Rimozione Concordia: porti italiani troppo cari

Fiorenzo Bucci

ROMA 17 aprile 2014 – A Piom­bi­no, a Gen­o­va o in Turchia. Ques­ta vol­ta il prefet­to Gabriel­li è sta­to chiaris­si­mo sul­la des­ti­nazione del relit­to del­la Con­cor­dia. Il capo del­la Pro­tezionale civile, lunedì al Giglio, ave­va accu­rata­mente evi­ta­to di entrare nel dibat­ti­to sul por­to finale per la nave. Glielo impone­va un ris­er­bo isti­tuzionale doven­do essere ascolta­to sta­mani in Com­mis­sione ambi­ente alla Cam­era. E ques­ta vol­ta le notizie sono venute fuori. Delle 13 man­i­fes­tazioni di inter­esse giunte ai con­sulen­ti del­la Lon­don Off­shore Con­sul­tants da por­ti e imp­rese di tut­to il mon­do, in bal­lo ne restano oggi sono quat­tro: tre ital­iane e una tur­ca. I can­di­dati ital­iani sono i por­ti di Piom­bi­no, Gen­o­va e Civ­i­tavec­chia. Inizial­mente anche Paler­mo si era pro­pos­to per la demolizione ma ormai è fuori gara aven­do scel­to spon­tanea­mente di riti­rar­si. Civ­i­tavec­chia non si è riti­ra­ta ma di fat­to anch’essa esclusa aven­do pre­sen­ta­to, per effet­tuare i lavori di demolizione, un’offerta asso­lu­ta­mente fuori mer­ca­to: 200 mil­ioni di dol­lari. Per capire l’entità di cui si par­la, bas­ta dire che l’offerta più bas­sa, quel­la tur­ca, ammon­ta a 40 mil­ioni di euro. In mez­zo stan­no le offerte di Gen­o­va e Piom­bi­no. Per vedere l’in­tera audizione di Fran­co Gabriel­li in com­mis­sione ambi­ente, bas­ta clic­care qui sot­to.
“Non capis­co – ha det­to Gabriel­li – per­ché ci si mer­av­igli tan­to del­la Turchia e là che l’Italia, dove non si fan­no più demolizioni di navi da 25 anni, man­da a rot­ta­mare le sue navi mil­i­tari”.
Per arrivare in Turchia, mille miglia dal Giglio, occorre l’ausilio del Van­guard, la nave semi­som­mergi­bile, uni­ca al mon­do, capace di accogliere nel pro­prio ven­tre il relit­to e di trasportar­lo in sicurez­za anche in por­ti lon­tani. Gli occor­rereb­bero cinque giorni, ovvero lo stes­so tem­po nec­es­sario a trasferire la nave a Gen­o­va con i rimorchi­a­tori.  Addirit­tura nei 40 mil­ioni di dol­lari pre­visti per lo sman­tel­la­men­to in Turchia sarebbe com­pre­sa, per quan­to ha affer­ma­to Gabriel­li, anche la spe­sa del noleg­gio del Van­guard indi­ca­ta in 30 mil­ioni di euro.
La qual­ità del lavoro tur­co è sta­ta recen­te­mente garan­ti­ta anche da una pre­sa di posizione dell’Europa durante i lavori per approvare il rego­la­men­to sul­lo smal­ti­men­to del nav­iglio comu­ni­tario.
Ad una nos­tra doman­da, lunedì scor­so al Giglio, l’ingegner Fran­co Por­cel­lac­chia, respon­s­abile dei lavori sul­la nave per Cos­ta crociere, ha rispos­to che l’opzione Van­guard, attra­ver­so un accor­do con gli olan­desi del­la Boskalis, copre anche un peri­o­do di tem­po com­pat­i­bile  con even­tu­ali ritar­di nel pro­gram­ma delle opere per rimuo­vere il relit­to. Quin­di fino a tut­to set­tem­bre.
Ci era sem­bra­to, a fronte delle insis­ten­ze ital­iane che per­du­ra­no, di scorg­ere un ori­en­ta­men­to “politi­co” dell’armatore per acco­modar­si defin­i­ti­va­mente su una des­ti­nazione ital­iana. Pro­prio una sor­ta di ridi­men­sion­a­men­to dell’opzione Van­guard, pre­sen­ta­ta il 10 otto­bre del­lo cor­so anno, ci induce­va a pen­sare ad una rin­un­cia al chi­at­tone e ci spinge­va a ritenere molto prob­a­bile il ritorno ai più eco­nomi­ci rimorchi­a­tori, uti­liz­z­abili solo per le più bre­vi dis­tanze ital­iane. Cer­to l’offerta tur­ca, ovvero del por­to di Alia­ga nei pres­si di Smirne, induce oggi a ricon­sid­er­are tut­to. Un ele­men­to che di cer­to non lascerà insen­si­bile la casa madre amer­i­cana Car­ni­val che ha una visione prag­mat­i­ca del prob­le­ma-demolizione e sten­ta a com­pren­dere la filosofia molto polit­i­ca con cui sim­ili scelte si effet­tuano in Italia. E più che mai ci sarà il con­sen­so delle assi­cu­razioni chia­mate a pagare la demolizione dopo aver già spes­so un mil­iar­do e 100 mil­ioni di dol­lari dal giorno del naufra­gio ad oggi.
Gabriel­li non ha spec­i­fi­ca­to, nell’audizione alla Cam­era, l’ordine di grandez­za delle offerte di Gen­o­va e di Piom­bi­no che comunque dovreb­bero equiv­aler­si e giun­gere entrambe intorno al centi­naio di mil­ioni di dol­lari.
C’è da dire che anche Gen­o­va, indi­ca­ta da molti addirit­tura come una scelta già effet­tua­ta, ha i suoi prob­le­mi: innanzi tut­to le 150 miglia al traino che non sono un ris­chio da poco; poi un pri­mo pas­sag­gio a Voltri per alleg­gerire la nave e quin­di il ricovero a Gen­o­va.
Su Piom­bi­no ci limi­ti­amo a trascri­vere inte­gral­mente il pas­sag­gio che, al por­to del­la Val di Cor­nia, ha ded­i­ca­to Gabriel­li:   “Il prob­le­ma di Piom­bi­no è che Piom­bi­no non ha il baci­no e per le inter­locuzioni che io ho avu­to con la parte pri­va­ta (ndr, cioè Cos­ta), loro sono estrema­mente prob­lem­ati­ci sul dis­cor­so di Piom­bi­no che sarebbe la cosa più ovvia, più nat­u­rale, più sem­plice anche per una serie di altre con­sid­er­azioni. Ma il prog­et­to che è sta­to pre­sen­ta­to oggi lo riten­gono, dei due prog­et­ti ital­iani, eco­nomi­ca­mente abbor­d­abili, quel­lo meno sup­por­t­a­to anche e soprat­tut­to, non solo dalle tem­p­is­tiche di sman­tel­la­men­to, ma anche per le garanzie di sman­tel­la­men­to sot­to il pro­fi­lo ambi­en­tale e di sicurez­za delle oper­azioni che dovran­no essere fat­te”.
Comunque è già sta­to chiesto per i giorni subito dopo Pasqua un incon­tro con l’armatore al fine di chiarire ogni par­ti­co­lare ed ottenere ogni utile con­trib­u­to. L’obbiettivo è quel­lo di arrivare ad una deci­sione defin­i­ti­va nei pri­mi giorni di mag­gio, un fat­to non più rin­vi­a­bile dal momen­to che la sola scelta del cri­te­rio di trasporto del relit­to impli­ca oggi l’effettuazione di una serie di lavori piut­tosto che altri.
Sui tem­pi Gabriel­li è sta­to cat­e­gori­co anche per il rigal­leg­gia­men­to e quin­di per l’avvio del­la rimozione: “Non si può — ha det­to  il prefet­to — andare oltre l’autunno. Un altro inver­no pas­sato in mare potrebbe pregiu­di­care perfi­no i lavori già fat­ti”.

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