IL PIANO B PER CONTINUARE A PRODURRE ACCIAIO CON MINORI COSTI

Riutilizzare il treno rotaie e trasformare l’acciaieria

Leonardo Mezzacapo

PIOMBINO 24 feb­braio 2017 — È ogget­ti­va­mente dis­cutibile l’opportunità eco­nom­i­ca di costru­ire una nuo­va acciaieria a Piom­bi­no, come in qualunque altra local­ità ital­iana ed euro­pea, quin­di viene logi­co doman­dar­si per­ché sia sta­to par­tori­to il prog­et­to Afer­pi, questo grandioso prog­et­to persi­no ecces­si­vo nei con­tenu­ti. Mi sono chiesto subito: «Per­ché mai costru­ire un nuo­vo treno rotaie e non riu­ti­liz­zare l’esistente? Per­ché mai costru­ire una nuo­va acciaieria e non trasfor­mare quel­la esistente?».
I costi di real­iz­zazione del nuo­vo com­p­lesso pro­pos­to da Afer­pi saran­no eccezional­mente alti e pregiu­dicher­an­no il ritorno eco­nom­i­co dell’investimento in tem­pi ragionevoli, ammes­so che ci pos­sa essere un ritorno eco­nom­i­co. Inoltre l’at­tuale treno a rotaie è col­lo­ca­to in una posizione tale da non pregiu­di­care i futuri svilup­pi delle attiv­ità por­tu­ali e con la trasfor­mazione dell’acciaieria e le con­seguen­ti dis­mis­sioni si ren­dereb­bero disponi­bili ulte­ri­ori aree per attiv­ità diver­sifi­cate. Tut­to ciò sen­za con­sid­er­are le aree poten­zial­mente disponi­bili fuori dal perimetro dell’acciaieria, con­seguen­ti alla chiusura del ciclo inte­grale ed alle rel­a­tive demolizioni.
Queste era­no le mie con­sid­er­azioni, ma il mega prog­et­to è avan­za­to tra un proflu­vio di ringrazi­a­men­ti e applausi a sce­na aper­ta; la sen­sazione di essere di fronte ad una rap­p­re­sen­tazione teatrale era forte e non man­ca­va di gener­are dub­bi e rif­les­sioni non sem­pre ottimistiche. L’orso anco­ra non era sta­to ucciso ma già si pen­sa­va a cosa fare del­la sua pel­lic­cia .
Già allo­ra era chiaro, come Rebrab stes­so ha con­fer­ma­to nel­la recente con­feren­za a Pari­gi, che la mol­la che ave­va fat­to scattare il tut­to era sta­ta il pos­ses­so del por­to e non la siderur­gia, ma gli even­ti si sono suc­ce­du­ti sino a che è sta­to stip­u­la­to un con­trat­to di for­ni­tu­ra per la sola parte di proces­so con la tedesca SMS, leader mon­di­ale nel­la prog­et­tazione di tali impianti. La stes­sa SMS, ono­ran­do gli impeg­ni con­trat­tuali, ha con­seg­na­to gli elab­o­rati prog­et­tuali di base ovvero la prog­et­tazione di assieme con pro­fili e carichi di fon­dazione, dopo di che la macchi­na si è bloc­ca­ta per i ben noti prob­le­mi di man­can­za di finanzi­a­men­ti.
Al pun­to in cui siamo si può trarre l’amara con­sid­er­azione, sia pur con­sideran­do la colpev­ole lati­tan­za di Rebrab, di come questo gov­er­no e ques­ta classe polit­i­ca siano sta­ti inadeguati, per­ché inca­paci di tenere i rap­por­ti con questo inef­fa­bile per­son­ag­gio usan­do il rig­ore e l’autorevolezza che sareb­bero sta­ti nec­es­sari. Numerosi sono sta­ti i seg­nali di allarme prove­ni­en­ti anche da fonti autorevoli che anda­vano imme­di­ata­mente colti; l’algerino anda­va mes­so sopra una bilan­cia elet­tron­i­ca e soppe­sato sen­za far­gli scon­ti, ma questo non è avvenu­to.
Ques­ta è sto­ria ed oggi pian­gere non aiu­ta, serve invece pen­sare in maniera osti­nata­mente propos­i­ti­va e dare un volto ed una dimen­sione pal­pa­bile, ma soprat­tut­to sosteni­bile anche nel con­testo inter­nazionale, a qual­cosa che anda­va pen­sato pri­ma, di cui oggi si sente par­lare con sem­pre mag­giore insis­ten­za e che ora più che mai va mes­so in pista ovvero un “PIANO B”.

Gli ele­men­ti più sig­ni­fica­tivi del “PIANO B”
A mio avvi­so gli ele­men­ti più sig­ni­fica­tivi di questo “ PIANO B” dovreb­bero essere:

  • minori costi rispet­to al mega prog­et­to Afer­pi;
  • mas­simiz­zazione del riu­ti­liz­zo degli impianti esisten­ti;
  • pos­si­bil­ità di pro­durre 1–1,2 mil­ioni di ton­nel­late di acciaio all’an­no per ali­menta­re gli attuali lam­i­na­toi TVE TMP e Treno rotaie;
  • scelta delle migliori soluzioni tec­no­logiche anche per quan­to con­cerne la sosteni­bil­ità ambi­en­tale;
  • recu­pero di aree sia per il futuro svilup­po delle attiv­ità por­tu­ali sia per nuovi inse­di­a­men­ti pro­dut­tivi diver­si­fi­cati.

Durante un amichev­ole incon­tro a fine anno 2015 con un grup­po di lavo­ra­tori in cas­sa inte­grazione, alla doman­da cosa avrei fat­to al pos­to di mon­sieur Rebrab, la mia rispos­ta fu la seguente:

trasformerei l’attuale acciaieria a con­ver­ti­tori LD in acciaieria a forni elet­tri­ci (EAF) andan­do a ripren­dere un piano che cre­do sia già sta­to con­sid­er­a­to in pas­sato.

Questo è ciò che inten­do per “PIANO B”, che, in altre parole, sig­nifi­ca:

  1. instal­lazione di un forno elet­tri­co al pos­to dell’esistente cola­ta con­tin­ua a bramme;
  2. adegua­men­to e trasfor­mazione del capan­none mag­a­zz­i­no bramme in par­co rot­tame;
  3. riu­ti­liz­zo dei due impianti di aspi­razione fumi esisten­ti, in prece­den­za ded­i­cati ai tre con­ver­ti­tori LD;
  4. riu­ti­liz­zo dell’impianto di recente real­iz­zazione per depos­i­to e movi­men­tazione delle scorie pri­marie e sec­on­darie;
  5. mod­i­fi­ca degli impianti di degasag­gio esisten­ti (per rotaie e barre), pas­san­do dal­la tec­nolo­gia ad ”eiet­tori a pompe mec­ca­niche” per il degasag­gio di due siviere in con­tem­po­ranea;
  6. adegua­men­to e riu­ti­liz­zo di due LF dei tre esisten­ti;
  7. ammod­er­na­men­to e riu­ti­liz­zo delle colate con­tin­ue 2 e 3, la pri­ma per la pro­duzione di bil­lette e la sec­on­da di blu­mi per rotaie; per la sec­on­da era già sta­to atti­va­to un inves­ti­men­to ed un prog­et­to di revamp­ing poi stop­pa­to con l’avvento del­la crisi del 2008;
  8. riu­ti­liz­zo del treno a rotaie esistente e, solo in con­sid­er­azione del mer­ca­to futuro, decidere o per un suo ammod­er­na­men­to o per la sua sos­ti­tuzione con il nuo­vo impianto come pre­vis­to nel megaprog­et­to Afer­pi;
  9. riu­ti­liz­zo dei capan­noni, con car­riponte e servizi fluidi/Ele esisten­ti;
  10. real­iz­zazione di un’area di stoccag­gio rot­tame in pad­ule;
  11. analoga­mente al prog­et­to Afer­pi, sarebbe nec­es­sario approvi­gionare dall’esterno tut­ti i ser­vomezzi nec­es­sari quali: ener­gia elet­tri­ca, ossigeno, azo­to, argon, gas nat­u­rale.

Come si evince dal­la pianta, nell’ipotesi di cui sopra le strut­ture ed i capan­noni dell’acciaieria ivi com­pre­si i con­ver­ti­tori, posti in prossim­ità delle abitazioni (lato viale del­la Resisten­za e via Por­tovec­chio) potreb­bero essere demoli­ti, men­tre i restanti impianti, ded­i­cati alla pro­duzione futu­ra, risul­tereb­bero notevol­mente dis­tan­ti dai con­fi­ni e dalle abitazioni, con i van­tag­gi immag­in­abili. Nel­la pianta stes­sa mi sono lim­i­ta­to ad indi­care in gial­lo l’area che si liber­erebbe in segui­to alla dis­mis­sione degli impianti prin­ci­pali nel perimetro dell’acciaieria, ma non ho ripor­ta­to le ulte­ri­ori gran­di aree che si ren­dereb­bero disponi­bili a segui­to delle demolizioni del­la cok­e­ria con i sot­to­prodot­ti, del­la cen­trale ter­mi­ca 1, dei gas­ometri e così via.
Par­lan­do di bud­get si può sostenere in lin­ea ovvi­a­mente approssi­ma­ti­va, che il cos­to glob­ale di un inves­ti­men­to come quel­lo sopra espos­to val­ga 1/3 rispet­to al mega prog­et­to pro­pos­to da Afer­pi, men­tre per gli even­tu­ali inves­ti­men­ti futuri molto dipen­derà dalle strate­gie che saran­no adot­tate riguar­do alla pro­duzione delle rotaie. Meri­ta ricor­dare che Afer­pi elaborò a giug­no 2016 un bud­get di 416 mil­ioni di euro, a mio avvi­so sot­tosti­man­do il val­ore di un prog­et­to enorme come quel­lo ipo­tiz­za­to, anche per­chè molte par­ti nec­es­sarie al com­ple­ta­men­to dell’opera era­no man­can­ti dall’elenco delle voci quo­tate.

Con­fron­to tra acciaieria a forni elet­tri­ci ed a con­ver­ti­tori LD dal pun­to di vista ambi­en­tale
Par­lan­do infine di sosteni­bil­ità ambi­en­tale meri­ta, per fare chiarez­za e dare a tut­ti dei vali­di ele­men­ti di riscon­tro che siano ogget­tivi, elen­care una serie di dati tec­ni­ci che met­tono a con­fron­to un ciclo inte­grale come quel­lo conosci­u­to, con un ciclo da forno elet­tri­co (EAF) 100% rot­tame. Mi scu­so se per alcu­ni aspet­ti sciv­ol­erò nel tec­ni­cis­mo, augu­ran­do­mi che il con­cet­to gen­erale pos­sa essere comunque chiaro e com­pren­si­bile ai più.
Il rumore prodot­to da un EAF mis­ura­to all’ester­no del­la cam­era insonoriz­za­ta chia­ma­ta Ele­phant House è 80 dBA e 50 dBA a 100 metri . Nel caso di instal­lazione di un EAF al pos­to del­la macchi­na a bramme (vedi pianta), 200 metri sarebbe la dis­tan­za min­i­ma garan­ti­ta dal forno al muro di cin­ta, lato via Por­tovec­chio, men­tre le abitazioni sareb­bero molto più dis­tan­ti, cir­ca 400 metri. Va pre­cisato che 50 dBA rap­p­re­sen­ta un liv­el­lo sonoro rispon­dente alla nor­ma­ti­va di rifer­i­men­to del rumore per quan­to con­cerne i cen­tri abi­tati e in peri­o­do not­turno, men­tre 80 dBA rap­p­re­sen­ta un val­ore asso­lu­ta­mente toller­a­bile sen­za uso di alcu­na pro­tezione acus­ti­ca, poiché con­sente il nor­male dial­o­go tra per­sone vicine.
A par­ità di capac­ità di acciaio liq­ui­do, la polverosità gen­er­a­ta durante il proces­so fuso­rio da un forno elet­tri­co è quan­ti­ta­ti­va­mente infe­ri­ore a quel­la gen­er­a­ta durante il proces­so di ossi­do- riduzione da un con­ver­ti­tore LD, poiché non c’è ghisa ma rot­tame e /o pre­ri­dot­to.
Impianti di depu­razione fumi per forno elet­tri­co, garan­tis­cono emis­sioni polveri al camino di 5 mg/Nm3 (anche meno con maniche nuove). A tito­lo di con­fron­to pos­so ricor­dare che impianti di depu­razione fumi per con­ver­ti­tori LD (i più effi­ci­en­ti come il Lur­gi ‑Thyssen instal­la­to a Piom­bi­no nel 2000) garan­tis­cono 20 mg/Nm3.
Tut­tavia, il con­fron­to andrebbe fat­to su tut­ta la fil­iera, ossia:
parchi+ cokeria+afo+convertitori vs par­co rot­tame + forno elet­tri­co e, pur non essendo disponi­bili in let­ter­atu­ra val­ori numeri­ci di con­fron­to del­la polverosità gen­er­a­ta, si può affer­mare che nel caso di par­co rottame+forno elet­tri­co ques­ta è notevol­mente infe­ri­ore.
Par­lan­do invece dei liv­el­li di emis­sioni di CO2 nei due diver­si cicli pro­dut­tivi (dato a cui gli ambi­en­tal­isti sono molto sen­si­bili) si pos­sono riportare i seguen­ti dati trat­ti da let­ter­atu­ra tec­ni­ca:
PARCHI+COKERIA+AFO+COV: 2100 KG/T acc.liq.
FORNO ELETTRICO 100% rot­tame: 282 KG/T acc.liq
È utile sapere che se si dovesse costru­ire un impianto di aspi­razione nuo­vo, per un FORNO ELETTRICO da 120 ton­nel­late servirebbe un impianto con una capac­ità aspi­rante di ​:
Valore”ideale” = 1.800.000–2.000.000 m³/h
Oggi abbi­amo disponi­bili un impianto da 1.400.000 m³/h e uno da 1.800.000 m³/h che pos­sono lavo­rare assieme, quin­di sarem­mo ampli­a­mente sovradi­men­sion­ati per le neces­sità.
I fumi generati da un FORNO ELETTRICO oltre ad essere infe­ri­ori per quan­tità rispet­to ad un CONVERTITORE LD, sono anche più facil­mente capt­abili , poichè la cap­tazione è favorita dall’elephant house (grande con­teni­tore insonoriz­za­to all’interno del quale è allog­gia­to il forno ) sia per i fumi sec­on­dari che si gen­er­a­no nelle fasi critiche di car­i­ca ces­ta rot­tame e colag­gio, che per quel­li pri­mari generati dal proces­so di fusione del rot­tame.
Per quan­to con­cerne i fumi pri­mari è utile pre­cis­are che il proces­so di un forno elet­tri­co è molto più con­trol­la­bile rispet­to a quel­lo di un con­ver­ti­tore LD, dove i fre­quen­ti aumen­ti di pres­sione in cap­pa gen­er­a­no aumen­ti improvvisi di fumo.
Il proces­so al con­ver­ti­tore si basa su “un’emulsione met­al­lo-sco­ria” che spes­so va fuori con­trol­lo, il bag­no liq­ui­do gon­fia, gen­era slop­ping e fumosità improvvise dif­fi­cilis­sime da aspi­rare.
Nel proces­so in forno elet­tri­co si fan­no “scorie schi­u­mose” per scher­mare l’ar­co durante la fusione, aumentare l’ef­fi­cien­za di trasmis­sione dell’ ener­gia e ridurre il rumore, in tal caso gen­er­a­no emis­sioni asso­lu­ta­mente più con­trol­la­bili rispet­to “all’ emul­sione met­al­lo- sco­ria” del con­ver­ti­tore LD. Gli aumen­ti di pres­sione in cap­pa nei forni elet­tri­ci sono prati­ca­mente inesisten­ti.

Con­clu­sione
Con­tin­uare a pro­durre acciaio e soprat­tut­to rotaie e barre di alta qual­ità, come sap­pi­amo fare da sem­pre, rap­p­re­sen­ta una sfi­da che gli operai, i tec­ni­ci e le maes­tranze di Afer­pi sono in gra­do di rac­cogliere e vin­cere. Ques­ta è la stra­da da per­cor­rere con cor­ag­gio e con­sapev­olez­za, soprat­tut­to da parte di chi è chiam­a­to a fare le scelte giuste in un momen­to che, per le dif­fi­coltà e le prob­lem­atiche, non tro­va riscon­tri nel pas­sato.
Nat­u­ral­mente è indis­pens­abile che queste scelte avvengano sen­za ulte­ri­ori ed inac­cetta­bili perdite di tem­po.

*Leonar­do Mez­za­capo è l’ex respon­s­abile uffi­cio tec­ni­co Luc­chi­ni

Una risposta a “Riutilizzare il treno rotaie e trasformare l’acciaieria”

  1. Alberto Caviola says:

    Le fac­cio i com­pli­men­ti per il sem­plice ma effi­cace prog­et­to, ragionev­ole in mer­ca­to mon­di­ale del­l’ac­ciaio seg­na­to da for­ti incertezze. Se sman­tel­lano l’impianto potrei essere inter­es­sato per trasferir­lo all’es­tero.

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