Il ritardo culturale del Comune di Campiglia

· Inserito in Spazio aperto

CAMPIGLIA 26 mar­zo 2018 — Dal­l’ul­ti­mo numero del Gior­nali­no del Comune di Campiglia Marit­ti­ma veni­amo a sapere che “IL COMUNE ABBATTE UN EDIFICIO NEL CENTRO STORICO E NASCE UN GIARDINO” rifer­en­dosi ad un edi­fi­cio pri­va­to nel rione Pog­giame in uno sta­to di abban­dono tale da far decidere al Comune di abbat­ter­lo e far­lo scom­par­ire per sem­pre facen­do un gia­rdi­no di cir­ca 60 metri qua­drati (!!!) in aderen­za alla piazzetta del Pog­giame.
La scelta è sin­tomat­i­ca del­l’ar­retratez­za cul­tur­ale del­l’am­min­is­trazione e degli uffi­ci com­pe­ten­ti, che ripor­ta indi­etro i cri­teri di tutela del cen­tro stori­co di 150 anni, quan­do alla luce del­la spin­ta di rin­no­va­men­to delle cit­tà, delle leg­gi san­i­tarie napoleoniche e di spinte spec­u­la­tive, si demo­li­vano le par­ti più antiche dei cen­tri stori­ci (vedi Firen­ze, vedi Pari­gi, ecc.) fisi­ca­mente e social­mente degra­dati.
Oggi i cen­tri stori­ci ven­gono con­siderati alla stregua di un qual­si­asi doc­u­men­to stori­co e quin­di tutte le sue par­ti van­no lette atten­ta­mente pri­ma di ammet­tere inter­ven­ti di trasfor­mazione che pos­sono risolver­si in dis­truzione totale o parziale del doc­u­men­to cen­tro anti­co.
Nel nos­tro caso l’ed­i­fi­cio in ques­tione fa parte del tes­su­to anti­co di Campiglia, non è una super­fe­tazione recente e non stori­ciz­za­ta, ha una qual­ità analo­ga agli edi­fi­ci adi­a­cen­ti, in sin­te­si è parte stes­sa del tes­su­to stori­co del cen­tro.
Preved­erne la demolizione per far­ci un gia­r­dinet­to ha la stes­sa valen­za cul­tur­ale del pren­dere un tes­su­to anti­co sci­u­pa­to e invece di fare un restau­ro nel pun­to strap­pa­to, las­cia­re un bel buco toglien­do il pez­zo sci­u­pa­to.
Ques­ta vicen­da, pon­deral­mente pic­co­la ma cul­tural­mente sig­ni­fica­ti­va, dimostra anco­ra una vol­ta che l’am­min­is­trazione del Comune e gli uffi­ci com­pe­ten­ti pro­ce­dono alla cieca e sen­za suf­fi­ci­en­ti basi cul­tur­ali, nel­l’af­frontare i prob­le­mi di con­ser­vazione e pro­mozione del cen­tro stori­co.
In qualche modo ricor­dano uno che di fronte ad un mobile anti­co da restau­rare, non trovan­do i sol­di per far­lo o non aven­do la più pal­l­i­da ideo del val­ore del­l’ogget­to, preferisce farne leg­na da camino.
Il Comi­ta­to per Campiglia con­dan­na ques­ta scelta grossolana e ingius­ti­fi­ca­bile sot­to ogni aspet­to cul­tur­ale e ges­tionale con la sper­an­za che qual­cuno si ren­da con­to del dan­no al bene pub­bli­co che gli ammin­is­tra­tori si apprestano ad arrecare.

Alber­to Pri­mi, Comi­ta­to per Campiglia

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