Rimigliano trasformato in enclave per turisti di lusso

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SAN VINCENZO 21 otto­bre 2014 — Si cal­co­la che per la piani­fi­cazione del­la tenu­ta di Rim­igliano, dai tem­pi dei faraoni­ci prog­et­ti del­la dis­as­trosa era Roven­ti­ni, all’ul­ti­ma vari­ante al PS e al RU elab­o­rate su misura per il prog­et­to di Berrighi e soci, l’am­min­is­trazione comu­nale di San Vin­cen­zo abbia spe­so in ven­t’an­ni cir­ca 600mila euro. Una cifra pazzesca, cir­ca 85 euro a abi­tante, per can­cel­lare quan­to rimane del­l’i­den­tità di quel luo­go, lega­to per sec­oli ad agri­coltura, all­e­va­men­to e cac­cia.
Pen­sare oggi, alla luce del­la con­giun­tu­ra eco­nom­i­ca attuale, a quan­to sarebbe sta­to più sem­plice, eco­nom­i­co ed effi­cace attuare le pre­vi­sioni del prog­et­to Insol­era che già nel 1973 vol­e­va la tenu­ta par­co agri­co­lo, ci fa indignare di fronte all’in­sen­satez­za del­l’azione polit­i­ca. Moltissi­mi di questi denari avreb­bero potu­to benis­si­mo essere risparmiati, ad esem­pio chieden­do ai pro­pri­etari di elab­o­rare un piano attua­ti­vo piut­tosto che far­gli un prog­et­to a spese del­la cit­tad­i­nan­za. Ma per attuare ciò che avrebbe garan­ti­to svilup­po vero e duraturo alla Tenu­ta e alla comu­nità sarebbe bas­ta­to appli­care la leg­is­lazione regionale vigente su aree agri­cole, ed arrivare un proces­so di val­oriz­zazione delle vocazioni reali di quel­l’area, a cos­to zero per la comu­nità. Niente vari­anti ne piani­fi­cazioni ad hoc, soltan­to la pos­si­bil­ità di riu­ti­liz­zare a fino agri­t­ur­is­ti­ci i volu­mi esisten­ti.
Questo è da sem­pre ciò che liste civiche, asso­ci­azioni e comi­tati sosten­gono sia l’u­ni­co futuro pos­si­bile per Rim­igliano, nel sen­so del­la sua inte­grazione al ter­ri­to­rio, del­la creazione di posti di lavoro, del reale poten­zi­a­men­to degli incred­i­bili val­ori pae­sag­gis­ti­ci che quel­la pro­pri­età possiede.
Si è invece prefer­i­to inventare pro­ce­dure molto improb­a­bili per legit­ti­mare volu­mi chiara­mente ille­git­ti­mi, in bar­ba alla leg­is­lazione regionale e nazionale, con par­en­ti dei soci che tes­ti­mo­ni­ano l’e­sisten­za di voliere in epoca antecedente al 1967. Incred­i­bili acrobazie urban­is­ti­co-legali pur di regalare alla mera spec­u­lazione edilizia l’area dal­la più grande poten­zial­ità tur­is­ti­ca del nos­tro Comune. Un’­op­er­azione fal­li­menta­re anche dal pun­to di vista occu­pazionale, infat­ti non ci sarà lavoro per i san­vin­cen­zi­ni né durante i lavori né tan­tomeno dopo. I tem­pi sono maturi per evitare di com­met­tere un errore stori­co che pagher­an­no le gen­er­azioni future per decen­ni.
Rim­igliano trasfor­ma­to in enclave per tur­isti di lus­so, con il pae­sag­gio che perde ogni valen­za pro­dut­ti­va e di legame col ter­ri­to­rio per diventare gia­r­di­nag­gio per quei ric­chi cine­si o rus­si che paiono scarseg­gia­re, visti i tem­pi bib­li­ci con i quali la pro­pri­età sta proce­den­do all’avvio dei lavori. Già, pro­prio quegli impren­di­tori che si lamen­tano delle lun­gag­gi­ni buro­cratiche e che poi, una vol­ta ottenu­ta la piani­fi­cazione su misura per le loro esi­gen­ze, tar­dano ad attuare quan­to richiesto per anni. Anzi, nelle osser­vazioni al PS avan­zano nuove pretese riguar­do ad un cam­po da golf che evi­den­te­mente potrebbe risol­vere i prob­le­mi di com­mer­cial­iz­zazione dei costru­en­do lus­su­osi allog­gi.
È anco­ra pos­si­bile fer­mar­si e cam­biare rad­i­cal­mente direzione per tornare a una soluzione che met­ta real­mente al cen­tro lavoro e val­oriz­zazione del­l’i­den­tità locale.

Grup­po Con­sil­iare di Assem­blea San­vin­cen­z­i­na

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