Riunioni riservate per progettazioni da iniziare
PIOMBINO 15 gennaio 2018 — All’incontro che si è tenuto in Comune tra Regione, amministrazione locale e Invitalia, sulle caratterizzazioni e progettazioni che Invitalia ha appaltato ai fini della bonifica della falda superficiale inquinata della zona industriale di Piombino, avevamo chiesto, in qualità di consiglieri comunali, di poter assistere. Ci è stato risposto negativamente: tavolo tecnico, hanno detto. A nostro avviso, invece, proprio perchè, a fronte di uno stallo politico ben noto ormai, c’è molta nebbia sullo stato di avanzamento degli aspetti tecnico-procedurali, sarebbe stato opportuno che i consiglieri comunali, rappresentanti dei cittadini, potessero verificare lo stato dell’arte di un tema tanto importante quanto incerto per il territorio.
Da 18 anni si parla di bonifiche dei terreni inquinati, presupposto imprescindibile di qualunque diversificazione e ripresa produttiva; da anni sono annunciate e date per imminenti; da anni la sottosegretaria Velo, dall’alto della sua posizione influente al Ministero per l’ambiente, sottoscrive proclami in cui dà per certi, in tempi stretti, l’avvio dei lavori e le risorse (i soliti 50 milioni). In verità, ad oggi solo una cosa è certa: tutto è ancora fermo alla fase delle gare per le progettazioni. Occorre sottolineare: gare NON per la realizzazione delle opere, ma per la caratterizzazione e la progettazione. Siamo ancora alle fasi preliminari. È certa anche un’altra cosa: parte di quei famosi 50 milioni (cifra peraltro irrisoria e del tutto insufficiente) si disperderanno in studi, indagini, progetti, senza risultato alcuno, secondo quel copione ormai noto che va sotto il nome di “spreco di denaro pubblico” e che fino ad oggi a Piombino non ha prodotto nessun risultato. Nemmeno laddove il Comune ha davvero avuto finanziamenti per le bonifiche, come nel caso di Città Futura e Poggio ai Venti. Dal 2000 Piombino è stato dichiarato SIN e da allora ad oggi non uno degli oltre 900 ettari di terreno inquinato è stato bonificato Non si è fatto assolutamente nulla: si è passati da un annuncio all’altro, da un accordo di programma all’altro, da una cabina di regia all’altra, da un commissariamento all’altro, senza aver prodotto alcunchè.
Un disastro amministrativo. Anzichè dare priorità alle bonifiche, si è preferito destinare le risorse alla costruzione di un porto smisurato, concepito prima per i “fanghi di Bagnoli” e poi per il recupero della Concordia, che si sapeva non sarebbe mai stata demolita a Piombino. Un altro disastro, visto che oggi ci troviamo con una grande opera incompiuta, il porto, per il cui completamento occorreranno ancora ingenti risorse pubbliche e tempi biblici. Le bonifiche dei terreni sono al palo. Invitalia sta lavorando ad un progetto che prevede di realizzare pozzi per emungere perennemente le acque inquinate della falda, senza rimuovere i terreni sovrastanti contaminati. Una soluzione che pone interrogativi inquietanti e che avrà comunque altissimi costi di gestione per trattare acque inquinate che andranno poi riversate in mare. Nessuno sembra porsi il problema di chi dovrà farsi carico di questo onere, tanto più in presenza di una crisi industriale senza ancora una soluzione. Ci sarebbe bisogno di trasparenza e di confronto ed invece il Comune non consente neppure la partecipazione agli incontri con Invitalia su questi temi. Insomma, siamo di fronte a un fallimento totale, alla mancanza assoluta di un progetto serio per il risanamento ambientale e, ciò che è peggio, alla mancata presa d’atto di questo fallimento, nonchè alla mancata riflessione sulle sue cause e alla protervia di continuare sulla stessa strada.
*Carla Bezzini è consigliere comunale di Un’ Altra Piombino