RIMateria precisa i numeri delle quattro discariche
PIOMBINO 10 ottobre 2018 — Torniamo sui numeri delle quattro discariche esistenti nell’area di Ischia di Crociano. Da più parti si fa confusione su questo punto che, invece, è importante per poter ragionare sui fatti reali e non sulle forzature polemiche che producono un pernicioso inquinamento del confronto.
I numeri si trovano nei documenti ufficiali e sono le planimetrie allegate alle autorizzazioni ambientali.
Eccoli:
- discarica ex Asiu ora RIMateria: 12 ettari;
- discarica vecchia Lucchini (chiusa): 8,2 ettari;
- discarica ex Lucchini (non ancora chiusa) : 6,3 ettari;
- discarica abusiva LI53 (cumuli di scorie e polveri di alto forno per 183.000 mc ca): 15,6 ettari.
A queste aree vanno aggiunte quelle occupate da impianti (trattamento e recupero rifiuti) e costruzioni che fanno da “contorno” all’attività di discarica: uffici tecnici, uffici amministrativi, vasche di raccolta, aree stoccaggi, aree scarico prodotti eccetera.
In totale la superficie occupata a Ischia di Crociano è di circa 58 ettari.
Occorre precisare che le suddette aree sono in minima parte di proprietà di RIMateria e per la restante parte già in possesso di RIMateria in quanto in concessione dal Demanio.
“Importante ricordare — spiega il direttore Luca Chiti — che RIMateria ha già presentato istanza per la volturazione dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale) della discarica ex Lucchini e che nel 2014 il ministero dell’ambiente ordinò la messa in sicurezza della discarica abusiva LI53 individuando in Asiu (ora RIMateria) il soggetto incaricato dell’operazione”. Lo stesso ministero a ottobre 2017 ha approvato l’intervento di messa in sicurezza proposto da RIMateria.
Questi sono i numeri di cui oggi si discute. Per avere un termine di paragone è utile tenere presente che il Sin (sito di interesse nazionale) che comprende l’area delle acciaierie e delle altre industrie , ha un’estensione di 900 ettari nella sola parte di terra (il Sin comprende anche una più estesa zona di mare).
RIMateria
Giusta l’esigenza ed opportunità di discutere di fatti reali, precisiamo che fu Asiu il 10 luglio 2013 a presentare al Ministero dell’ ambiente il “Progetto di bonifica e messa in sicurezza permanente della porzione di area Lucchini su cui sorgerà l’ampliamento della discarica”, cioè la LI53. La stessa Asiu chiese poi il 29 gennaio 2014 l’autorizzazione in via provvisoria all’avvio dei lavori previsti ed il Ministero dell’ ambiente, visto lo stato di contaminazione del suolo e delle acque di falda e l’esistenza di una grave situazione di compromissione del territorio sia dal punto di vista ambientale che sanitario, emanò il 14 maggio 2014 il decreto di autorizzazione all’avvio dei lavori che sarebbero dovuti iniziare entro e non oltre quattro mesi dalla data di notifica del decreto
I lavori non iniziarono mai.
La situazione fu chiarissimamente descritta il 29 febbraio 2016 dall’allora presidente di RIMateria, Valerio Caramassi, nel corso di un forum con la Redazione di Stile libero Idee dalla Val di Cornia, con le seguenti parole: “Appena arrivato in azienda ho trovato un decreto del ministero dell’ambiente che ho ricontrattato e che imponeva ad Asiu di intervenire sulla LI53 dal momento che la stessa Asiu aveva assunto l’onere di bonifica della zona come soggetto interessato”.