RIMateria ovvero un labirinto senza uscite
PIOMBINO 21 dicembre 2019 — RIMateria come la Concordia che non è mai arrivata perché il porto non c’era, come il progetto del giordano Khaled al Habahbeh che progetto non era, come il piano industriale dell’algerino Issad Rebrab che piano industriale non era, come la realizzazione dell’autostrada Rosignano-Civitavecchia con la bretella da Montegemoli fino al porto di cui non esisteva nemmeno il progetto, figurarsi il finanziamento, come la svolta epocale dei fanghi di Bagnoli? Sembra proprio di sì, se si sta alla lettura di atti e all’esame di fatti senza lasciarsi fuorviare da quelle storielle e quei giochetti che vanno per la maggiore.
L’Assemblea di RIMateria del 18 dicembre, almeno così sembra, ha deciso di rinunciare al nuovo Piano industriale già illustrato all’Assemblea dei soci di Asiu, socio pubblico di RIMateria, e da questi a maggioranza rifiutato (hanno votato a favore i Comuni di Campiglia, San Vincenzo, Castagneto Carducci e Sassetta e contro i Comuni di Piombino e Suvereto). E ha deciso, almeno così sembra, di far rivivere il vecchio piano industriale approvato nell’agosto 2018. Diciamo sembra perché la dichiarazione del Presidente di RIMateria Francesco Pellati rilasciata a Il Tirreno, secondo la quale nel giorno successivo sarebbe stata fatta una comunicazione molto asettica per spiegare ciò che era successo nell’Assemblea, non si è mai realizzata.
Prediamo comunque per buono che si punti ancora su quel Piano industriale, che prevede la provenienza di rifiuti speciali senza alcun vincolo di provenienza, e vediamo quali problemi si pongono o si porranno.
Area RIMateria e impianti presenti
Secondo la stessa RIMateria gli impianti esistenti nel polo impiantistico di Ischia di Crociano sono cinque
- Vecchia discarica Lucchini
- Impianto recupero rifiuti siderurgici /inerti
- Discarica ex Asiu
- Discarica ex Lucchini
- Area LI53
Questa la loro situazione attuale e di prospettiva, sempre secondo RIMateria:
- Area “Vecchia discarica Lucchini”
Area compresa nel SIN di Piombino storicamente utilizzata per lo stoccaggio di materiale siderurgico. L’area è già stata oggetto di un intervento di messa in sicurezza da Lucchini - Area Conglomix
Impianto per il recupero di rifiuti siderurgici e inerti soggetto ad autorizzazione (in fase di valutazione la riconversione/smantellamento dell’impianto) - Discarica ex Asiu
Discarica entrata in esercizio nel 1997. Conferita da Asiu in RIMateria nel secondo semestre 2016 (superficie totale di circa 120mila metri quadrati). Il progetto iniziale prevedeva 6 lotti funzionali, per una volumetria di circa 1,26 milioni di metri cubi. Nel 2002 è stato autorizzato in variante un rimodellamento morfologico che portava la volumetria a 1,46 milioni di metri cubi. Più recentemente è stato autorizzato un ulteriore aumento di capacità volumetrica per circa 0,4 milioni di metri cubi, parte in sopraelevazione della discarica e parte in appoggio sulla sponda adiacente della discarica ex Lucchini. In conseguenza a tali volumetrie aggiuntive, la capacità complessiva è di 1,86 milioni di metri cubi - Discarica ex Lucchini
Discarica suddivisa in tre lotti che si estende su una superficie di circa 63,4mila metri quadrati. Il volume inizialmente autorizzato secondo il progetto del 1998 era di 530mila metri cubi. A seguito dell’ampliamento è stato autorizzato un incremento della volumetria per un totale disponibile pari a 625mila metri cubi. A partire da luglio 2010 i conferimenti di rifiuti in discarica sono stati interrotti. Tra ottobre 2017 e marzo 2018, RIMateria ha elaborato la revisione finale del progetto di chiusura definitiva della discarica ex Lucchini (Variante 2) contestualmente alla variante di riprofilatura (iter autorizzativo in corso) che prevede l’innalzamento delle quote finali autorizzate con «appoggio» e sopraelevazione (incremento volumetrico per 350mila metri cubi) - Area LI53
Superficie di circa 156mila metri quadrati già oggetto di un primo intervento di messa in sicurezza, approvato il 12 agosto 1999 dal Comune di Piombino. L’area è parzialmente occupata da cumuli di materiale delle pregresse attività produttive di Lucchini (in parte da sottoporre a trattamento delle scorie per la creazione di un materiale utile come sottofondo della Messa In Sicurezza Permanente (MISP) e in parte da smaltire). L’Area LI53 è stata ceduta in concessione demaniale a RIMateria il 10 agosto 2016. RIMateria è titolare del progetto di “bonifica e messa in sicurezza permanente della porzione di area Lucchini su cui sorgerà l’ampliamento della discarica ASIU”. A conclusione del progetto di bonifica, l’area potrà essere destinata alla realizzazione della discarica LI53 e al successivo conferimento delle tipologie di rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali pericolosi stabili non reattivi (progetto discarica da 2,5 milioni di metri cubi).
Questi i nuovi progetti compresi nel Piano Industriale approvato
- Chiusura ex Asiu
Lavori di chiusura definitiva (capping e lavori/opere per l’adeguamento alle prescrizioni e alle diffide Autorizzazione Integrata Ambientale) - “Cono rovescio”
Avvio coltivazione volumetria tra discarica ex Asiu ed ex Lucchini nel II semestre 2019 (“cono rovescio”, 160mila metri cubi) - Ripristino (diffida Regione Toscana)
Interventi di rispristino discarica ex Lucchini in seguito a voltura AIA propedeutici alla chiusura definitiva della discarica - Riprofilatura discarica ex Lucchini
Lavori (compreso capping discarica ex Lucchini) e avvio coltivazione tramite innalzamento per 350mila metri cubi - Chiusura riprofilatura
Lavori di chiusura definitiva della riprofilatura della discarica ex Lucchini - Smaltimento cumuli
Smaltimento cumuli depositati su area LI53 (circa 70mila metri cubi) tramite utilizzo volumetria da riprofilatura - Bonifica (Decreto Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare)
Messa in sicurezza permanente e trattamento scorie con impianto in loco - Nuova discarica LI53
Lavori di realizzazione e chiusura (per stralci) della nuova discarica per rifiuti speciali non pericolosi e rifiuti speciali pericolosi stabili da 2,5 milioni di metri cubi.
Il vincolo regionale dell’utilizzazione dei rifiuti siderurgici locali
La Regione Toscana in sede di Valutazione di Impatto Ambientale, sui progetti
- Attività di Trattamento e riciclo in loco delle scorie con impianto mobile su Area Li53 finalizzata al loro riutilizzo come MPS (Materie Prime Seconde, ndr) nell’ambito della MISP (Messa In Sicurezza Permanente, ndr),
- Progetto definitivo della Variante 2 alle opere di chiusura della discarica Lucchini-riprofilatura con la discarica RIMateria,
- Progetto definitivo della nuova discarica su Area Li53”,
si è pronunciata positivamente affermando, però, che i volumi della nuova discarica LI53 (2,5 milioni di metri cubi) e quelli previsti per la realizzazione del sormonto della ex Lucchini (350mila metri cubi) potranno essere autorizzati in Autorizzazione Integrata Ambientale (si tratta dell’autorizzazione per la realizzazione e la gestione, ndr) con il solo conferimento dei rifiuti derivanti dallo smaltimento dei cumuli e di quelli prodotti nell’area siderurgica di Piombino.
Intanto bisogna premettere che se si intende in questo modo la possibilità di RIMateria di essere deputata ope legis a trattare simili rifiuti simili la cosa non ha proprio senso dato che si tratta di operare sul mercato e sul mercato si vince o si perde, dipende da situazioni che non possono essere certo imposte da un qualsiasi ente pubblico.
Poi occorre dire che una simile ipotesi si basa sul fatto che rifiuti siderurgici e rifiuti da bonifiche siano disponibili o subito o almeno quando saranno esauriti gli spazi nel cono rovescio, il che significa tra poco (e su questo occorre fare i conti anche con la recente diffida/ordinanza della Regione di cui parliamo sotto) dato che fondare il destino di una qualsiasi azienda alla possibilità di trattare i rifiuti prodotti dalla futura acciaieria, compresi forni elettrici, che dovrebbe realizzare JSW Italy Piombino è una pura utopia, stante la precarietà della situazione descritta anche recentemente da Stile libero Idee dalla val di Cornia nell’articolo JSW Italy Piombino secondo JSW.
Sui tempi brevi, però, la situazione non cambia perché in JSW attualmente gli impianti sono costituiti da forni di riscaldo e treni di laminazione dedicati alla preparazione dei semilavorati per i treni finitori per la produzione dei prodotti finiti quali rotaie e vergella ed i processi producono rifiuti che con RIMateria hanno ben poco a vedere (scaglie di laminazione, rottami ferrosi, fanghi da trattamento acque), messi in depositi temporanei e in una area di messa in riserva per essere poi spediti via.
Invitalia da parte sua, quella che riguarda i rifiuti da bonifica, nel progetto di messa in sicurezza della falda documenta l’esiguità di rifiuti prodotti (poco più di 20mila metri cubi da inviare in discarica mentre per la gestione dei cumuli presenti nell’area cosiddetta “ex sotto sequestro” estesa per 240mila metri quadrati con una quantità di materiale abbancato che varia secondo le diverse fonti da 379.149 metri cubi a 533.862 metri cubi è ancora in discussione al Ministero dell’ Ambiente la soluzione da scegliere tra la messa in sicurezza attraverso la rimozione e l’invio a smaltimento in discarica e/o trattamento/recupero (70%) del materiale e la messa in sicurezza attraverso interventi di impermeabilizzazione superficiale e di gestione delle acque.
Costo della prima soluzione 140 milioni di euro e della seconda 80 milioni di euro a fronte di una disponibilità di 16,4 milioni di euro. E dunque anche questa è un’ipotesi poco probabile. Non è un caso che una ipotesi di realizzazione e gestione del progetto RIMateria con simili vincoli decisi dalla Regione non è mai stato preso in considerazione da RIMateria stessa.
Il vincolo della modifica delle concessioni demaniali
Ma per la realizzazione del Piano industriale del maggio 2018 oggi riconfermato occorre anche ottenere l’assenso dell’Agenzia del Demanio per modificare le concessioni demaniali attuali che limitano l’utilizzazione delle due aree ex Lucchini e LI53 al conferimento dei rifiuti siderurgici, assenso che deve fare i conti con il fatto che nel frattempo il Comune di Piombino ha modificato la destinazione urbanistica dell’intera area adottando una variante al Regolamento urbanistico che trasforma la destinazione della zona da “F6 aree e attrezzature per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, e attività assimilate” a “Parco pubblico urbano”. Per non parlare del fatto che le due concessioni demaniali sono state assegnate sulla base di due avvisi pubblici nei quali era ben chiara la destinazione futura dell’utilizzazione delle due aree legata ai rifiuti siderurgici locali. Si possono modificare le due concessioni senza ricorrere ad un nuovo bando? E in questo caso si può indicare una utilizzazione diversa da quella della variante urbanistica adottata per la quale sono scattate le norme di salvaguardia?
Difficile rispondere positivamente ai due quesiti.
Il vincolo della qualità dei rifiuti
Con un’altra prescrizione la Regione Toscana ha escluso per precauzione nei confronti delle maleodoranze una qualità dei rifiuti definita 7.1.c cioè rifiuti misti non pericolosi con elevato contenuto sia di rifiuti organici o biodegradabili che di rifiuti inorganici, con recupero di biogas. Nel Piano industriale di cui si parla non vi è niente di tutto questo e dunque esiste un’altra contraddizione tra esso e il pronunciamento positivo regionale dato in sede di Valutazione di Impatto Ambientale per superare la quale occorre una modifica all’attuale pronunciamento regionale.
La conclusione è che per i vari motivi suesposti per attuare il vecchio Piano industriale occorre modificare il pronunciamento esistente di Valutazione di Impatto Ambientale (anche al di là dei problemi connessi al cambiamento della concessione demaniale) ed è chiaro, comunque, che dal punto di vista generale il Piano industriale non può che essere attuato con lo stravolgimento totale del pronunciamento regionale espresso in sede di Valutazione di Impatto Ambientale.
L’attuale diffida/sospensione regionale dei conferimenti
La Regione Toscana ha anche subordinato il rilascio degli atti autorizzativi relativi alle attività di trattamento e riciclo in loco delle scorie con impianto mobile su Area Li53 e di utilizzazione della discarica ex Lucchini e della discarica LI53 alla completa ottemperanza a quanto disposto con diffida/sospensione del 15 novembre 2019 e al superamento delle problematiche di maleodoranze derivanti dall’attuale attività di coltivazione condotta da RIMateria, viste e documentate le inosservanze alle autorizzazioni con particolare riferimento alla copertura della discarica, al contenimento delle emissioni di biogas, alla corretta gestione del percolato, al controllo delle acque sotterranee.
In particolare
- ha diffidato RIMateria ad attuare tutte le azioni e gli interventi necessari a ricondurre la gestione della discarica nel rispetto delle prescrizioni via via date,
- ha ordinato a RIMateria di dare immediata attuazione di quanto richiesto (a tal fine il gestore dovrà fornire, entro 15 giorni naturali e consecutivi dalla notifica, un documento da valutare a cura di questa Autorità competente, con il supporto di ARPAT, con cui attesti quanto già realizzato e definisca i tempi di attuazione di tutto quanto richiesto, garantendo la conformità dell’installazione a quanto autorizzato e alla normativa di settore),
- ha ordinato a RIMateria la sospensione del conferimento dei rifiuti in discarica fino a quando la Regione Toscana con il supporto tecnico del dipartimento ARPAT di Piombino, a seguito della valutazione del documento tecnico di cui al precedente punto 2, riterrà che sono state eliminate le inosservanze e sono state applicate dal gestore tutte le misure appropriate e necessarie a garantire, anche provvisoriamente, in attesa del completamento di tutto quanto richiesto, la conformità dell’installazione a quanto autorizzato e alla normativa di settore. La sospensione del conferimento dei rifiuti è fissata fino al 31 gennaio 2020, fatta salva la valutazione del rispetto di quanto ordinato, a seguito della quale potrà essere stabilita la ripresa anticipata dei conferimenti rispetto a detto termine. Naturalmente la sospensione ha riguardato anche i rifiuti destinati al “cono rovescio”.
Cosa deciderà la Regione, sulla base di valutazioni che non possono non tenere conto che non siamo in presenza della prima diffida ma della reiterazione di più diffide, non è dato sapere ma non si può sottacere in ogni caso la motivazione che sta alla base e cioè una situazione di potenziale pericolo per l’ambiente e per la salute che ha reso necessario imporre a RIMateria il completamento degli interventi già oggetto delle precedenti diffide e delle comunicazioni. Mentre sul versante di RIMateria non si potrà non tenere conto dei costi degli interventi necessari che probabilmente non saranno inferiori ai 15 milioni di euro.
Tempi, modi e vincoli per la concessione delle Autorizzazioni Integrate Ambientali
Ma un’altra domanda non può non porsi: siccome per la realizzazione della nuova discarica nell’area ex Lucchini occorre una Autorizzazione Integrata Ambientale quali tempi in una situazione siffatta saranno necessari? Addirittura la richiesta di AIA per la discarica sulla LI53 la presentazione dell’istanza di autorizzazione dell’intervento è subordinata all’ottenimento della certificazione della Messa In Sicurezza Permanente (MISP). E poi si tratta di Autorizzazioni Integrate Ambientali che implicano una variante agli strumenti urbanistici e per questa variante, per quanto automatica, è pur sempre necessaria una deliberazione del Comune che ha già destinato la zona a Parco pubblico urbano. Un problema di non poco conto.
Conclusioni
Come è facilmente intuibile quella di continuare nell’ipotesi di realizzare più discariche per rifiuti speciali a Ischia di Crociano è strada assai complicata, per non dire impossibile (e non si è parlato dell’elemento costituito dalla più che precaria situazione finanziaria di RIMateria e di Asiu), che oltretutto non fa i conti con un voto popolare che chiarissimamente si è pronunciato negativamente e con le decisioni del Consiglio Comunale del Comune di Piombino che, interprete degli interessi generali, ha approvato “linee di indirizzo per l’azione amministrativa del Sindaco e della Giunta comunale al fine di assumere decisioni che:
- agiscano nei confronti degli organi competenti per il pieno rispetto di quanto stabilito nelle Autorizzazioni Integrate Ambientali già rilasciate,
- modifichino urbanisticamente la destinazione dell’area perché essa sia coerente con un’ottica di risanamento ambientale e rigenerazione territoriale prevedendo che l’attuale area del polo possa diventare un’area con forte valenza di salvaguardia ambientale e di riqualificazione paesaggistica anche mediante la sua rinaturalizzazione,
- agiscano nei confronti della Regione, del Ministero dell’ambiente, dell’ Unione Europea e di quant’altri perché quest’opera di risanamento dell’area di Ischia di Crociano sia parte di un’azione complessiva di risanamento ambientale e territoriale che riguardi il Sito di Interesse Ambientale per le bonifiche di Piombino”.
Impresa quest’ultima certamente non semplice, un capitolo della quale è costituito dal tema dell’occupazione dei dipendenti di RIMateria (1 dirigente, 3 quadri, 17 impiegati, 24 operai per un totale di 45 dipendenti), che però non può non essere affrontata se non nell’ambito di una riconversione complessiva dell’area ed una analoga riconversione dell’impresa, non certo immaginando soluzioni che, come abbiamo visto sopra, anche solo rimanendo agli aspetti giuridici, finanziari e temporali, non sembrano possibili.
(Foto di Pino Bertelli)