Rivellino Pride: inutili le strumentalizzazioni
PIOMBINO 11 luglio 2019 — Ben venga una iniziativa per parlare di diritti delle persone omosessuali, transessuali, bisessuali o senza identità di genere, delle discriminazioni cui ancora oggi sono sottoposti, delle azioni che anche a livello locale devono essere messe in campo per l’affermarsi di diritti universali dell’uomo. Lo abbiamo detto in campagna elettorale, nell’incontro pubblico organizzato tra tutti i candidati sindaco, fa parte del DNA di Spirito Libero, infine lo ribadiamo qui. Quando siamo stati contattati per partecipare all’organizzazione del Rivellino Pride, credendo fermamente nei diritti civili e non avendo in tutta onestà niente da imparare da altri che spesso sono stati più che reticenti sui temi della sessualità, abbiamo però rifiutato l’invito ad organizzarlo. L’impostazione data infatti, con solo alcuni partiti già individuati come organizzatori, non ha cercato di ampliare la platea, ma invece era chiaramente rivolta a costruire una iniziativa di stampo puramente politico e per strumentalizzare. Questo, oltre a rischiare di non cogliere gli obiettivi dell’iniziativa, anziché ad unire puntava a dividere ed era miope proprio dal punto di vista politico. Ci sono infatti forze e personalità che fanno parte della maggioranza che sostiene il sindaco Francesco Ferrari che hanno su questi temi la stessa nostra impostazione e non quella trucida di Lega o Fratelli d’Italia ed anche loro quindi dovevamo coinvolgere. Come pure elettori che hanno sostenuto Ferrari, che, se vogliamo riconquistare, dobbiamo includere, non emarginare. Naturalmente, essendo stati sempre in prima linea sul tema dei diritti civili, al di là di queste critiche non potevamo non aderire all’iniziativa e plaudiamo alla scelta fatta del Comune di dare il patrocinio, sperando da un lato che si superino le inutili e controproducenti strumentalizzazioni politiche e che dall’altro il prossimo anno il Comune patrocini anche il Pride toscano, coerentemente con la scelta fatta localmente, perché sui diritti, almeno per noi, non si deve arretrare di un millimetro ed anzi si deve avanzare.