e iner­ti sogget­to ad autor­iz­zazione (in fase di val­u­tazione la riconversione/smantellamento del­l’impianto)
  3. Dis­car­i­ca ex Asiu
    Dis­car­i­ca entra­ta in eser­cizio nel 1997. Con­feri­ta da Asiu in RIMa­te­ria nel sec­on­do semes­tre 2016 (super­fi­cie totale di cir­ca 120mila metri qua­drati). Il prog­et­to iniziale prevede­va 6 lot­ti fun­zion­ali, per una vol­ume­tria di cir­ca 1,26 mil­ioni di metri cubi. Nel 2002 è sta­to autor­iz­za­to in vari­ante un rimodel­la­men­to mor­fo­logi­co che por­ta­va la vol­ume­tria a 1,46 mil­ioni di metri cubi. Più recen­te­mente è sta­to autor­iz­za­to un ulte­ri­ore aumen­to di capac­ità vol­u­met­ri­ca per cir­ca 0,4 mil­ioni di metri cubi, parte in soprael­e­vazione del­la dis­car­i­ca e parte in appog­gio sul­la spon­da adi­a­cente del­la dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni. In con­seguen­za a tali vol­ume­trie aggiun­tive, la capac­ità com­p­lessi­va è di 1,86 mil­ioni di metri cubi
  4. Dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni 
    Dis­car­i­ca sud­di­visa in tre lot­ti che si estende su una super­fi­cie di cir­ca 63,4mila metri qua­drati. Il vol­ume inizial­mente autor­iz­za­to sec­on­do il prog­et­to del 1998 era di 530mila metri cubi. A segui­to del­l’am­pli­a­men­to è sta­to autor­iz­za­to un incre­men­to del­la vol­ume­tria per un totale disponi­bile pari a 625mila metri cubi. A par­tire da luglio 2010 i con­fer­i­men­ti di rifiu­ti in dis­car­i­ca sono sta­ti inter­rot­ti. Tra otto­bre 2017 e mar­zo 2018, RIMa­te­ria ha elab­o­ra­to la revi­sione finale del prog­et­to di chiusura defin­i­ti­va del­la dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni (Vari­ante 2) con­tes­tual­mente alla vari­ante di ripro­fi­latu­ra (iter autor­iz­za­ti­vo in cor­so) che prevede l’innalzamento delle quote finali autor­iz­zate con «appog­gio» e soprael­e­vazione (incre­men­to vol­u­met­ri­co per 350mila metri cubi)
  5. Area LI53 
    Super­fi­cie di cir­ca 156mila metri qua­drati già ogget­to di un pri­mo inter­ven­to di mes­sa in sicurez­za, approva­to il 12 agos­to 1999 dal Comune di Piom­bi­no. L’area è parzial­mente occu­pa­ta da cumuli di mate­ri­ale delle pre­gresse attiv­ità pro­dut­tive di Luc­chi­ni (in parte da sot­to­porre a trat­ta­men­to delle scorie per la creazione di un mate­ri­ale utile come sot­to­fon­do del­la Mes­sa In Sicurez­za Per­ma­nente (MISP) e in parte da smaltire). L’Area LI53 è sta­ta cedu­ta in con­ces­sione dema­niale a RIMa­te­ria  il 10 agos­to 2016. RIMa­te­ria è tito­lare del prog­et­to di “bonifi­ca e mes­sa in sicurez­za per­ma­nente del­la porzione di area Luc­chi­ni su cui sorg­erà l’ampliamento del­la dis­car­i­ca ASIU”. A con­clu­sione del prog­et­to di bonifi­ca, l’area potrà essere des­ti­na­ta alla real­iz­zazione del­la dis­car­i­ca LI53 e al suc­ces­si­vo con­fer­i­men­to delle tipolo­gie di rifiu­ti spe­ciali non peri­colosi e rifiu­ti spe­ciali peri­colosi sta­bili non reat­tivi (prog­et­to dis­car­i­ca da 2,5 mil­ioni di metri cubi).

Questi i  nuovi prog­et­ti com­pre­si nel Piano Indus­tri­ale approva­to

  1. Chiusura ex Asiu
    Lavori di chiusura defin­i­ti­va (cap­ping e lavori/opere per l’adegua­men­to alle pre­scrizioni e alle dif­fide Autor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale)
  2. Cono rovescio”
    Avvio colti­vazione vol­ume­tria tra dis­car­i­ca ex Asiu ed ex Luc­chi­ni nel II semes­tre 2019 (“cono rovescio”, 160mila metri cubi)
  3. Ripristi­no (dif­fi­da Regione Toscana)
    Inter­ven­ti di rispristi­no dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni in segui­to a voltura AIA pro­pe­deu­ti­ci alla chiusura defin­i­ti­va del­la dis­car­i­ca
  4. Ripro­fi­latu­ra dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni
    Lavori (com­pre­so cap­ping dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni) e avvio colti­vazione tramite innalza­men­to per 350mila metri cubi
  5. Chiusura ripro­fi­latu­ra
    Lavori di chiusura defin­i­ti­va del­la ripro­fi­latu­ra del­la dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni
  6. Smal­ti­men­to cumuli
    Smal­ti­men­to cumuli deposi­tati su area LI53 (cir­ca 70mila metri cubi) tramite uti­liz­zo vol­ume­tria da ripro­fi­latu­ra
  7. Bonifi­ca (Decre­to Min­is­tero del­l’am­bi­ente e del­la tutela del ter­ri­to­rio e del mare)
    Mes­sa in sicurez­za per­ma­nente e trat­ta­men­to scorie con impianto in loco
  8. Nuo­va dis­car­i­ca LI53
    Lavori di real­iz­zazione e chiusura (per stral­ci) del­la nuo­va dis­car­i­ca per rifiu­ti spe­ciali non peri­colosi e rifiu­ti spe­ciali peri­colosi sta­bili da 2,5 mil­ioni di metri cubi.

Il vin­co­lo regionale del­l’u­ti­liz­zazione dei rifiu­ti siderur­gi­ci locali
La Regione Toscana in sede di Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale, sui prog­et­ti

  • Attiv­ità di Trat­ta­men­to e rici­clo in loco delle scorie con impianto mobile su Area Li53 final­iz­za­ta al loro riu­ti­liz­zo come MPS (Materie Prime Sec­onde, ndr) nell’ambito del­la MISP (Mes­sa In Sicurez­za Per­ma­nente, ndr),
  • Prog­et­to defin­i­ti­vo del­la Vari­ante 2 alle opere di chiusura del­la dis­car­i­ca Luc­chi­ni-ripro­fi­latu­ra con la dis­car­i­ca RIMa­te­ria,
  • Prog­et­to defin­i­ti­vo del­la nuo­va dis­car­i­ca su Area Li53”,

si è pro­nun­ci­a­ta pos­i­ti­va­mente affer­man­do, però, che i volu­mi del­la nuo­va dis­car­i­ca LI53 (2,5 mil­ioni di metri cubi) e quel­li pre­visti per la real­iz­zazione del sor­mon­to del­la ex Luc­chi­ni (350mila metri cubi) potran­no essere autor­iz­za­ti in Autor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale (si trat­ta del­l’au­tor­iz­zazione per la real­iz­zazione e la ges­tione, ndr)  con il solo con­fer­i­men­to dei rifiu­ti derivan­ti dal­lo smal­ti­men­to dei cumuli  e di quel­li prodot­ti nel­l’area siderur­gi­ca di Piom­bi­no.
Intan­to bisogna premet­tere che se si intende in questo modo la pos­si­bil­ità di RIMa­te­ria di essere dep­u­ta­ta ope legis a trattare sim­ili rifiu­ti sim­ili la cosa non ha pro­prio sen­so dato che si trat­ta di oper­are sul mer­ca­to e sul mer­ca­to si vince o si perde, dipende da situ­azioni che non pos­sono essere cer­to imposte da un qual­si­asi ente pub­bli­co.
Poi occorre dire che una sim­i­le ipote­si si basa sul fat­to che rifiu­ti siderur­gi­ci e rifiu­ti da boni­fiche siano disponi­bili o subito o almeno quan­do saran­no esauri­ti gli spazi nel cono rovescio, il che sig­nifi­ca tra poco (e su questo occorre fare i con­ti anche con la recente diffida/ordinanza del­la Regione di cui par­liamo sot­to) dato che fon­dare il des­ti­no di una qual­si­asi azien­da alla pos­si­bil­ità di trattare i rifiu­ti prodot­ti dal­la futu­ra acciaieria, com­pre­si forni elet­tri­ci, che dovrebbe real­iz­zare JSW Italy Piom­bi­no è una pura utopia, stante la pre­ca­ri­età del­la situ­azione descrit­ta anche recen­te­mente da Stile libero Idee dal­la val di Cor­nia nel­l’ar­ti­co­lo JSW Italy Piom­bi­no sec­on­do JSW.
Sui tem­pi bre­vi, però, la situ­azione non cam­bia per­ché in JSW attual­mente gli  impianti sono cos­ti­tu­iti da forni di riscal­do e treni di lam­i­nazione ded­i­cati alla preparazione dei semi­la­vo­rati per i treni fin­i­tori per la pro­duzione dei prodot­ti fini­ti quali rotaie e vergel­la ed i pro­ces­si pro­ducono rifiu­ti che con RIMa­te­ria han­no ben poco a  vedere (scaglie di lam­i­nazione, rot­ta­mi fer­rosi, fanghi da trat­ta­men­to acque), mes­si in deposi­ti tem­po­ranei  e in una area di mes­sa in ris­er­va per essere poi spedi­ti via.
Invi­talia da parte sua, quel­la che riguar­da i rifiu­ti da bonifi­ca, nel prog­et­to di mes­sa in sicurez­za del­la fal­da doc­u­men­ta l’e­si­gu­i­tà di rifiu­ti prodot­ti (poco più di 20mila metri cubi da inviare in dis­car­i­ca men­tre per la ges­tione dei cumuli pre­sen­ti nel­l’area cosid­det­ta “ex sot­to seque­stro” este­sa per 240mila metri qua­drati con una quan­tità di mate­ri­ale abban­ca­to che varia sec­on­do le diverse fonti da 379.149 metri cubi a 533.862 metri cubi è anco­ra in dis­cus­sione al Min­is­tero dell’ Ambi­ente la soluzione da scegliere tra la mes­sa in sicurez­za attra­ver­so la rimozione e l’in­vio a smal­ti­men­to in dis­car­i­ca e/o trattamento/recupero (70%) del mate­ri­ale e la mes­sa in sicurez­za attra­ver­so inter­ven­ti di imper­me­abi­liz­zazione super­fi­ciale  e di ges­tione delle acque.

Cumuli pre­sen­ti nel­l’area cosid­det­ta “ex sot­to seque­stro”

Cos­to del­la pri­ma soluzione 140 mil­ioni di euro e del­la sec­on­da 80 mil­ioni di euro a fronte di una disponi­bil­ità di 16,4 mil­ioni di euro. E dunque anche ques­ta è un’ipote­si poco prob­a­bile. Non è un caso che una ipote­si di real­iz­zazione e ges­tione del prog­et­to RIMa­te­ria con sim­ili vin­coli decisi dal­la Regione non è mai sta­to pre­so in con­sid­er­azione da RIMa­te­ria stes­sa.

Il vin­co­lo del­la mod­i­fi­ca delle con­ces­sioni dema­niali
Ma per la real­iz­zazione del Piano indus­tri­ale del mag­gio 2018 oggi ricon­fer­ma­to occorre anche  ottenere l’assen­so dell’Agenzia del Demanio per mod­i­fi­care le con­ces­sioni dema­niali attuali che lim­i­tano l’u­ti­liz­zazione delle due aree ex Luc­chi­ni e LI53 al con­fer­i­men­to dei rifiu­ti siderur­gi­ci, assen­so che deve fare i con­ti con il fat­to che nel frat­tem­po il Comune di Piom­bi­no ha mod­i­fi­ca­to la des­ti­nazione urban­is­ti­ca del­l’in­tera area adot­tan­do una vari­ante al Rego­la­men­to urban­is­ti­co che trasfor­ma la des­ti­nazione del­la zona da  “F6 aree e attrez­za­ture per la rac­col­ta e lo smal­ti­men­to dei rifiu­ti, e attiv­ità assim­i­late” a “Par­co pub­bli­co urbano”. Per non par­lare del fat­to che le due con­ces­sioni dema­niali sono state asseg­nate sul­la base di due avvisi pub­bli­ci nei quali era ben chiara la des­ti­nazione futu­ra del­l’u­ti­liz­zazione delle due aree lega­ta ai rifiu­ti siderur­gi­ci locali. Si pos­sono mod­i­fi­care le due con­ces­sioni sen­za ricor­rere ad un nuo­vo ban­do? E in questo caso si può indi­care una uti­liz­zazione diver­sa da quel­la del­la vari­ante urban­is­ti­ca adot­ta­ta per la quale sono scat­tate le norme di sal­va­guardia?
Dif­fi­cile rispon­dere pos­i­ti­va­mente ai due que­si­ti.

Il vin­co­lo del­la qual­ità dei rifiu­ti
Con un’al­tra pre­scrizione la Regione Toscana ha esclu­so per pre­cauzione nei con­fron­ti delle male­odor­anze una qual­ità dei rifiu­ti  defini­ta 7.1.c cioè rifiu­ti misti non peri­colosi con ele­va­to con­tenu­to sia di rifiu­ti organi­ci o biodegrad­abili che di rifiu­ti inor­gani­ci, con recu­pero di bio­gas. Nel Piano indus­tri­ale di cui si par­la non vi è niente di tut­to questo e dunque esiste un’al­tra con­trad­dizione tra esso e il pro­nun­ci­a­men­to pos­i­ti­vo regionale dato in sede di Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale per super­are la quale occorre una mod­i­fi­ca all’at­tuale pro­nun­ci­a­men­to regionale.

La con­clu­sione è che per i vari motivi sue­s­posti per attuare il vec­chio Piano indus­tri­ale occorre mod­i­fi­care il pro­nun­ci­a­men­to esistente di Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale (anche al di là dei prob­le­mi con­nes­si al cam­bi­a­men­to del­la con­ces­sione dema­niale) ed è chiaro, comunque, che dal pun­to di vista gen­erale il Piano indus­tri­ale non può che essere attua­to con lo stravol­gi­men­to totale del pro­nun­ci­a­men­to regionale espres­so in sede di Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale.

L’at­tuale diffida/sospensione regionale dei con­fer­i­men­ti
La Regione Toscana ha anche sub­or­di­na­to il rilas­cio degli atti autor­iz­za­tivi rel­a­tivi alle attiv­ità di trat­ta­men­to e rici­clo in loco delle scorie con impianto mobile su Area Li53 e di uti­liz­zazione del­la dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni e del­la dis­car­i­ca LI53  alla com­ple­ta ottem­per­an­za a quan­to dis­pos­to con diffida/sospensione del 15 novem­bre 2019 e al supera­men­to delle prob­lem­atiche di male­odor­anze derivan­ti dall’attuale attiv­ità di colti­vazione con­dot­ta da RIMa­te­ria, viste e doc­u­men­tate le inosser­vanze alle autor­iz­zazioni con par­ti­co­lare rifer­i­men­to alla cop­er­tu­ra del­la dis­car­i­ca, al con­teni­men­to delle emis­sioni di bio­gas, alla cor­ret­ta ges­tione del per­co­la­to, al con­trol­lo delle acque sot­ter­ra­nee.

In par­ti­co­lare

  1. ha dif­fida­to RIMa­te­ria  ad attuare tutte le azioni e gli inter­ven­ti nec­es­sari a ricon­durre la ges­tione del­la dis­car­i­ca nel rispet­to delle pre­scrizioni via via date,
  2. ha ordi­na­to a RIMa­te­ria di dare imme­di­a­ta attuazione di quan­to richiesto (a tal fine il gestore dovrà fornire, entro 15 giorni nat­u­rali e con­sec­u­tivi dal­la noti­fi­ca, un doc­u­men­to da val­utare a cura di ques­ta Autorità com­pe­tente, con il sup­por­to di ARPAT, con cui attesti quan­to già real­iz­za­to e definis­ca i tem­pi di attuazione di tut­to quan­to richiesto, garan­ten­do la con­for­mità dell’installazione a quan­to autor­iz­za­to e alla nor­ma­ti­va di set­tore),
  3. ha ordi­na­to a RIMa­te­ria la sospen­sione del con­fer­i­men­to dei rifiu­ti in dis­car­i­ca fino a quan­do la Regione Toscana con il sup­por­to tec­ni­co del dipar­ti­men­to ARPAT di Piom­bi­no, a segui­to del­la val­u­tazione del doc­u­men­to tec­ni­co di cui al prece­dente pun­to 2, riter­rà che sono state elim­i­nate le inosser­vanze e sono state appli­cate dal gestore tutte le mis­ure appro­pri­ate e nec­es­sarie a garan­tire, anche provvi­so­ri­a­mente, in atte­sa del com­ple­ta­men­to di tut­to quan­to richiesto, la con­for­mità dell’installazione a quan­to autor­iz­za­to e alla nor­ma­ti­va di set­tore. La sospen­sione del con­fer­i­men­to dei rifiu­ti è fis­sa­ta fino al 31 gen­naio 2020, fat­ta sal­va la val­u­tazione del rispet­to di quan­to ordi­na­to, a segui­to del­la quale potrà essere sta­bili­ta la ripresa antic­i­pa­ta dei con­fer­i­men­ti rispet­to a det­to ter­mine. Nat­u­ral­mente la sospen­sione ha riguarda­to anche i rifiu­ti des­ti­nati al “cono rovescio”.

Cosa deciderà la Regione, sul­la base di val­u­tazioni che non pos­sono non tenere con­to che non siamo in pre­sen­za del­la pri­ma dif­fi­da ma del­la reit­er­azione di più dif­fide, non è dato sapere ma non si può sot­tacere in ogni caso la moti­vazione che sta alla base e cioè una situ­azione di poten­ziale peri­co­lo per l’ambiente e per la salute che ha reso nec­es­sario imporre a RIMa­te­ria il com­ple­ta­men­to degli inter­ven­ti già ogget­to delle prece­den­ti dif­fide e delle comu­ni­cazioni. Men­tre sul ver­sante di RIMa­te­ria non si potrà non tenere con­to dei costi degli inter­ven­ti nec­es­sari che prob­a­bil­mente non saran­no infe­ri­ori ai 15 mil­ioni di euro.

Tem­pi, modi e vin­coli per la con­ces­sione delle Autor­iz­zazioni Inte­grate Ambi­en­tali
Ma un’al­tra doman­da non può non por­si: sic­come per la real­iz­zazione del­la nuo­va dis­car­i­ca nel­l’area ex Luc­chi­ni occorre una Autor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale quali tem­pi in una situ­azione sif­fat­ta saran­no nec­es­sari? Addirit­tura la richi­es­ta di AIA per la dis­car­i­ca sul­la LI53 la pre­sen­tazione dell’istanza di autor­iz­zazione dell’intervento è sub­or­di­na­ta all’ottenimento del­la cer­ti­fi­cazione del­la Mes­sa In Sicurez­za Per­ma­nente (MISP). E poi si trat­ta di Autor­iz­zazioni Inte­grate Ambi­en­tali che impli­cano una vari­ante agli stru­men­ti urban­is­ti­ci e per ques­ta vari­ante, per quan­to auto­mat­i­ca, è pur sem­pre nec­es­saria una delib­er­azione del Comune che ha già des­ti­na­to la zona a Par­co pub­bli­co urbano. Un prob­le­ma di non poco con­to.

Con­clu­sioni
Come è facil­mente intu­ibile quel­la di con­tin­uare nel­l’ipote­si di real­iz­zare più dis­cariche per rifiu­ti spe­ciali a Ischia di Cro­ciano è stra­da assai com­pli­ca­ta, per non dire impos­si­bile (e non si è par­la­to del­l’ele­men­to cos­ti­tu­ito dal­la più che pre­caria situ­azione finanziaria di RIMa­te­ria e di Asiu), che oltre­tut­to non fa i con­ti con un voto popo­lare che chiaris­si­ma­mente si è pro­nun­ci­a­to neg­a­ti­va­mente e con le deci­sioni del Con­siglio Comu­nale del Comune di Piom­bi­no che, inter­prete degli inter­es­si gen­er­ali,  ha approva­to “linee di ind­i­riz­zo per l’azione ammin­is­tra­ti­va del Sin­da­co e del­la Giun­ta comu­nale al fine di assumere deci­sioni che:

  • agis­cano nei con­fron­ti degli organi com­pe­ten­ti per il pieno rispet­to di quan­to sta­bil­i­to nelle Autor­iz­zazioni Inte­grate Ambi­en­tali già rilas­ci­ate,
  • mod­i­fichi­no urban­is­ti­ca­mente la des­ti­nazione dell’area per­ché essa sia coer­ente con un’ottica di risana­men­to ambi­en­tale e rigen­er­azione ter­ri­to­ri­ale preve­den­do che l’at­tuale area del polo pos­sa diventare un’area con forte valen­za di sal­va­guardia ambi­en­tale e di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca anche medi­ante la sua rinat­u­ral­iz­zazione,
  • agis­cano nei con­fron­ti del­la Regione, del Min­is­tero dell’ambiente, dell’ Unione Euro­pea e di quant’altri per­ché quest’opera di risana­men­to del­l’area di Ischia di Cro­ciano sia parte di un’azione com­p­lessi­va di risana­men­to ambi­en­tale e ter­ri­to­ri­ale che riguar­di il Sito di Inter­esse Ambi­en­tale per le boni­fiche di Piom­bi­no”.

Impre­sa quest’ul­ti­ma cer­ta­mente non sem­plice, un capi­to­lo del­la quale è cos­ti­tu­ito dal tema del­l’oc­cu­pazione dei dipen­den­ti di RIMa­te­ria (1 diri­gente, 3 quadri, 17 imp­ie­gati, 24 operai per un totale di 45 dipen­den­ti), che però non può non essere affronta­ta se non nel­l’am­bito di una ricon­ver­sione com­p­lessi­va del­l’area ed una analo­ga ricon­ver­sione del­l’im­pre­sa, non cer­to immag­i­nan­do soluzioni che, come abbi­amo vis­to sopra, anche solo rima­nen­do agli aspet­ti giuridi­ci, finanziari e tem­po­rali, non sem­bra­no pos­si­bili.

(Foto di Pino Bertel­li)

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