RIMateria: “Rifiuti siderurgici locali non bastano”

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PIOMBINO 18 novem­bre 2019 — “Men­tre la Giun­ta regionale adot­ta­va il parere tec­ni­co del nucleo tec­ni­co regionale (Nurv), RIMa­te­ria dice­va a chiare let­tere che non sarà pos­si­bile occu­par­si delle boni­fiche e del­la mes­sa in sicurez­za dell’impianto con i soli con­fer­i­men­ti di rifiu­ti siderur­gi­ci”.
Le dichiarazioni del sin­da­co Francesco Fer­rari e Car­la Bezzi­ni, asses­sore all’ambiente, dopo l’assemblea di Asiu tenu­tasi oggi, lunedì 18 novem­bre.
“Oggi – con­tin­u­ano – RIMa­te­ria ha pro­pos­to una mod­i­fi­ca del piano indus­tri­ale met­ten­do sul tavo­lo due idee, per­ché non han­no le carat­ter­is­tiche per essere def­i­nite prog­et­ti, costru­ite sen­za il sup­por­to di dati tec­ni­ci e finanziari: è impens­abile pren­dere una deci­sione sen­za i nec­es­sari stru­men­ti per fare una val­u­tazione sulle reali con­seguen­ze. In ogni caso, ci è sta­to det­to chiara­mente che RIMa­te­ria non può soprav­vi­vere alle con­dizioni poste dal­la Regione: i soli rifiu­ti siderur­gi­ci e da boni­fiche non per­me­t­tereb­bero all’azienda di accan­tonare le risorse per la mes­sa in sicurez­za e il post mortem. Per questo, entrambe le pro­poste avan­zate dal­la soci­età impli­cano il con­fer­i­men­to di cat­e­gorie di rifiu­ti organi­ci, cer­ta­mente non prove­ni­en­ti dal­la sola Val di Cor­nia, ripro­po­nen­do così il prob­le­ma odor­igeno. In prat­i­ca, al net­to delle dichiarazioni del­la Regione, RIMa­te­ria non può assol­vere al com­pi­to che sec­on­do il Pd gius­ti­fi­ca la con­ces­sione del rad­doppio dei volu­mi.
Tor­ni­amo a rib­adire che non si può pen­sare di affrontare i prob­le­mi di Piom­bi­no come ques­tioni scon­nesse l’una dall’altra: RIMa­te­ria, le boni­fiche, la siderur­gia, il rilan­cio eco­nom­i­co e sociale sono tut­ti aspet­ti che devono essere affrontati in un’ottica che li met­ta in relazione l’uno con l’altro. Solo così, con un prog­et­to com­p­lessi­vo, potremo andare a bus­sare alla por­ta delle isti­tuzioni region­ali, nazion­ali ed europee per chiedere aiu­to, risorse e inves­ti­men­ti. Serve uno sguar­do nuo­vo e non è met­ten­do vin­coli, clau­sole e lim­i­tazioni al prog­et­to di sem­pre, che poi sis­tem­ati­ca­mente ven­gono aggi­rate, che si può pen­sare di risoll­e­vare le sor­ti del ter­ri­to­rio.
Com­pren­di­amo la rab­bia e la pre­oc­cu­pazione dei dipen­den­ti di RIMa­te­ria che oggi protes­ta­vano fuori dal­la stan­za dove ci stava­mo riunen­do: la ques­tione occu­pazionale sicu­ra­mente esiste, è innega­bile, e cer­ta­mente è un aspet­to da pren­dere in con­sid­er­azione nel­la val­u­tazione sul futuro di RIMa­te­ria. Solo con la ricon­ver­sione di RIMa­te­ria e con un piano indus­tri­ale che inizi a par­lare di trat­ta­men­to dei rifiu­ti e di boni­fiche, potran­no essere sal­va­guar­dati i posti di lavoro e la soci­età essere con­sid­er­a­ta conc­re­ta­mente fun­zionale al ter­ri­to­rio. Si con­tin­ua a pro­porre soluzioni parziali che non ten­gono con­to di tut­ti i fat­tori: non pos­si­amo credere di pot­er vera­mente uscire da questo stal­lo sen­za cam­biare pun­to di vista”.

Uffi­cio stam­pa Comune di Piom­bi­no

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