Risposte concrete a chi è in difficoltà

CAMPIGLIA 1 febbraio 2016 — Condividere significa stare accanto a chi soffre, portare un po’ delle loro difficoltà, molte volte con l’impaccio di chi non sa cosa dire o di chi non può fare molto, ma cercando di prendere sul serio la persona che abbiamo davanti per tutto il valore che essa è, secondo quella posizione umana a cui sempre ci richiamiamo: “Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”. Il progetto di aiuto sociale, effettuato da una nota associazione con sede a Venturina Terme, nasce dall’esigenza di rispondere in modo più efficace alla crescente difficoltà delle famiglie di garantire livelli di vita accettabili e modalità di assistenza che tutelino la dignità delle persone. La riproposizione del “pacco alimentare” è quindi anche un modo per sopperire all’emergenza alimentare di quei nuclei familiari che non riescono a rifornirsi di cibo necessario al proprio quotidiano sostentamento. Ogni nucleo familiare era destinatario di un “pacco” contenente generi alimentari di prima necessità, differenziato nella composizione, al fine di soddisfare le esigenze alimentari di ogni tipologia di utente (bambini, adulti, anziani). La terribile crisi economica che sta vivendo il nostro Paese, purtroppo, continua a provocare effetti rilevanti e per certi versi devastanti, anche nel nostro territorio, creando a decine di famiglie quotidiane difficoltà a condurre un tenore di vita accettabile. L’attenzione verso questi nuclei familiari dovrebbe essere sempre alta, tant’è che attraverso questi progetti si potevano dare risposte più efficaci,aiutandoli a soddisfare i bisogni primari. E mentre nelle altre realtà comunali si lavora nell’ambito del sostegno alla comunità con lo scopo di creare una rete sociale per ottimizzare le poche risorse disponibili tra le varie associazioni che aiutano a vario titolo le persone indigenti con una attenzione particolare alla distribuzione di generi alimentari e al loro reperimento, l’amministrazione di Campiglia Marittima, ha deciso di andare da tutt’altra parte, sospendendo l’erogazione di sostegni economici che permettevano il proseguimento di questo nobile progetto. Ritenendo che il soddisfacimento del bisogno di cibo da solo non basta a tentare di avviare il processo di affrancamento dall’esclusione sociale, che a sua volta può facilitare l’approccio a un lavoro, a uno stile di vita sociale.In riferimento soprattutto alle nuove situazioni di povertà un servizio come questo è importante per non aggravare il disagio,riacquistare la dignità della persona e continuare ad impegnarsi per la ricerca di un lavoro e di un miglioramento della propria condizione. In un paese apparentemente moderno, l’intero discorso del cibo è tutt’altro che marginale e allo stesso tempo attraversato da livelli diversi di complessità. La retorica del cibo, così importante nel nostro Paese, non tradisce. Ma la quantità e la varietà del cibo disponibile (e sprecato, continuamente sprecato) creano un evidente contrasto se pensiamo a chi non ha accesso nemmeno a quanto serve per saziarsi in maniera dignitosa.Il M5S Campiglia Marittima si interroga sul perchè l’amministrazione comunale ha deciso di bloccare, invece di ampliare un servizio così importante. Come pensa di sopperire a suddetto disagio che si sta espandendo a macchia d’olio su tutto il comprensorio? Che ne pensa di un coinvolgimento immediato delle associazioni iscritte alla Consulta del Sociale che con i nuovi e i vecchi tesserati possano in qualche modo arginare il problema? In un contesto così drammatico, riteniamo che il Comune di Campiglia Marittima debba dare delle risposte immediate e concrete a coloro che stanno vivendo questo disagio, perché il silenzio che ne deriva è più assordante di una deflagrazione e smettiamo di fare come si suol dire “orecchie da mercante”.
I consiglieri M5S Campiglia Marittima
Daniele Fioretti
Chesi Cristina